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LO “SCARPARO” A PALLINI RISCHIA DI ESSERE IMPALLINATO – LA PROCURA DI MILANO CHIEDE DI DISPORRE L'AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA NEI CONFRONTI DI TOD’S SPA – L’AZIENDA DI DIEGO DELLA VALLE (NON INDAGATA) AVREBBE AGEVOLATO COLPOSAMENTE UN “PESANTE SFRUTTAMENTO LAVORATIVO” NELLA PROPRIA FILIERA PRODUTTIVA – LA RICHIESTA DEL PM E' LEGATA ALLE INCHIESTE SULLE CONDIZIONI LAVORATIVE DEGLI OPERAI NEGLI OPIFICI CINESI DEL MILANESE, CHE REALIZZANO PER POCHI EURO CAPI DI ABBIGLIAMENTO E ACCESSORI RIVENDUTI POI DALLE AZIENDE DI LUSSO A PREZZI CARISSIMI…
Estratto dell’articolo di Rosario Di Raimondo per https://milano.repubblica.it/
DIEGO E ANDREA DELLA VALLE - TODS
La procura di Milano, con il pm Paolo Storari, ha chiesto di disporre l'amministrazione giudiziaria nei confronti di Tod's Spa, colosso del lusso di calzature, pelletteria e abbigliamento guidato da Diego e Andrea Della Valle.
L'accusa: aver agevolato colposamente un "pesante sfruttamento lavorativo" nella propria filiera produttiva. Lo si evince da un ricorso in Cassazione di 94 pagine presentato dalla procura di Milano. La società non è indagata.
La mossa del pm Storari s’inserisce nel contesto delle inchieste sullo sfruttamento degli operai negli opifici cinesi nel Milanese, con un meccanismo che più volte è stato descritto: la grande maison si rivolge a un’azienda appaltatrice per realizzare i capi, la quale a sua volta esternalizza ai laboratori cinesi, che “riescono ad abbattere i costi grazie all’impiego di manodopera irregolare e clandestina”.
Opifici cinesi in provincia di milano dove si realizzano capi di alta moda
“Il brand di moda”, in questo caso Tod’s, scrive la procura, si avvale così di soggetti “che sono dediti a un pesante sfruttamento lavorativo”. Nell’autunno 2024 i carabinieri eseguono controlli in più capannoni nel Milanese dove si produce per Tod’s. Vengono scoperte diverse violazioni: dalla mancanza di visite mediche per i lavoratori all’assenza di dispositivi per la sicurezza.
[...] I controlli accendono la luce anche su un’altra ditta, la “Ritaglio magico” di Varese, “che appare come la capofila della filiera tra Tod’s e gli opifici cinesi”.
Le ipotesi di caporalato riguardano l’assunzione di operai non in regola. Senza contare che sarte e sarti erano sottoposti “a condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno”.
Turni lunghissimi, soprattutto di notte e nei giorni festivi, Natale compreso. Paghe basse: 2,75 euro l’ora. “Condizioni alloggiative degradanti”. Impianti di videosorveglianza. Una “condizione di para schiavitù”. E appare quindi “patologico il continuo mantenimento di un numero basso di lavoratori assunti, che alla luce di quanto accertato vengono sostituiti con quelli in nero” o non in regola col permesso di soggiorno. Da qui l’accusa a Tod’s, “che omette qualsiasi controllo sulla catena produttiva”.
Le “dinamiche” scoperte dagli inquirenti “hanno trovato pieno riscontro anche per la produzione in serie di abbigliamento, tomaie in pelle e cuoio e parti di calzature a marchio Tod’s”. E “da queste dinamiche produttive a bassissimo costo, la società ha degli indubbi vantaggi economici che si traducono nella messa in commercio di quei prodotti realizzati in regime di sfruttamento”. Nelle carte c’è un’immagine eloquente: una “tomaia in produzione” in una ditta in subappalto che costa tra 8 e 14 euro, e il relativo prezzo del paio di scarpe sul sito a 690 euro.
DIEGO DELLA VALLE - TODS
DIEGO DELLA VALLE CON SCARPE TODS
Opifici cinesi in provincia di milano dove si realizzano capi di alta moda
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