AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Agliastro per “la Stampa”
«Dal punto di vista tecnico-militare siamo ovviamente pronti» a una guerra nucleare. Vladimir Putin flette i muscoli e torna a parlare della terrificante eventualità di un conflitto atomico. Afferma che le armi nucleari di Mosca siano «più avanzate» di quelle americane. Poi ribadisce che secondo la sua dottrina nucleare, la Russia può ricorrere a queste terribili armi in caso di «minaccia all'esistenza dello Stato, alla sua sovranità e indipendenza».
Il dittatore russo però nega di aver mai pensato di lanciare armi nucleari tattiche in Ucraina e dichiara di non credere che il mondo stia precipitando irrimediabilmente verso una guerra nucleare sostenendo che a Washington vogliano evitare un conflitto diretto.
Quello di Putin è un altro duro avvertimento all'Occidente, sottolineano diversi osservatori.
Ma altri ritengono che nell'intervista mandata in onda ieri dalla tv di Stato il leader del Cremlino abbia comunque usato «un tono più morbido» rispetto a due settimane fa, quando aveva tuonato sulla «minaccia reale di un conflitto nucleare»: parole di fuoco interpretate come una risposta al presidente francese Macron, che aveva detto di non poter escludere un invio di soldati occidentali nell'Ucraina invasa […]
Quello di Putin non è però certo un messaggio di pace. […] ha dichiarato che se gli Usa dovessero mandare propri soldati nel conflitto (opzione finora esclusa dalla Casa Bianca) ci sarebbe un'escalation e ha avvertito che «gli Stati che dicono di non avere linee rosse verso la Russia devono capire che la Russia non avrà linee rosse verso di loro».
Non solo. Il dittatore russo ha anche annunciato che schiererà «truppe» e «sistemi di distruzione» lungo la frontiera con la Finlandia, appena entrata nella Nato assieme alla Svezia dopo l'invasione dell'Ucraina da parte del Cremlino. «La Russia si sta evidentemente preparando per un lungo conflitto con l'Occidente e rappresenta una minaccia militare permanente e sostanziale per l'Europa», ha risposto il premier finlandese Petteri Orpo in un discorso all'Europarlamento chiedendo l'aumento delle spese e del coordinamento nel settore Difesa europeo.
Le tensioni non si placano. «Come risultato delle azioni provocatorie sconsiderate anche di uno o due stati membri dell'Ue o della Nato, la crisi ucraina potrebbe assolutamente oltrepassare i suoi confini geografici, acquisire una scala completamente diversa e svilupparsi in modo incontrollabile», ha tuonato la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova accusando l'Occidente di camminare «sull'orlo dell'abisso». Poco prima, il presidente lituano Nauseda aveva invitato a «considerare seriamente l'idea di inviare truppe in Ucraina».
La Lituania si è ritrovata in prima linea anche con la brutale aggressione contro Leonid Volkov. Il braccio destro di Alexey Navalny, rivale numero uno di Putin dietro la cui morte in carcere si allunga minacciosa l'ombra del Cremlino, ha ricevuto 15 martellate. Secondo i servizi lituani l'assalto è «probabilmente» un'operazione «organizzata e attuata dalla Russia» per «fermare la messa in atto dei progetti dell'opposizione russa» in vista delle presidenziali del 15-17 marzo. […]
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