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L'ANIMALE CHE MI PORNO DENTROUNO STUDIO SU OLTRE 150 STUDENTI UNIVERSITARI HA MESSO IN RELAZIONE L'USO FREQUENTE DELLA PORNOGRAFIA, IN PARTICOLARE QUELLA CARATTERIZZATA DA DOMINAZIONE E AGGRESSIVITÀ MASCHILE, CON LA PROBABILITÀ DI RICORRERE ALLA FORZA NELL'INTERAZIONE SESSUALE - CHI GUARDA TROPPO I SITI HARD È PIÙ A RISCHIO DI COMMETTERE VIOLENZA SESSUALE: NON C'È AMORE NÉ ALTRO, MA SOLO UN CORPO ANONIMO E SPERSONALIZZATO TRASFORMATO IN UN OGGETTO E IN UNO STRUMENTO, CHE DIVENTA UNA "PURA MACCHINA IMPERSONALE DI GODIMENTO"…

Francesco Cro* per www.repubblica.it

*Psichiatra, Dipartimento di Salute Mentale, Viterbo

 

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C'è una relazione tra l'uso di materiale pornografico e il comportamento sessuale aggressivo? Sembra di sì, almeno per quanto riguarda il sesso maschile. Uno studio su oltre 150 studenti universitari coordinato dalla psicologa Brooke de Heer, docente di criminologia alla Northern Arizona University che si occupa in particolare di identificare gli antecedenti della violenza di genere, ha messo in relazione l'uso frequente della pornografia, in particolare quella caratterizzata da dominazione e aggressività maschile, con la probabilità di ricorrere alla forza nell'interazione sessuale.

 

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Paul Wright, esperto della psicologia dei mass media e direttore dell'Unità di Scienze della comunicazione presso l'Università dell'Indiana a Bloomington, ha notato che gli uomini che adottano preferenzialmente un approccio impersonale al sesso, tipico della pornografia estrema, sono più a rischio di commettere violenza sessuale.

 

Il corpo anonimo

In quello che lo psicoanalista Massimo Recalcati ha definito "godimento anonimo", nel suo saggio: Esiste il rapporto sessuale? Desiderio, amore e godimento" (Raffaello Cortina Editore 2021), il corpo anonimo e spersonalizzato, trasformato in un oggetto e in uno strumento, diventa una "pura macchina impersonale di godimento". In queste condizioni per Recalcati una pulsione di vita e di piacere si può congiungere a una di distruzione e morte.

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Senza amore

Non c'è amore né desiderio né senso di mancanza: i corpi, nei film pornografici spesso ridotti dalle inquadrature a meri organi sessuali, si possiedono e sono posseduti senza nome e senz'anima. La trama è del tutto insignificante, funzionale solo a mostrare la meccanica degli atti sessuali. Non c'è nessuna soggettività, nessuna storia o caratteristica individuale, e nessun nome che valga la pena ricordare.

 

Una passione maschile

Per questo la pornografia è più frequentemente una passione maschile: il raggiungimento del piacere che si esaurisce con la scarica orgasmica, tipico del godimento fallico, si adatta più facilmente all'esibizione anonima e stereotipata dell'atto sessuale. Al contrario, l'amore prevede la soggettività e la presenza di un nome, che rende unica la persona amata impedendo alla pulsione erotica di diventare cieca e autistica.

 

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Esseri come oggetti

Sarebbe quindi proprio il carattere anonimo e materiale della pornografia, che trasforma gli esseri in "cose", a favorire nei suoi utilizzatori frequenti una tendenza all'aggressività sessuale. La ripetuta visione di materiale pornografico provocherebbe infatti, secondo quanto emerso da uno studio coordinato dalla psicologa tedesca Simone Kühn, docente presso il dipartimento di psichiatria della clinica universitaria di Amburgo, alterazioni della connettività di alcune regioni cerebrali collegate al raggiungimento del piacere, che avrebbero bisogno di stimoli sempre più intensi per attivarsi. Tuttavia è anche ipotizzabile che queste alterazioni siano preesistenti e costituiscano la causa, e non l'effetto, di un ricorso più frequente alla pornografia.

 

La dipendenza sessuale

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Uno studio ungherese su oltre 15000 frequentatori di siti porno sostiene infatti che l'uso frequente di materiale pornografico costituisce un problema solo per il 3-8% degli utenti, che hanno in genere difficoltà psicologiche preesistenti come dipendenza sessuale, suscettibilità alla noia, bassa autostima, depressione.

 

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Per quanto riguarda le donne, poi, l'uso della pornografia non sembra alterare in alcun modo il comportamento sessuale: una ricerca dell'Università di Valparaiso (Usa) su oltre 2400 donne ha evidenziato che la visione di materiale pornografico può associarsi a una maggiore consapevolezza e a un miglioramento della soddisfazione durante la masturbazione senza nessun effetto negativo sulla sessualità espressa con il partner.