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MILANO - Il Pil pro capite crolla ai minimi da 10 anni (25.256 euro), ma l'effetto più drammatico della crisi è la completa spaccatura del Paese in due tronconi: Nord e Sud. Dall'ombra delle Alpi al mar Ligure la recessione ha avuto effetti ridotti e, anzi, in alcuni casi ha anche permesso di crescere.
Dalle pendici del Vesuvio in giù, invece, la crisi ha mietuto una vittima dopo l'altra. E' quanto ha messo nero su bianco l'Istat nel rapporto "Noi Italia" secondo cui la ricchezza del Nord Ovest (30.821 euro di Pil pro capite) è doppia di quella del Mezzogiorno (16.761).
Il rapporto Istat, però, è ricco di informazioni che aiutano a fotografare la realtà italiana dalla quale - per esempio - emerge una pubblica amministrazione più generosa rispetto alla media europea con una spesa di 13.500 euro l'anno per abitante: meno di Francia, Germania e Regno Unito, ma più della Spagna.
Nel 2014 - anno di riferimento del rapporto - sono calati i consumi elettrici (-3% su anno) e la produzione lorda di energia elettrica (-4,3%) con i primi che sono scesi al valore più basso degli ultimi 12 anni: in entrambi i casi siamo sotto la media europea. Con una quota del 31,3% di consumi da energia rinnovabile l'Italia supera la media Ue (25,4%).
La nota dolente resta sempre il lavoro: gli occupati in età 20-64 anni sono oltre sei su dieci, ma pemane un forte squilibrio di genere a sfavore delle donne (70,6% gli uomini occupati, 50,6% le donne) come il divario territoriale tra centro-nord e mezzogiorno. Nella graduatoria europea, comunque, solo Grecia, Croazia e Spagna hanno tassi d'occupazione inferiori.
Il tasso di disoccupazione è in calo, ma il 58,1% dei senza impiego cerca lavoro da oltre un anno. In questo senso preoccupano gli oltre 2,3 milioni (il 25,7% del totale) giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano.
Sempre sul fronte economico si registra come la quota dei consumi italiani sul Pil si attesti all'80,6% nel 2014, mantenendosi più elevata rispetto alla media dei 28 paesi Ue (77,7%). L'incidenza degli investimenti è poco meno del 17%, ma tra il 2010 e il 2014 la produttività del lavoro italiana è aumentata solamente dello 0,3%, un ritmo decisamente inferiore a quello medio europeo.
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