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Carlo Tecce per il “Fatto Quotidiano”
FRANCESCA CHAOUQUI E VALLEJO BALDA
Il 26 aprile di quest' anno, una domenica verso sera, Vallejo Balda rientra a casa e scopre che la maniglia di una porta interna è smontata. Avvisa Gianluigi Nuzzi con un messaggio: "Sono stato fuori quattro giorni. Non hanno portato via niente", e gli spedisce una fotografia.
Qualcuno ha visitato l'abitazione del prelato spagnolo e non ha rubato neanche un oggetto. Non è la prima volta, e non sarà l'ultima, che il monsignore spagnolo, imputato assieme a Francesca Chaouqui, il collaboratore Nicola Maio, il giornalista Emiliano Fittipaldi e il già citato Nuzzi nel processo Vatileaks II, riceve segnali inquietanti.
La notte tra il 29 e il 30 marzo 2014, viene forzata la cassaforte che custodisce l'archivio di Cosea, la commissione di studio nominata da papa Francesco, che deve riformare la finanza vaticana. Vallejo è lo stimato segretario di Cosea, la Chaouqui l unico membro donna. Nell' armadio blindato ci sono anche carteggi sugli affari fra la Santa Sede, il faccendiere piduista Umberto Ortolani e il banchiere Michele Sindona. L'episodio più recente è di qualche giorno fa.
Alessia Gullo, avvocato rotale affidata d' ufficio al monsignore spagnolo, denuncia un furto nello studio e così rinuncia all' incarico (fonte Panorama). Vallejo ha paura. Con le informazioni sempre più centellinate e propalate per sminuire la caratura professionale di Vallejo Balda, il Vaticano è riuscito a oscurare il contenuto dei libri di Fittipaldi (Avarizia) e Nuzzi (Via Crucis): sprechi, ruberie e privilegi degli alti prelati e scarsa trasparenza del Vaticano.
Ora resta soltanto quest' impiccio del processo di Vatileaks II per condannare la divulgazione di documenti riservati. Nessuno più ricorda che Vallejo, il più giovane economo di una diocesi spagnola, fu convocato in Vaticano da Joseph Ratzinger su indicazione di Rouco Varela, il più carismatico e discusso cardinale spagnolo, arcivescovo metropolita di Madrid. Vallejo è in Italia da quasi cinque anni. E in molti in Vaticano lo considerano un genio dei conti, ma in questi giorni viene ridotto a un prelato con tanti vizi e poche virtù, fra donne, lusso e alcolici.
Ma è lo stesso Vallejo, che pure mostra una personalità molto complessa, a lamentarsi spesso con i suoi interlocutori per la resistenza con cui vescovi e porpore contrastano l'opera di pulizia di papa Francesco. Il fascicolo di oltre mille pagine, nascosto a lungo agli imputati e consegnato agli avvocati con l'impegno del segreto (altrimenti li radiano), riporta il contenuto dei dispositivi elettronici (telefoni e computer) sequestrati a Vallejo Balda.
BRUNO VESPA PRENDE LA COMUNIONE DA MONSIGNOR VALLEJO I PAPI SANTI SULLA TERRAZZA DELLA PREFETTURA
Ci sono indizi che confermano il rapporto fra Vallejo e i giornalisti e quello più altalenante con la Chaouqui, ma non compaiono, almeno per il momento, tutti quei contatti di livello che hanno consentito a Vallejo di diventare una figura centrale del pontificato di Jorge Mario Bergoglio. I magistrati vaticani, per il momento, non li hanno ritenuti interessanti, però, hanno concesso ampio spazio agli aspetti privati del monsignore, inclusi riferimenti sessuali.
Negli atti c'è un memoriale di Vallejo scritto a penna, in elegante corsivo e in perfetto italiano. Il monsignore spagnolo l'ha firmato, ma qualcuno l' avrà aiutato a correggere gli errori di italiano che spesso compie durante le comunicazioni tramite WhatsApp con la Choauqui e i cronisti. Il processo vaticano si è aperto martedì con un' udienza preliminare e riprenderà lunedì con gli interrogatori di Vallejo e Chaouqui.
Il giudizio sarà rapido, non clemente. Il reato contestato prevede una pena da 4 a 8 anni di carcere, e non sarebbe applicata - o richiesta con rogatorie - per i cittadini italiani.
VALLEJO BALDA CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Monsignor Vallejo, che viene da una regione del Nord della Spagna, già da un mese è rinchiuso in una cella senza sbarre in un palazzo dei gendarmi. Dopo un imbarazzante silenzio dei sindacati dei giornalisti e di una politica remissiva nel criticare il comportamento del Vaticano, uno Stato che non contempla la libertà di stampa, arriva l' appello di 103 deputati che esprimono solidarietà a Nuzzi e Fittipaldi.
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