DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
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L’allora Ministro dei Trasporti Delrio cercava un nuovo presidente da mettere a capo dell‘Autorita portuale di Venezia e lo voleva con tre caratteristiche: un veneziano, non legato alle vicende del Mose e di comprovata esperienza nel settore portuale. Il bando per la raccolta dei CV aveva prodotto una buona lista di candidati ma solo uno aveva queste caratteristiche, lo sconosciuto Pino Musolino che stava a Singapore e lavorava per una multinazionale dello shipping.
Si dice che Delrio l’abbia selezionato via Skype perché il suo Cv sulla carta sembrava perfetto, mai avrebbe pensato che dietro a quel profilo si nascondesse un Napoleone che, lancia in resta appena arrivato, avrebbe iniziato a fare terra bruciata attorno al porto distruggendo ogni legame creato nel tempo con il territorio e mettendo in un angolo metà dei dipendenti che riteneva legati alla precedente amministrazione di Paolo Costa. Con un particolare curioso, per uno che si vanta di essere un grande avvocato: ha perso tutte le cause che ha intentato o gli sono state intentate.
Ha cominciato stravolgendo la segreteria di presidenza creando, come riporta il Corriere de Veneto oggi un “Entourage” con a capo Stefano Bonaldo e un team di persone che potessero accontentare ogni sua richiesta. Gli altri manager li sta facendo fuori a suon di di provvedimenti disciplinari e carte bollate in tribunale.
L’ultimo è l Segretario Generale Martino Conticelli, che già annuncia battaglia legale e prepara memorie difensive. Prima di lui il direttore Tecnico Nicola Torricella e la precedente Segretario Generale Claudia Marcolin. Se la seconda se n’è andata trovando un nuovo posto di lavoro, Torricella è stato licenziato e ha fatto causa davanti al tribunale del lavoro vincendola e condannando l’autorità portuale a un risarcimento di oltre 300 mila euro che saranno pagati con i soldi dei contribuenti.
Stessa sorte alla responsabile della comunicazione Federica Bosello che accusa il presidente di mobbing e “maltrattamenti” per un provvedimento disciplinare che l’ha portata fino all’esaurimento - dicono nei corridoi dell’ente - per non aver difeso il presidente verso i media. Si vedrà se anche lei intenterà una nuova causa ai vertici dell’adsp.
E di cause Musolino pare non ne vinca una, ha perso anche quella intentata dalla precedente società di consulenza, Community, rappresentata da un vero grande avvocato, Mario Bertolissi, che era stata mandata via con una gara poi dimostratasi farlocca per far posto a dei fedelissimi (Adnkronos) cui ha accordato una serie di contratti sotto soglia in barba alla decisione del giudice del TAR e del Consiglio di Stato che obbligava l’ente a procedere a una nuova regolare gara. Documenti facilmente consultabili sulla sezione trasparenza del sito del porto.
Musolino ha evidentemente fatto tabula rasa di mezzo ente e con lo stesso metodo procede anche verso l’operatività del porto, una scelta quella di portare le carte in tribunale che però non lo premia, ha perso di recente al TAR del Veneto anche contro il concessionario che gestisce il terminal crociere che chiedeva da anni una risposta sugli scavi per risolvere l’annosa questione del nuovo percorso per i giganti de mare.
Il TAR ha obbligato l’ente a realizzare i lavori minacciando addirittura di nominare un commissario ad acta in caso Musolino intendesse ancora tergiversare con i lavori che Venezia Terminal Passeggeri si era offerta di realizzare a sue spese pur di risolvere la questione.
martino conticelli pino musolino
La parola commissariamento è in queste settimane sulla bocca di molti veneziani, e si dice anche dei Ministeri romani che potrebbero essere obbligati a nominare un “tutore” per il porto di Venezia visto che il Comune di Luigi Brugnaro e la Regione di Luca Zaia, che siedono nel Comitato di gestione dell’ente (una sorta di Consiglio di amministrazione), si sono rifiutati di votare il bilancio per una mancata trasparenza dei vertici su un’operazione di finanziamento accordato al terminal traghetti di Fusina.
I due rappresentanti hanno persino fatto un esposto in procura contro l’autorità portuale pur di vederci chiaro. Ora la parola torna al comitato di gestione, convocato per l’8 agosto che dovrà provare ad approvare nuovamente il bilancio (dovevano già farlo entro il 30 giugno), il MIT interpellato da Musolino ha dato assenso al bilancio ma non si è espresso sul terminal di Fusina.
Se il comitato di gestione manterrà le posizioni, il bilancio non sarà approvato e la strada della destituzione del piccolo Napoleone veneziano sembra ormai tracciata. Magari si rifugerà, come il suo più illustre precursore, nell’Isola di Sant’Elena, ma quella dell’arcipelago della ex Serenissima.
claudia marcolin 2PORTO DI VENEZIA 1nicola torricellafederica bosello pino musolino luigi brugnaro porto di veneziapino musolino 1
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