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Alexandra Prokopenko era nel consiglio di amministrazione della Banca Centrale russa prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Si è licenziata e si è trasferita negli Usa, dove lavora per il Carnegie Endowment for International Peace. E oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera dice la sua su Vladimir Putin.
Partendo dal presunto sabotaggio al gasdotto Nord Stream 1: «Ufficialmente da Mosca si negano tutte le accuse e si ripete che la Russia non ha bisogno di niente del genere. Ma ho notato che in alcuni canali di Telegram favorevoli al Cremlino stanno propagando messaggi coincidenti. Dicono che l’esplosione sarebbe dovuta a un sabotaggio da parte degli americani per spingere l’Europa a rafforzare le sanzioni».
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LA SPESA MILITARE IN RUSSIA
Per Prokopenko «nel lungo periodo l’impatto sul bilancio russo sarà massiccio e anche per l’Europa le forniture ormai limitate che Gazprom assicurava attraverso quel gasdotto non sono trascurabili. Ora ci vorrà un anno e forse più per riparare la conduttura, dunque nel migliore dei casi potrà ripartire l’inverno prossimo. E nel medio periodo un incidente del genere danneggia più la Russia dell’Europa, che sta cercando con successo di ridurre la sua dipendenza da Mosca».
L’esperta spiega nel colloquio con Federico Fubini che nell’ultima legge di bilancio russa la spesa militare è salita del 40%: «Putin ha abbastanza fondi per l’anno prossimo, ma credo che non stia assolutamente facendo programmi sul 2024 o sul 2025. È concentrato sul breve termine, con limiti evidenti. Gli mancano le tecnologie, che non riesce a importare. Anche se Putin mette tanti soldi nella difesa, non può mandare i soldati in guerra con i soldi: deve trasformarli in armi, ma ha possibilità limitate di comprare ciò che cerca».
L’economia russa, per ora, «non collassa, ma fatica e ciò significa che la crisi sarà più lunga e più profonda. Non voglio fare previsioni sul punto di rottura, di certo di anno in anno l’economia peggiorerà e diventerà più primitiva sia nell’industria che nell’agricoltura. Però non dimentichiamo che Putin non ha scatenato questa guerra per ragioni economiche: per lui quelle vengono dopo».
Riguardo la minaccia di un attacco nucleare, secondo Prokopenko «se Putin usasse la bomba atomica, la Cina e l’India interromperebbero qualunque rapporto con lui perché di fatto avrebbe fatto saltare la loro capacità di deterrenza. Sarebbe un colpo mortale per Putin. E lui lo sa».
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vladimir putin xi jinping a samarcandaNARENDRA MODI VLADIMIR PUTIN
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