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POLVERE PIPPIAMO E POLVERE RITORNEREMO - PRESO IL MANDANTE CHE AVEVA ASSOLDATO DUE 14ENNI PER UCCIDERE UN PUSHER A MONZA - GIOVANNI GAMBINO È RITENUTO IL "CONCORRENTE MORALE, ISTIGATORE E AGEVOLATORE’’ DEL DELITTO" -  ERA IN DEBITO CON LA VITTIMA DI POCHE CENTINAIA DI EURO PER L'ACQUISTO DI DROGA E AVREBBE SPINTO I DUE RAGAZZINI AD AGGREDIRE LO SPACCIATORE, PROMETTENDO UN MIGLIAIO DI EURO A LAVORO FINITO...

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CRISTIAN SEBASTIANO

Greta Posca per “Leggo”

 

A 14 e 15 anni lo avevano ucciso a coltellate sotto i portici delle case popolari di via Fiume, a Monza, in una fredda giornata di novembre. E poi si erano giustificati con le forze dell'ordine dicendo che era una vendetta perché, a causa sua, erano entrati nel mondo della dipendenza da droga.

 

Ma dopo cinque mesi i carabinieri del nucleo investigativo di Monza hanno riannodato tutti i fili che da quei due baby killer conducevano fino al mandante dell'omicidio. E hanno capito da dove arrivasse la furia omicida di due incensurati che hanno accoltellato Cristian Sebastiano, 42 anni.

I RAGAZZINI AUTORI DEL DELITTO

 

Le indagini, coordinate dal pm di Monza Sara Mantovani sono andate avanti con pazienza per chiarire il movente, che sin dall'inizio non aveva convinto gli inquirenti.

 

I sospetti hanno trovato conferma ieri, quando è stato arrestato Giovanni Gambino, 43 anni: vive nel quartiere San Rocco di Monza, lo stesso dei due giovani e della vittima, e dovrà rispondere di concorso in omicidio volontario e concorso in rapina. L'uomo avrebbe promesso ai due ragazzini un pagamento di un migliaio di euro a testa.

INDAGINI SUL LUOGO DEL DELITTO

 

Il carcere arriva dopo i racconti di diverse famiglie del quartiere, convocate nei mesi scorsi in caserma e in Procura che hanno permesso di ricostruire le fasi del delitto. Astio e debiti di droga avrebbero creato le condizioni per l'uccisione di Sebastiano, una vita a lottare contro la tossicodipendenza, e già noto alla giustizia per spaccio.

 

Secondo quanto emerso dalle indagini Gambino è ritenuto dagli inquirenti il presunto «concorrente morale, istigatore e agevolatore» del delitto. Lui, come i due minori, era in debito con la vittima per l'acquisto di stupefacenti per qualche centinaio di euro e «avrebbe cavalcato l'onda emotiva» dei due ragazzini, spingendoli ad aggredire Sebastiano, con la presunta promessa di un migliaio di euro a testa.

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