RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Laura Avalle per “Libero quotidiano”
Correva l' anno 1970 quando Adriano Celentano cantava: Chi non lavora non fa l' amore e la scienza oggi gli dà ragione. Da una ricerca condotta su maschi adulti di Italia, Spagna, Francia, Inghilterra e Germania, è emerso infatti che chi sta a casa dal lavoro, o lavora senza impegno, a letto soffre anche di impotenza sessuale. Lo studio evidenzia che gli impotenti hanno un tasso di assenteismo del 29%, mentre l' assenteismo di chi è sessualmente attivo non supera il 18%.
«È vero», conferma Emmanuele A. Jannini, andrologo e professore ordinario di sessuologia medica all' Università di Roma Tor Vergata: «gli uomini che soffrono di disfunzione erettile mostrano a livello lavorativo una minore produttività rispetto agli uomini senza questo problema. Per questo studio è stato utilizzato il Work Productivity and Activity Impairment Questionnaire (WPAI), uno strumento validato grazie al quale adesso abbiamo uno spaccato sociale di questa condizione così diffusa». Più sei forte in amore dunque, più lavori. Ma qual è la spiegazione?
«L' insufficienza sessuale provoca un' eco nell' attività quotidiana. È una forma di stress che agisce scavando nel paziente, distruggendo o rallentando le sue capacità di relazionarsi a tutti i livelli», risponde il professore. «C' è poi un altro aspetto importante, ovvero la frustrazione», aggiunge, «che si riflette sull' attività lavorativa generando una caduta di stima. Cioè: «Io non sono bravo a letto, quindi non sono bravo come uomo, quindi non sono bravo nemmeno nel mio lavoro».
Dal punto di vista medico succede proprio questo. Quando usiamo dei farmaci efficaci, infatti, sto pensando ad esempio al ticket love che è un po' l' ultima moda dei medicinali per la disfunzione erettile, vediamo un miglioramento di tutta la sfera generale, ma nello specifico sulla capacità lavorativa, perché il soggetto recupera l' autostima. E tutti sappiamo che l' autostima è fondamentale per la produttività».
E poi c' è il fattore crisi, dal momento che le difficoltà economiche e lavorative producono ansia, depressione e disagio sessuale, come spiega il noto andrologo. «Nel frattempo in mezzo c' è la perdita della dignità lavorativa». Il consiglio, ovviamente, è quello di non prendere sotto gamba la cosa, ma di consultare al più presto il proprio medico andrologo per ricevere la corretta diagnosi e il giusto aiuto, anche farmacologico. Con una particolare attenzione anche ai costi della terapia.
«Per ulteriori informazioni», conclude Jannini, «vi invito a visitare il sito web della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (Siams), che è siams.info, dove è possibile consultare l' elenco dei centri pubblici che hanno ricevuto il certificato di eccellenza, sparsi in tutta Italia, insieme all' elenco degli andrologi e dei medici della sessualità della propria regione».
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