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IL PETROLIO DEL CALIFFO – ''FINANCIAL TIMES'': L’ORO NERO FRUTTA ALL’ISIS $1,5 MILIONI AL GIORNO – IL MONOPOLIO ENERGETICO DELLO STATO ISLAMICO È TALE CHE ANCHE GLI OPPOSITORI SONO COSTRETTI A RIFORNIRSI NEI POZZI DEI JIHADISTI

Erika Solomon, Guy Chazan e Sam Jones per http://www.ft.com

 

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Fuori dal pozzo petrolifero di al-Omar, Siria orientale, una fila di camion cisterna lunga 6 chilometri aspetta il proprio turno per fare il pieno di greggio. Il petrolio è l’oro nero che finanzia le casse dell’Isis, è il carburante indispensabile per portare avanti il jihad, fornisce energia elettrica e pone il califfo Al-Baghdadi in una posizione di supremazia finanziaria e geo-strategica rispetto ai suoi nemici in medio oriente. I pozzi petroliferi sono stati dichiarati un bersaglio primario dalla coalizione anti-Isis ma il traffico continua indisturbato.

 

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Amministrata come un’azienda modello grazie al contributo di ingegneri, esperti e manager provenienti anche dall’occidente, la compagnia petrolifera dell’Isis è capace di produrre tra i 34mila e i 40mila barili di greggio ogni giorno. Il petrolio viene venduto all’ingrosso per cifre che vanno dai $20 ai $40 al barile, consentendo ai miliziani di guadagnare circa 1 milione e mezzo di dollari al giorno.

 

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Lo Stato Islamico è diventato il produttore monopolista di un bene indispensabile nell’area che occupa e, anche se non può esportare il suo petrolio, può contare sul florido mercato iracheno e siriano.

 

La benzina e il diesel dell’Isis non sono venduti solo nei territori controllati dal califfo, ma anche dalle zone occupate dai suoi oppositori. I ribelli del nord della Siria, per esempio, usano il petrolio dell’Isis per alimentare i generatori dei loro ospedali, dei negozi e per rifornire i trattori con cui estraggono le vittime dalle macerie.

 

iraq   isis prende la raffineria di petrolio di baiji iraq isis prende la raffineria di petrolio di baiji

La fortuna dell’Isis potrebbe non durare a lungo, i pozzi sono minacciati dalle bombe della coalizione, dall’intervento russo e dai prezzi del barile in caduta libera. Fino ad ora, però, il problema più grande sembra l’esaurimento dei vecchi giacimenti siriani, che l’Isis non riesce ancora a controbilanciare con nuovi rilevamenti a causa della mancanza di risorse tecnologiche.

 

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Per il momento, comunque, i jihadisti controllano la produzione del greggio e non c’è nessun calo nella domanda. “Tutti hanno bisogno del diesel – dice un uomo che vive vicino ad Aleppo – serve per estrarre l’acqua, per l’agricoltura, agli ospedali e anche agli uffici. L’Isis sa che il petrolio è la carta vincente”.