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MARCO BARDESONO per Libero Quotidiano
A più di due mesi dal crollo del ponte Morandi, il decreto che di Genova porta il nome, ma che racchiude anche altre emergenze, rallenta la sua marcia verso il varo definitivo. Il parziale parere favorevole della commissione Bilancio, che dovrà ancora spulciare le spese previste per sfollati, imprese e lavoratori e verificarne le coperture, ha consentito l' invio del provvedimento in Aula dove lo attendono oltre 350 emendamenti presentati da Pd, Forza Italia, LeU. E se a Roma si discute, a "Sagunto", seppellite le vittime del crollo del viadotto, si fa altrettanto.
Ma all' ordine del giorno non c' è la ricostruzione del ponte, ma un' emergenza molto diversa, quella relativa all' urina dei cani dei genovesi. Sembra incredibile, ma è così. Se è vero che il Comune e Amiu (la municipalizzata incaricata della raccolta dei rifiuti) hanno appena concluso uno studio sulla quantità di pipì rilasciata giornalmente dai cani lungo le strade della città, altrettanto autentica appare la preoccupazione del primo cittadino e commissario straordinario, Marco Bucci, riguardo agli ettolitri di urina che sono stati calcolati.
giovanni toti marco bucci ponte morandi
«Immaginatevi delle autobotti parcheggiate lungo tutto viale Brigate Partigiane», ha detto Bucci alla tv locale genovese Telenord. «Quella è la quantità di urina che ogni giorno va sulle strade genovesi». Benché fuori tema rispetto alle emergenze vere della città, i numeri appaiono spropositati: ogni giorno verrebbero versati per le strade 50mila litri di urina di cane, l' equivalente di 50 tonnellate, oppure di 25 autobotti. Insomma, prima del Morandi, la città già doveva far fronte a gravi problemi (studio e mappatura sono cominciati nel 2016) e i dati circolati in questi giorni, sembrano quantomeno distrarre gli amministratori dalla tragedia dello scorso 14 agosto e dalle priorità più evidenti. Si cercano risposte, che si spera giungano a ponte già ricostruito: «Le aree di sgambatura per gli animali domestici sono un' ottima idea - insiste il Comune -. Nel quartiere Acquasola ce n' è una. Ma dobbiamo averne molte di più. Il problema non l' abbiamo ancora affrontato come dovremmo».
Come del resto a Roma, in Parlamento, dove i provvedimenti d' emergenza non vengono considerati con doverosa urgenza. Ieri pomeriggio, intanto, a Montecitorio è finalmente approdato il provvedimento.
La seduta era cominciata alle 10.30, ma era stata aggiornata per l' assenza del parere della commissione Bilancio. Poi, intorno alle 14 è arrivato il giudizio che è favorevole con «condizioni volte a garantire il rispetto dell' articolo 81 della Costituzione», cioè l' equilibrio di bilancio e le coperture, ancora tutte da dimostrare. L' aula della Camera sarà chiamata a votare sulle modifiche al testo e ciò dovrebbe accadere mercoledì prossimo. Se il tempo non bastasse, la presidenza di Montecitorio sarà costretta a calendarizzare sedute notturne ad oltranza. Ma la spada di Damocle relativa alle coperture, continua a pendere minacciosa.
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