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Estratto dell’articolo di Flavia Amabile per “la Stampa”
«Non bisogna meravigliarsi se ragazzine appena entrate nell'adolescenza uccidono a coltellate una loro coetanea», avverte Paolo Crepet. «[…] si diventa grandi molto più rapidamente e […] violenti molto più rapidamente», […] «[…] Episodi di violenza di ragazzini ci sono stati lo scorso fine settimana a Napoli e da tempo si ripetono in varie città d'Italia. […] Le età sono cambiate e ancora non s e n'è accorto nessuno. I dodicenni attuali sono i sedicenni di trent'anni fa».
Da che cosa dipende?
«Il problema è che sembra che nessuno abbia difficoltà a lasciare che a 12 anni escano, bevano, abbiano accesso alle droghe o a qualsiasi social. Ci fa comodo che i ragazzi vivano, comprino, consumino sempre prima. Adesso non si può più definire bambina una ragazza di 13 anni. C'è un padre o una madre in Italia che griderebbe allo scandalo se a 13 anni delle ragazze fanno sesso?»
Beh, direi di sì. Non mi sembra che i genitori siano felici se a 13 anni i figli fanno sesso.
«Non credo. Basta andare a vedere i simboli sessuali esteriori, come si pongono a quell'età sui social. […] Oppure vogliamo parlare delle baby gang? Quando non ci sono regole non si può poi dire siamo andati oltre. […]».
[…] «[…] l'infantilizzazione dei figli è dovuta all'infantilizzazione precoce dei genitori. Se a 40 anni ci si comporta come dei sedicenni non si può sperare che i figli vengano su bene. In questo caso non sto parlando del delitto ma del processo a monte».
Dunque figli diventano adolescenti troppo rapidamente e i genitori restano adolescenti?
omicidio luise f a freudenberg, in germania 4
«Esatto. Abbiamo una regressione dei genitori e una indisponibilità a crescere. Alla fine restano tutti ragazzini e ciò crea degli alibi molto comodi. Se ho 40 anni ma penso di averne 20 posso anche non dare delle regole, non dire i no che servirebbero se, per esempio, i miei figli bevono alcolici. C'è una deresponsabilizzazione in atto, è il frutto dell'idea di una società senza dolore, di genitori incapaci di dire di no ai figli per evitare pianti, liti. I figli crescono in una sorta di anestesia, senza dolore e senza regole». […] «[…] L'educazione non è democratica, sono i genitori che comandano. […]».
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