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PREPARATE LE SUPPOSTE: È IN ARRIVO L’INFLUENZA - SONO 16 MILIONI, SECONDO LE STIME DEGLI INFETTIVOLOGI, I CONTAGI ATTESI IN ITALIA A CAUSA DEI VIRUS RESPIRATORI, MENTRE I CASI DI COVID SONO IN AUMENTO GIÀ DA ALCUNE SETTIMANE: QUANTO BASTA PER CREARE UNA SITUAZIONE ESPLOSIVA CHE POTREBBE METTERE A RISCHIO GLI OSPEDALI - PREGLIASCO: “PREVEDIAMO UN IMPATTO SUL 15-25% DELLA POPOLAZIONE. LA STAGIONE POTREBBE ESSERE INTENSA, CON UN AUMENTO DEI CASI DA METÀ OTTOBRE. LA VACCINAZIONE RESTA LA MISURA PIÙ EFFICACE PER PROTEGGERSI…”
(di Manuela Correra) (ANSA) - A pochi giorni dall'inizio della campagna vaccinale contro l'influenza stagionale 2025-26, che prenderà il via dai primi di ottobre, gli esperti rinnovano l'invito ad immunizzarsi soprattutto alle categorie a rischio a fronte di un autunno-inverno che si preannuncia particolarmente 'pesante': sono infatti 16 milioni, secondo le ultime stime degli infettivologi, i contagi attesi in Italia a causa dei virus respiratori, mentre le infezioni da virus SarsCoV2 sono in aumento già da alcune settimane.
Quanto basta, considerando anche gli altri virus respiratori che saranno in circolazione, a creare una 'condizione esplosiva' che potrebbe mettere a dura prova i servizi ospedalieri.
"Dopo due stagioni da record - spiega Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva Università di Milano - anche quest'anno ci aspettiamo una circolazione sostenuta di virus influenzali e 'cugini' come Rhinovirus, SarsCoV2 e il virus respiratorio sinciziale, con un impatto che potrebbe coinvolgere il 15-25% della popolazione, fino a interessare, potenzialmente, circa 16 milioni di italiani.
I segnali che arrivano dall'emisfero australe ci invitano a non abbassare la guardia: la stagione potrebbe essere intensa, con un aumento dei casi da metà ottobre e un picco invernale.La pressione sui servizi sanitari resta un rischio concreto, soprattutto per le fasce più fragili". Da qui l'importanza della vaccinazione: negli studi dei medici di famiglia si attendono i vaccini per influenza e Covid che, afferma il segretario della Federazione dei medici di Medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, "dovrebbero, si auspica, essere disponibili a giorni", ricordando la possibilità della somministrazione contemporanea.
Proprio i casi di Covid sono infatti in crescita: secondo l'ultimo bollettino del ministero della Salute (settimana 11-17 settembre), i contagi sono arrivati a 3.692, in aumento rispetto ai 2.824 della settimana precedente, ed i deceduti sono stati 21 contro gli 11 della settimana prima.Quanto alla vaccinazione, il ministero ha emanato nei giorni scorsi una circolare in cui si comunica l'aggiornamento dei vaccini anti-Covid alla variante LP.8.1 del SarsCoV2 e si prevede un richiamo annuale per una serie di categorie, tra cui persone dai 60 anni in su e soggetti fragili.
In generale, sottolinea Pregliasco, "la vaccinazione resta la misura più efficace per proteggere sé stessi e i propri cari, soprattutto i più fragili: non garantisce l'assenza totale dei sintomi, ma riduce il rischio di complicanze gravi". Lo scoglio da superare resta però principalmente la diffidenza che ancora resiste in fasce della popolazione: secondo una nuova indagine di Human Highway per Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione), presentata oggi a Milano, il 59% degli italiani riconosce la vaccinazione come strumento fondamentale di protezione, ma solo il 36,6% dichiara di volerla fare nella prossima stagione e la propensione è più alta tra gli over 65 (57%).
Tuttavia, emerge dall'indagine, gli italiani affrontano influenza e altri virus con sempre maggiore consapevolezza e l'81,8% richiama la necessità di un uso responsabile dei farmaci di automedicazione, accompagnato da corrette informazioni.Ed aumenta, rispetto a cinque anni fa, la quota di chi sceglie di curarsi con farmaci da banco pari a quasi il 20% dei rispondenti, contro il 14,6% del 2020.Ed ancora: il medico curante resta il punto di riferimento per il 64,6%, ed il farmacista lo è nel 23,5% dei casi.
Una nota dolente è l'utilizzo di antibiotici che, seppure in calo, resta diffuso soprattutto tra i giovani (18-24 anni 30,9%) e gli uomini (18,8% contro 11,9% donne). "Vanno assunti solo in caso di complicanze batteriche a fronte di una prescrizione medica.L'utilizzo inappropriato - ricorda Pregliasco - favorisce l'antibiotico-resistenza e non aiuta contro i virus". Infine, faro sulle fake news: secondo l'indagine, 8 italiani su 10 temono che fake e disinformazione possano influenzare negativamente i comportamenti in tema di salute ma meno del 30% sa dove cercare informazioni attendibili.
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