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Andrea Brasanti per la Stampa.it
La battaglia per il trasporto del futuro non si combatte soltanto per strada, ma anche nei cieli, come dimostrano i sempre più numerosi progetti e prototipi con cui aziende e start-up provano a conquistarli. L’ultima ad avere un’intuizione che potrebbe rivelarsi azzeccata è stata la Workhorse, compagnia di Loveland, in Ohio, specializzata nella costruzione di mezzi di trasporto commerciali a basso impatto ambientale. Recentemente l’azienda ha deciso di mettersi alla prova anche per quanto riguarda il trasporto di persone, mettendo a punto il SureFly, un gigantesco “ottottero”, che altro non è se non un drone formato elicottero, come confermato da Stephen Burns, fondatore di Workhorse.
SureFly, presentato al Paris Air Show qualche settimana fa, è stato testato proprio all’aeroporto della Ville Lumiére: in grado di trasportare due persone, è una versione molto più grande del tradizionale Uav (aereo a pilotaggio remoto), con 8 motori elettrici a elica disposti a coppie su ciascuno dei quattro bracci e un motore a pistone a benzina che alimenta i due generatori che forniscono la potenza necessaria per il decollo.
Circa 4.000 piedi l’altezza massima (1.200 metri) che il gigantesco drone può raggiungere, mentre la velocità massima è fissata a poco più di 110 km/h, gli stessi che può percorrere con il pieno all’unico serbatoio. Il carico massimo è di 400 kg, caratteristica che, nelle idee dei creatori, lo rende adatto non soltanto al trasporto di un pilota e di un passeggero, ma anche al trasporto merci: “Pensiamo che potrebbe essere utile per gli agricoltori e i contadini che hanno bisogno di spostare carichi pesanti su distanze non eccessive - ha spiegato Burns alla Reuters -. Ma potrebbe essere utilizzato anche dalle forze militari o come veicolo per i primi interventi in casi di emergenza”.
Oppure, semplicemente, potrebbe venire utilizzato per spostarsi evitando il traffico, come mezzo privato o come “taxi aereo”. Ovviamente previo ottenimento dell’autorizzazione da parte della Federal Aviation Administration (Faa), che nelle speranza d Burns, al termine dei test, dovrebbe consegnare allo SureFly un certificato come aeromobili leggeri, che possono essere usati con 20 ore di allenamento: “Se una persona può far volare un drone, allora può far volare anche il nostro mezzo”, ha concluso Burns.
Ulteriore dettaglio sottolineato durante la presentazione, l’attenzione alla sicurezza (da qui il nome: SureFly): gli ingegneri di Workhorse hanno previsto la presenza di una batteria di emergenza al litio che entra in funzione in caso di malfunzionamento o guasto dei generatori e dei motori, e un paracadute balistico come “extrema ratio”.
In attesa di scoprire il verdetto della Faa, l’azienda ha già snocciolato i dati più importanti: se tutto andrà come deve, SureFly sarà sul mercato nel 2019, al competitivo prezzo di 200 mila dollari.
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