DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Estratto del'articolo di Ernesto Ferrara e Marina De Ghantuz Cubbe per "la Repubblica"
Guerra a key box e pulsantiere per turisti che dilagano nelle città d’arte. Con un alert di sicurezza recapitato a tutte le Prefetture e Questure italiane direttamente dal capo della polizia Vittorio Pisani: la richiesta è di mettere in campo controlli e «verifiche di polizia amministrativa» per impedire il cosiddetto “self check-in”, la pratica degli accessi agli alloggi turistici con un codice, senza che nessuno identifichi l’ospite in presenza. Perché secondo il ministero dell’Interno questo costituisce un rischio per la sicurezza.
matteo piantedosi - foto lapresse
A pochi giorni dalla tragedia del b&b di Napoli ma soprattutto incalzato dai sindaci in allarme e da una protesta contro l’overtourism che sta montando in tutte le grandi città d’arte italiane, il Viminale annuncia con una circolare una stretta destinata ad abbattersi pesantemente sul settore degli affitti brevi turistici, oltre 640 mila in Italia. E non a caso l’associazione di categoria Aigab si rivolta parlando di «discriminazione »: «Va bene eliminare i locker per strada, ma il ministero non è a conoscenza del fatto che i software utilizzati da molti gestori professionali usino tecnologie di riconoscimento degli ospiti con tracciamento biometrico e codici otp analoghe allo Spid, quindi sicurissime».
SABOTAGGIO SMART LOCKER A ROMA
Secondo Aigab peraltro anche molti alberghi usano lo stesso sistema. Per il Ministero il riconoscimento da remoto è illegale: «La gestione automatizzata del check-in e dell’ingresso in struttura, senza identificazione de visu degli ospiti, si configura quale procedura che rischia di disattendere la previsione normativa sulla pubblica sicurezza» e pertanto «i gestori di strutture ricettive di ogni genere sono tenuti a verificare l’identità» di persona di chi pernotta e poi a mandare i documenti in questura.
matteo piantedosi - foto lapresse
L’obiettivo, «alla luce della difficile situazione internazionale» e «alla vigilia del Giubileo» che porterà 35 milioni di turisti in Italia è «prevenire rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica in relazione all’eventuale alloggiamento di persone pericolose e legate ad organizzazioni criminali o terroristiche » non identificate, avverte un avviso del Viminale firmato da Pisani del 18 novembre.
Ed è lo stesso ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a rivendicare ieri da Venezia: «Il modello delle key box è da superare perché è molto critico. Siamo partiti con questa direttiva e intendiamo poi rafforzare anche i controlli ». Tema non banale: la circolare in fondo non vieta le key box in sè ma l’uso sbagliato che ne fanno i proprietari. E per pizzicare i furbetti occorre un presidio capillare per cui le polizie municipali non bastano.
[…] Mentre le città si preparano a una stretta invocata ma di difficile applicazione: chi controllerà?
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