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“QUALSIASI INTERVENTO MILITARE AMERICANO CAUSERÀ DANNI IRREPARABILI” – LA GUIDA SUPREMA IRANIANA, ALI KHAMENEI, DAL BUNKER IN CUI SI È RINTANATO AVVERTE DONALD TRUMP, CHE PENSA DI ENTRARE IN GUERRA AL FIANCO DI ISRAELE: “NON CI ARRENDEREMO A NESSUNO. GLI IRANIANI NON RISPONDONO BENE AL LINGUAGGIO DELLE MINACCE" – IL BIVIO STRETTO DELL’AYATOLLAH: LOTTARE FINO AL MARTIRIO, O CERCARE UN COMPROMESSO PER SALVARE IL POTERE? – C’È CHI IPOTIZZA UNO SCENARIO STILE IRAQ NEL 2003: CAOS E GUERRA CIVILE – IL RUOLO DEI “RIFORMISTI” E LE MIRE DEI PASDARAN, CHE HANNO PIÙ POTERE DI TUTTI OGGI IN IRAN: SE QUALCUNO PUÒ PILOTARE IL CORSO DEGLI EVENTI SONO LORO...

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KHAMENEI, 'NON CI ARRENDEREMO MAI'

ali khamenei

(ANSA) - TEHERAN, 18 GIU - L'Iran si opporrà fermamente a qualsiasi guerra o pace imposta e non si arrenderà. Lo ha detto la Guida suprema iraniana Ali Khamenei. "La nazione iraniana resisterà fermamente a una guerra imposta, così come resisterà fermamente a una pace imposta. Questa nazione non si arrenderà a nessuno di fronte a un'imposizione", ha affermato come riporta l'agenzia Isna.

 

KHAMENEI, INTERVENTO USA CAUSERÀ DANNI IRREPARABILI'

(ANSA) - ISTANBUL, 18 GIU - "Gli americani dovrebbero sapere che la nazione iraniana non si arrenderà e che qualsiasi intervento militare da parte loro causerà senza dubbio danni irreparabili". Lo ha affermato la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, durante un discorso trasmesso dalla tv di Stato.

 

IRAN: KHAMENEI, "CHI CONOSCE STORIA SA CHE NON RISPONDIAMO BENE ALLE MINACCE"

 (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 18 giu - "Chi conosce la storia dell'Iran sa che gli iraniani non rispondono bene al linguaggio delle minacce". Lo ha detto l'Ayatollah Khamenei, nel suo discorso alla tv, riferendosi alle dichiarazioni di Donald Trump.  Israele "ha fatto un errore enorme e sara' punita per questo", ha aggiunto.

 

IL BIVIO STRETTO DEGLI AYATOLLAH

Estratto dell’articolo di Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”

 

donald trump e ali khamenei

Magari domani i sismografi registreranno un terremoto sull’altipiano iranico, conseguenza del primo test atomico di Teheran. E cambierebbe tutto. Ma se non succedesse, com’è quasi sicuro, l’Iran perderà la guerra con Israele e sarà costretto a rinunciare al suo programma nucleare. […]

 

«Resa incondizionata» scrive Donald Trump su Truth. «Una o due settimane e raggiungeremo i nostri obbiettivi» contro la Bomba degli ayatollah dicono a Tel Aviv. Guai a toccare i nostri soldati, ricorda sempre The Donald, perché «sappiamo esattamente dov’è» Alì Khamenei, il leader supremo. «È un bersaglio facile. Per il momento è al sicuro, non lo uccideremo!».

 

[…]

 

ali khamenei

 Il cronometro accelera, Teheran deve decidere in fretta. Lottare fino al martirio, come ha imposto a tanti suoi combattenti in questo mezzo secolo, o inseguire un compromesso?

 

Si aprono tre scenari. Il regime degli ayatollah resiste, va in pezzi o si riforma. Resiste se convince i 90 milioni di iraniani che nessuno avrebbe potuto fare di meglio, che la strada è quella giusta e che un giorno arriverà la vendetta. Il padre dell’Islam politico che fermò la guerra con l’Iraq disse di dover «bere l’amaro calice della tregua». Khamenei, lasciato in vita per gentile concessione, potrebbe ingoiare il disgusto della resa.

 

MEME SULLA RISPOSTA ISRAELIANA ALL ATTACCO IRANIANO

L’Iran va in pezzi se i suoi leader continuano a morire sotto le bombe israeliane, soldi dall’estero finanziano la rivolta di minoranze etniche e pezzi di Stato si combattono tra loro.

La Repubblica islamica si riforma, invece, se il sistema tiene, la gente scende in piazza, ma continua ad obbedire, chi ha le armi non le usa, la vecchia leadership scompare per le bombe o la lungimiranza.

 

Cambiano non solo i governanti, ma anche la Costituzione, la collocazione internazionale, la scelta di sviluppo di lungo periodo. Questa è la resa che inseguono gli strateghi americani da quasi mezzo secolo. Dall’Iran contro tutti nel nome dell’Islam sciita ad un Iran reintegrato nel sistema di relazioni occidentali. A partire dai sunniti che ha attorno, passando dagli ebrei a Ovest, per finire con gli americani che sono ovunque.

 

attacchi iran contro israele

Pochi iraniani rimasti nel Paese credono alla dissoluzione del regime e in parte neppure la vogliono. Ricordano il prezzo della rivoluzione del 1979, in termini di libertà e sangue, e l’orgoglio nazionale alimentato per anni dalla Repubblica islamica. Gli emigrati e gli esuli, invece, soprattutto quelli più attivi sui social media, pensano a un ritorno del figlio dello scià Pahlavi, magari accolto alla scaletta di un Boeing come l’ayatollah Khomeini. Oppure immaginano un’esplosione di democrazia e l’intero popolo folgorato sulla via della laicità.

 

MEDIORIENTE DI FUOCO - VIGNETTA BY GIANNELLI

Un iraniano al telefono da Teheran dice al Corriere: «Mi spaventa che il mio Paese possa diventare come l’Iraq del 1992 quando gli americani sconfissero Saddam Hussein, ma poi lo lasciarono a gestire altri dieci anni di sanzioni. Però tremo anche all’idea che diventi l’Iraq del 2003: abbattuto Saddam solo caos e guerra civile». La diaspora, al contrario, augura alla Guida Suprema di fare la fine di Gheddafi nel 2011, massacrato in una fogna dai ribelli (che poi hanno distrutto anche il Paese). Le prospettive sono fosche a qualunque esempio si guardi.

 

Chi potrebbe salvare gli iraniani? Forse quella parte di classe dirigente sconfitta da falchi e militari? Sono i cosiddetti «riformisti» che si sono alternati per anni ai «conservatori» oggi al potere. Gli uni disposti a commerciare col resto del mondo, concedere spazi di libertà e consumi ai giovani, gli altri votati all’espansionismo militare e all’ascetismo economico.

 

pasdaran

[…]  Stessi dubbi per un altro mormorio: la Guida suprema ha ceduto momentaneamente il potere ai Pasdaran. Non sarà vero, ma potrebbe diventarlo. Sono proprio i Guardiani della rivoluzione ad aver più potere di tutti oggi in Iran. Se qualcuno può pilotare il corso degli eventi sono loro. In fondo, la storia è piena di obbedienti soldati che rovesciano il loro sovrano.

attacchi iraniani in israele 5raid israeliani contro i lancia missile iraniani Il comandante dei pasdaran Hossein Salami e il capo di Stato Maggiore Mohammad BagheriLA CATENA DI COMANDO IRANIANA DECIMATA DAGLI ATTACCHI DI ISRAELE