LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Giuseppe D'Amato per “il Messaggero”
Ad Aleksej Navalnyj ora il premio Sakharov 2021 del Parlamento europeo; dodici giorni fa al giornalista di opposizione, Dmitrij Muratov, il primo Nobel per la pace. L'Occidente pare aver decisamente mutato rotta nei suoi legami con la Russia di Vladimir Putin.
Se negli anni passati, dopo lo scoppio della crisi ucraina nel 2014, si è tentato di evitare qualsiasi tipo di confronto o scontro col Cremlino adesso a Bruxelles, a Washington e a Oslo si è passati al contrattacco.
LE MINACCE
Nel mezzo di questi 12 complicati giorni otto diplomatici russi sono stati cacciati dalla Nato e, per risposta, Mosca ha chiuso o fatto chiudere le rispettive missioni di rappresentanza, mentre sono volate tra le leadership accuse di uso delle materie prime (leggasi gas) come arma geopolitica. Il barometro dei rapporti tra Occidente e Russia è, in sintesi, fermo sulla voce buriana.
LIBERTÀ DI PENSIERO
Come era nelle attese della vigilia, Aleksej Navalnyj, acerrimo oppositore del presidente russo, si è così aggiudicato la più alta onorificenza Ue in campo della difesa dei diritti dell'uomo, precedendo le donne afghane anti-talebane e Jeanine Anez, ex capo di Stato della Bolivia, adesso in carcere con l'accusa di aver organizzato un golpe nel 2019.
Questo premio, dedicato al dissidente sovietico, il fisico russo Sakharov, rappresenta dal 1988 il più importante riconoscimento continentale per chi lotta per la libertà di pensiero e di espressione.
Attualmente Navalnyj, uno dei punti di riferimento delle composite opposizioni russe, sta scontando una condanna a due anni e mezzo di reclusione per aver violato la libertà vigilata, concessagli nel 2014, mentre si trovava l'anno scorso in Germania per curarsi da un avvelenamento con un agente nervino.
Per la sua liberazione, nei mesi scorsi, accorati appelli sono stati lanciati da vari capi di Stato occidentali, tra i quali il presidente Usa, Joe Biden, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel. La Corte di Strasburgo ha definito la sentenza di reclusione contro il dissidente russo «sproporzionata».
VITTORIA DELLA VERITÁ
«È la vittoria della verità», hanno commentato numerosi simpatizzanti e dirigenti del movimento che fa capo a Navalnyj, molti dei quali riparati all'estero. «Il premio Sakharov è un riconoscimento a tutti voi, a tutte le persone che non sono indifferenti, a quanti anche nei tempi più cupi non sono impauriti nel dire la verità», ha scritto FBK, la Fondazione anti-corruzione, facente capo all'oppositore anti-Cremlino, che negli anni passati ha condotto inchieste e pubblicato video contro le élite federali e quelle regionali.
alexei navalny e la moglie yulia
Di recente il movimento vicino a Navalnyj ha ricevuto la definizione giuridica di estremista e i suoi membri, passati e presenti, non hanno così potuto candidarsi alle ultime legislative, tenutesi il 18 settembre. La ricerca voto intelligente, proposto agli elettori dal dissidente contro il partito del Cremlino, è stato bloccato in Russia il mese scorso su Internet.
CONSEGNATO ALLA MOGLIE
Aleksej Navalnyj era uno dei candidati anche al premio Nobel per la pace, assegnato invece a sorpresa da Oslo al direttore del foglio di opposizione Novaja Gazeta, Dmitrij Muratov. Probabilmente, in dicembre, sarà la moglie del dissidente incarcerato a ritirare a Strasburgo l'alta onorificenza continentale.
L'anno scorso il premio Sakharov era stato assegnato all'opposizione bielorussa, scesa in strada a protestare contro i brogli alle presidenziali di agosto, e nel 2018 al regista ucraino Oleg Sentsov, condannato da un tribunale russo a 20 anni di reclusione per terrorismo, ma poi liberato l'anno successivo nel corso di uno scambio di prigionieri.
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