attentati a parigi

MENTRE PARIGI CONTAVA ANCORA I MORTI DEL SUO 11 SETTEMBRE, L’ISIS MINACCIAVA GIÀ VIA TWITTER: “IL PROSSIMO ATTACCO SARÀ A LONDRA, WASHINGTON E ROMA”. SIAMO AVVISATI – FRA 20 GIORNI INIZIA IL GRANDE GIUBILEO. MILIONI DI PELLEGRINI INVADERANNO ROMA PER UN ANNO. SIAMO PRONTI A FRONTEGGIARE LA MINACCIA DEGLI UOMINI CON IL KALASHNIKOV CHE URLANO "ALLAH E' GRANDE?

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1.L' INTELLIGENCE EUROPEA SORPRESA DAGLI ASSALTI E IL CALIFFATO MINACCIA "ADESSO TOCCA A ROMA"

Carlo Bonini per “la Repubblica

 

Nella notte in cui la peggiore delle profezie si autoavvera, gli apparati antiterrorismo, il Viminale, Palazzo Chigi, osservano attoniti l'orrore appesi a uno stillicidio di notizie che rende improvvisamente tutti uguali.

 

VATICANO - GIUBILEOVATICANO - GIUBILEO

Su Twitter rimbalza la minaccia dell' Is: «Il prossimo attacco sarà a Londra, Washington e Roma». Proviene da un hashtag arabo che suona come "Parigi brucia". Si aggiunge a quella che sembra la più attendibile delle rivendicazioni: «Questo è l' 11 settembre di Parigi », mentre Dabiq France, l' organo ufficiale dello Stato Islamico recita: «La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa».

 

Una qualificata fonte della nostra Intelligence spiega nella notte: «Parigi non è in grado di comunicare o condividere alcuna notizia. Almeno in questo momento». «Perché gli attacchi sono in corso» e il numero dei morti una variabile.

bergoglio a san pietrobergoglio a san pietro

 

Il direttore del Dipartimento per le Informazioni e la sicurezza, Giampiero Massolo, riunisce la sua unità di crisi. Il ministro dell' Interno Angelino Alfano, consultato il capo della Polizia Alessandro Pansa, attiva il protocollo che alza al massimo livello l' allerta antiterrorismo sull' intero territorio nazionale, con immediato rafforzamento della vigilanza su tutti gli obiettivi sensibili e pieno impiego dell' esercito.

FEDELI A SAN PIETRO PER L INAUGURAZIONE DI PAPA BERGOGLIO FEDELI A SAN PIETRO PER L INAUGURAZIONE DI PAPA BERGOGLIO

 

Roma si protegge secondo un protocollo standard, mentre osserva sgomenta Parigi colpita al cuore senza che nulla e nessuno, nelle ultime settimane, avesse suggerito l' imminenza e la concretezza della minaccia. Non i Servizi francesi, né quelli alleati. Perché se le analisi delle intelligence europee avevano speculato, era stato piuttosto sui possibili rischi del prossimo viaggio del Papa in Africa (28-29 novembre), sull' imminente apertura del Giubileo della Misericordia.

 

E, invece, appunto, è ancora Parigi, il teatro dell' orrore islamista. E la simultaneità degli attacchi, i loro obiettivi, la scelta di colpire nel mucchio - uno stadio, un teatro - per massimizzare morte e terrore fanno dire che non è difficile vedere in questa notte le stimmate dell' Is. E poco importa - come spiega una fonte qualificata della nostra Intelligence - che l' attentato sia stato pianificato nel deserto della Siria o in qualche banlieu. Da chi sia partito l' ordine. Che i macellai di questa notte si siano autoinnescati e si muovano sotto la bandiera nera del Califfato come un marchio in franchising o viceversa.

attentati a Parigiattentati a Parigi

 

Quel che importa, anche simbolicamente, è che sia ancora Parigi. E che il massacro arrivi, anche solo simbolicamente, in coda alle quarantotto ore in cui le polizie europee, il Pentagono e il governo britannico avevano potuto annunciare la caduta della Rete del mullah Krekar. E con lei la probabile morte dal cielo di Jihad John, il macellaio delle decapitazioni rituali. «Attacchi così non si decidono in un giorno - osserva ancora una qualificata fonte dei nostri Servizi - Ma non c' è alcun dubbio che quanto sta accadendo dimostra a quale punto di profondità è arrivata la minaccia. Che non esiste un angolo di Europa che possa dirsi al sicuro».

 

Solo le prossime ore potranno cominciare a spiegare cosa realmente stia accadendo in questa notte. E come sia stato possibile. Mentre è vero sin da ora, che Roma e ogni altra capitale europea non possono da oggi dirsi più al sicuro per il semplice fatto di contare su numeri diversi da quelli francesi. I circa 800 foreign fighters partiti dalla Francia, una comunità musulmana di oltre 5 milioni di cittadini, da soli non rendono più sicuri l' Italia, piuttosto che la Germania o il Regno Unito, l' Olanda o i Paesi scandinavi.

feriti davanti al Bataclanferiti davanti al Bataclan

 

«Perché la verità - come confessa un uomo della nostra antiterrorismo - è che da domani mattina sarà tutto terribilmente più difficile. Perché da domani sarà ancora una volta più chiaro quello che sappiamo da sempre, ma che odiamo dire e ripeterci. Che con questa minaccia dovremo convivere. E che il prezzo di sangue da pagare sarà ancora alto».

 

2. ANATOMIA DI UN MASSACRO

Guido Olimpio per “Il Corriere della Sera

 

E' la strategia del ghazi , il guerrigliero che conduce una scorreria nel campo nemico cogliendolo di sorpresa. Un' incursione multipla e simultanea che solleva dubbi sulla preparazione dell' intelligence. L' assalto nel cuore di Parigi, rivendicato dall' Isis, ricorda l' attacco a Charlie Hebdo ma si ispira ad operazioni terroristiche adottate dai qaedisti a Mumbai, in India, a Lahore in Pakistan ma anche al teatro Dubrovka di Mosca. Nuclei di armati che colpiscono persone inermi e prendono ostaggi per moltiplicare il senso di insicurezza.

 

ATTENTATI A PARIGIATTENTATI A PARIGI

Usano gli uomini-bomba, importano tattiche irachene a nuova latitudini. Chi ha insanguinato Parigi si è preparato per una manovra da condurre per fasi. Hanno certamente condotto una ricognizione per scegliere gli obiettivi. Il segnale è partito con i primi colpi alle 21.20. Nel mirino il ristorante Petit Cambodge e il cafè Carillon, poi un altro bar e lo stadio. Zone ad alta concentrazione di folla.

 

ATTENTATI A PARIGIATTENTATI A PARIGI

Punti critici dove è facile colpire, sfruttare la confusione, mettere in crisi gli apparati di sicurezza. Lo hanno fatto con grande scaltrezza, sfilando sotto i radar dell' antiterrorismo. Se erano segnalati hanno gabbato i controlli. A meno che non abbiano scelto figure sconosciute. Probabile che abbiano costituito covi d' appoggio nelle vicinanze. Il governo dovrà capire come sia stato possibile.

 

Anche se è vero che le tattiche della polizia si basano sempre sul caso precedente. I killer hanno usato fucili d' assalto kalashnikov e ordigni esplosivi, avevano munizioni a volontà, hanno ricaricato più volte. Equipaggiamento che garantisce potenza ma non impedisce i movimenti rapidi. Dopo la prima «spallata» hanno condotto la presa d' ostaggi al teatro Balaclan seguita dall' uccisione degli spettatori. E' la mossa per continuare l' attacco sotto altre forme.

 

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Le forze dell' ordine sono costrette a disperdersi Infatti, a dimostrazione dell' accurata pianificazione e per allungare le linee della polizia, i mujaheddin hanno sparato ancora al bar La Belle Equipe. Poi le notizie di un kamikaze vicino allo stadio. Il massacro arriva dopo un periodo di minacce. Proclami lanciati dai portavoce dello Stato islamico e anche dal leader di Al Qaeda, Ayman al Zawahiri. La Francia ha contrastato lo Stato islamico con raid su Raqqa, in Siria. Strike per neutralizzare elementi - si è detto - che stavano studiando attentati.

 

Si è fatto il nome di Salim Benghalem, sgozzatore francese e presunto ispiratore dei killer di Charlie Hebdo . L' Isis nella sua rivendicazione ha spiegato che quanto è avvenuto a Parigi è una ritorsione per quei bombardamenti. Parole da valutare: può essere la solita assunzione di responsabilità propagandistica ma anche il marchio sull' eccidio. L' ordine è arrivato dal Califfo? I militanti si sono addestrati, pronti a muovere anche in zone fortemente presidiate da militari.

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Ora l' idea è stata ripresa dai nuovi jihadisti. In quest' anno è stato un crescendo di episodi. Con gesti minori - come in Danimarca - accompagnati dalla strage al giornale satirico francese e dalla sparatoria in Belgio, indicazioni di un sentiero evidente.

«Professionisti» della violenza, dunque bravi a maneggiare armi, magari veterani dei conflitti in Afghanistan, Siria e Iraq ma anche semplici reclute. Si doveva capire cosa stava per accadere e invece non è avvenuto.

 

E' facile prevedere che altri imiteranno i criminali, hanno visto che si può fare: «Ora Washington, Roma e Londra, proclama l' Isis». Per certi aspetti è più angosciante dell' 11 Settembre: allora ci vollero un paio d' anni per mettere insieme il team dei 19 pirati. Lanciare la missione sacrificale come quella nella capitale transalpina è meno complicato.

RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

 

Si è a lungo pensato che non avendo abbastanza risorse i jihadisti avessero preferito affidarsi a iniziative individuali. E l' intelligence ha concentrato la sua attenzione per neutralizzare insidie di questo tipo. Invece i mujaheddin hanno ampliato il fronte. Giovedì l' eccidio a Beirut, poche giorni fa il disastro del jet russo sul quale aleggia il sospetto di un gesto criminale. A chiudere, Parigi trasformata in un campo di battaglia.

RENZI HOLLANDE RENZI HOLLANDE