PIU’ PULITI PIU’ MALATI: ECCO PERCHÉ LA TROPPA IGIENE PUÒ FAVORIRE L’ALZHEIMER

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LM&SDP per "La Stampa.it"

Se da un lato la maggiore igiene di cui beneficiamo nei Paesi industrializzati ha portato a una maggiore salute e una minore diffusione delle malattie, questa sorta di bolla asettica in cui viviamo ha il suo rovescio della medaglia: il rischio maggiore di sviluppare demenza e declino cognitivo che si accompagnano a una malattia devastante come quella di Alzheimer.

Perché il fatto di avere ambienti più puliti, la possibilità di una maggiore igiene personale, dovrebbero far aumentare il rischio di Alzheimer, anzichenò? Secondo uno studio dei ricercatori della Divisione di Antropologia Biologica dell'Università di Cambridge questa maggiore asetticità causa un deficit di efficienza del nostro sistema immunitario, perché siamo in minore contatto con batteri, agenti patogeni, virus e altri microrganismi.

Già precedenti studi avevano suggerito come i bambini che giocano a contatto con la terra o in ambienti non troppo "puliti" sviluppassero meglio il sistema immunitario. Per contro dunque, questo non sporcarsi più non permette il corretto sviluppo del sistema immunitario che sarebbe vulnerabile agli effetti dell'infiammazione collegata alla malattia di Alzheimer.

La dottoressa Molly Fox, insieme a Gates Cambridge Alumna, hanno così scoperto che vi è un rapporto altamente significativo tra la ricchezza di una nazione, l'igiene e l'impatto dell'Alzheimer sulla sua popolazione.

Analizzando i dati raccolti per età, tasso di natalità della popolazione e l'aspettativa di vita, i ricercatori hanno scoperto che i Paesi industrializzati e ad alto reddito, caratterizzati da grandi aree urbane e una migliore igiene, presentano infatti tassi molto più alti Alzheimer.

Quest'ultimo studio, ha spiegato la dottoressa Fox, aggiunge ulteriore peso all'ipotesi dell'igiene in relazione alla malattia di Alzheimer. Secondo questo principio, gli ambienti sanificati nelle nazioni sviluppate hanno come risultato una minore esposizione a una vasta gamma di batteri, virus e altri microrganismi. Il che potrebbe effettivamente causare un ridotto e non sano sviluppo del sistema immunitario, esponendo il cervello all'infiammazione associata con la malattia di Alzheimer.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Evolution, Medicine and Public Health, ha trovato come i Paesi che hanno tassi molto più bassi di malattie infettive, come la Svizzera e l'Islanda, abbiano il 12% di tassi più elevati di Alzheimer rispetto ai Paesi con alti tassi di malattie infettive, come la Cina o il Ghana.

Insomma, un po' più sporchi ma, alla fine, un po' più sani - almeno mentalmente.

 

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