roberto speranza

“SPERANZA NON HA RACCONTATO COSE VERITIERE” - LA PROCURA DI BERGAMO ACCUSA IL MINISTRO DELLA SALUTE SULLA MANCATA ISTITUZIONE DELLA ZONA ROSSA IN LOMBARDIA NELLA PRIMISSIMA FASE DELLA PANDEMIA - LA DISCREPANZA PIÙ EVIDENTE PER I PM RIGUARDA L’ORMAI FAMOSO REPORT DELL’OMS CONTRO IL NOSTRO GOVERNO. SPERANZA AVEVA DETTO DI NON AVERNE CHIESTO LA MODIFICA O LA DISTRUZIONE, MA “REPORT” HA DIMOSTRATO L’ESATTO OPPOSTO - IL GIALLO DEL “PIANO PANDEMICO” MAI AGGIORNATO DAL 2006

Lorenzo Mottola per "Libero quotidiano"

 

ROBERTO SPERANZA

«Il ministro Speranza non ha raccontato cose veritiere, anche questo dovremo valutare». Non capita spesso che un magistrato a indagine in corso rivolga considerazioni di questo genere nei confronti di presunti inquisiti. E la cosa fa particolarmente effetto se l'inquisito in questione è al governo.

 

Il pm si chiama Antonio Chiappani, è procuratore a Bergamo e fa parte della squadra che ormai da mesi scava per individuare eventuali responsabilità nello tsunami sanitario che ha colpito le valli lombarde nelle primissime fasi della pandemia.

 

giuseppe conte roberto speranza

Per chi si fosse perso qualche puntata, parliamo delle investigazioni che la gran parte dei quotidiani avevano salutato come il giusto castigo nei confronti della giunta di Attilio Fontana, su cui all'epoca piovevano accuse di ogni genere. Approfondendo quanto successo, tuttavia, gli inquirenti sono finiti su strade completamente diverse da quelle previste, quelle che fatalmente portano a Roma.

ANTONIO CHIAPPANI

 

A rischiare il processo, oltre a una lunga serie di funzionari e tecnici, ci sono Giuseppe Conte e Speranza, il quale è già stato sentito due volte. E sulle sue dichiarazioni pesano dubbi.

 

La discrepanza più evidente, come riporta il Domani, riguarda un report dell'Oms che conteneva una serie di giudizi pesantissimi nei confronti del nostro governo riguardo alla gestione dell'emergenza («caotica, improvvisata e creativa»).

 

pierpaolo sileri giuseppe conte roberto speranza sandra zampa

Un documento del quale Speranza anche di fronte al Senato aveva detto di non aver mai chiesto la distruzione o comunque la modifica. In realtà, delle intercettazioni pubblicate da Report hanno dimostrato l'esatto opposto: Speranza si è lamentato («sarebbe un incidente diplomatico») e le carte sono poi state fatte sparire.

 

Un caso? Altro punto nodale è il famoso "piano pandemico", che il governo sarebbe stato tenuto ad aggiornare periodicamente ma che nessuno curava dal 2006. Speranza e i tecnici del Cts hanno successivamente spiegato che si trattava di un non-problema, in quanto qualsiasi miglioria si sarebbe rivelata inutile per affrontare quello che è successo.

report la mail di hans kluge

 

Peccato che poi sia arrivata la pubblicazione dei verbali "segreti" delle riunioni dello stesso Cts, che oltre a rilevare la totale sottovalutazione del problema (a metà febbraio 2020 i nostri scienziati sentenziavano che «il virus non gira in Europa», salutavano la spedizione di mascherine in Cina) hanno dimostrato che al ministero si erano posti eccome il problema.

 

il servizio di report su ranieri guerra 6

Alla fine, tuttavia, non se ne era fatto nulla. Il viceministro Pier Paolo Sileri ha poi rivelato: «Continuavano a dirmi che il piano pandemico era stato aggiornato. C'è voluta la procura di Bergamo per confermare che il piano era quello del 2006 e garantisco che nonostante una mail ricevuta il 15 di aprile del 2020, nella quale si diceva che era stato aggiornato al 2008-2009, ci sono stati soggetti all'interno di questo ministero che erano convinti che il piano era stato aggiornato».

ROBERTO SPERANZA

 

Come spiegato dalla procuratrice Maria Cristina Rota «all'inizio l'inchiesta era circoscritta alla mancata chiusura dell'ospedale di Alzano Lombardo», dopodiché «si è ampliata» e oltre al piano pandemico ha raggiunto la mancata istituzione della zona rossa di Alzano e Nembro.

 

Il governo a più riprese ha lasciato intendere che dalla Regione non era arrivata alcuna richiesta formale. Il che è vero, ma resta che Speranza nel corso delle riunioni si era impegnato a chiudere tutto, come già fatto a Codogno. Era tutto concordato, le forze dell'ordine erano già state allertate ed erano pronte a presidiare l'area. In seguito è stato addirittura pubblicato il decreto per la zona rossa, dove figura la firma di Roberto Speranza, ma non quella di Conte.

MARIA CRISTINA ROTA

 

Proprio il premier, infatti, decise di fermare tutto. Cosa che successivamente ha dovuto ammettere anche di fronte ai pm, spiegando che si trattò di una decisione politica. Resta che anche su questo punto Speranza potrebbe aver delle cose da chiarire. La storia dell'inizio dell'epidemia in Italia è ancora oggi molto poco chiara. E questo vale soprattutto per per quanto riguarda il ruolo di Regione Lombardia.

 

«Sta emergendo un quadro agghiacciante», dice oggi l'ex assessore Giulio Gallera, «siamo stati vittime di una campagna mediatica evidentemente diretta dall'alto». I magistrati di Bergamo dovrebbero chiudere l'inchiesta entro fine gennaio, si parla anche di colpi di scena per quanto riguarda gli avvisi di garanzia. Il termine per le indagini era stato fissato a giugno, ma i magistrati avevano ottenuto dal Gip una proroga per continuare a raccogliere materiale.

 

roberto speranza al senato durante il voto sulla mozione di sfiducia

 Anche per valutare le dichiarazioni di Speranza. Il pm Chiappani, tuttavia, ha chiarito: «Allo stato attuale, non è ipotizzabile alcuna specifica contestazione». In altri termine, non il ministro non rischia di essere incriminato per falsa testimonianza. Spiega ancora il magistrato, «Sono in corso ovviamente i doverosi approfondimenti e le valutazioni sulle dichiarazioni rese in atti da tutti i soggetti sentiti quali persone informate e sul materiale acquisito». A parlare, tra poche settimane, saranno le carte.

ROBERTO SPERANZAdocumento dell oms approvato le mail di ranieri guerra nel 2017 sul piano pandemico roberto speranza foto di bacco (8)