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Carlo Macrì per https://www.corriere.it - Estratti
È la trama di una spy story reale quella consumata dentro il Liceo scientifico Galileo Galilei di Lamezia Terme giudicato, nel 2023, il migliore istituto della regione Calabria, secondo un'indagine di Eduscopio.
liceo galilei di lamezia terme
A conclusione di una inchiesta condotta dalla polizia di Stato, guidata Antonio Turi sono emerse una serie di reati, tra i quali l'accesso abusivo al registro scolastico elettronico, commessi - secondo l'accusa - dalla dirigente dell'istituto, Teresa Antonietta Goffredo, 58 anni e da altri otto insegnanti, indagati anche per falso materiale e ideologico e maltrattamenti.
In questo spionaggio didattico, non poteva mancare la mano esperta di un detective-spia, in questo caso un maresciallo della Finanza, Renato Molinaro, responsabile della sezione di polizia giudiziaria della procura di Lamezia Terme che ha avuto il compito di entrare, con il proprio account, nel sistema informatico della procura lametina per informarsi e riferire a una docente dell'istituto Maria Piera Adamo e al marito Carlo Luigi Isabella (anche lui indagato), su tre procedimenti penali su cui stava lavorando la procura di Lamezia, uno dei quali interessava alla coppia.
I professori indagati in questa vicenda sono: Maria Rosaria Rocca, Giovan Battista Chirillo, Anna Rosa, Pasqualina Bagnato, Maria Piera Adamo, Marietta Paola Veltri e Giuseppina Sandra Anania. L'inchiesta ha accertato che la dirigente avrebbe utilizzato il registro elettronico per cambiare voti agli alunni e per modificare giudizi. L'avrebbe fatto per sette volte, dal 28 gennaio al 13 giugno 2023, alzando o abbassando i voti, trasformando magari un nove in otto o aumentando un sette con un otto, in materie quali Storia dell'Arte, Latino, Scienze naturali e Scienze motorie e sportive. Il motivo? Avere l'ultima parola, imponendo il suo metodo e le sue visioni e le sue preferenze, anche imponendosi sui professori.
liceo galilei di lamezia terme
Gli altri insegnanti, invece, si sarebbero inseriti nel sistema informatico per «alterare» le ore di attività per «sanare» possibili disfunzioni che gli avrebbero potuto provocare un procedimento giudiziario per truffa ai danni dello Stato. Adamo e Anania avrebbero inoltre formato falsi fogli di presenza degli alunni alle attività extracurriculari per le quali i docenti percepivano un compenso supplementare.
Nella scuola «modello», però, accadevano anche episodi di maltrattamenti. Era la preside ad assumere «condotte e provvedimenti persecutori, integranti mobbing sul posto di lavoro a danno specifico dei docenti da lei stessa definiti "dissidenti"». Si respirava un'aria pesante e il clima era di «sottomissione» generale del personale docente» - scrive il pubblico ministero Domenico Assumma-, titolare dell'indagine
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