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Cristiana Mangani per “il Messaggero”
Tornano in libertà circa 20 mila civili siriani, in larga parte donne e bambini, ma insieme con loro usciranno dal famigerato campo profughi di al Hol, nella Siria nord-orientale, più di 10 mila miliziani siriani di medio e basso rango dello stesso Stato islamico. È il risultato di una «amnistia generale» annunciata ieri dalle autorità curdo-siriane, che gestiscono il campo e che traducono così in fatti i ripetuti avvertimenti inviati agli Stati Uniti e ai paesi della Coalizione internazionale di non potersi fare carico da sole, del fardello delle decine di migliaia di jihadisti e dei loro familiari, catturati negli anni scorsi durante la campagna militare anti-Isis sulla sponda est dell' Eufrate.
L' annuncio segue quello di una settimana fa, sempre da parte delle autorità curdo-siriane che controllano tutta la regione nord-orientale del paese, di essere pronte a liberare circa 25 mila civili, in larga parte donne e bambini, dal famigerato campo profughi di al Hol, al confine con l' Iraq.
Il campo, costruito nel 1991, contiene più di 60 mila persone, metà delle quali di nazionalità irachena e circa 10 mila di altre nazionalità tra cui occidentali, ed è descritto come un luogo dove l' Isis continua a fare proseliti. Le autorità curde avevano detto la settimana scorsa che il via libera ai civili siriani non avrebbe contemplato i tagliagole islamici. Ma la decisione dà il segno della fretta che le autorità curde hanno di allentare le forti pressioni locali, esercitate per lo più dalle comunità arabo-siriane delle regioni di Raqqa e Dayr az Zor, a cui appartengono gli ex miliziani e le loro famiglie. E comunque una simile iniziativa non può che generare preoccupazione nell' Occidente e negli Usa, per eventuali e rischiosi ritorni di fiamma.
«Numerosi detenuti nel nord e nord-est della Siria saranno rilasciati o le loro pene saranno ridotte in forza di un' amnistia generale», hanno dichiarato le autorità curde di Siria. Hanno detto anche che nelle loro carceri ci sono al momento 19 mila detenuti, in larga parte ex membri dell' Isis. Di questi 12 mila sono siriani, 5 mila iracheni e altri duemila di 55 diverse nazionalità. Soltanto i 12 mila siriani beneficeranno dell' amnistia.
LE ECCEZIONI
Il provvedimento che porterà alla liberazione «prevede delle eccezioni per assicurare il rispetto della sicurezza nella regione e garantire il diritto delle vittime di ricevere giustizia». Questo in riferimento ai timori, espressi dentro e fuori la Siria, che il ritorno in libertà di decine di migliaia tra combattenti Isis e loro familiari possa alterare in maniera determinante i già precari equilibri dell' area.
Il comunicato delle autorità curde lascia però spazio a interpretazioni su chi potrà beneficiare dell' amnistia. Si dice che saranno rilasciati «membri dell' Isis di medio e basso rango, se hanno ottenuto meriti di buona condotta». Una definizione per alcuni troppo ambigua. In maniera altrettanto poco chiara si afferma che sono esclusi dall' amnistia i colpevoli di «spionaggio», «tradimento», «crimine d' onore», «traffico di droga», «dirigenti di organizzazioni terroristiche» come l' Isis.
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