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Mario Avagliano e Marco Palmieri - Italiani d'America. La grande emigrazione negli Stati Uniti
Notizie tratte da Mario Avagliano e Marco Palmieri, "Italiani d'America. La grande
emigrazione negli Stati Uniti (1870-1940)", Il Mulino, selezionate da Giorgio Dell’Arti e pubblicate dal “Fatto quotidiano”
Centoventitré. Secondo l’inchiesta fatta da Emily Wayland Dinwiddie nel 1904, nel quartiere italiano di Philadelphia, in una casa di 34 stanze, vivevano 90 famiglie, comprendenti 123 persone. In certi casi fino a 7 persone cucinano, mangiano e dormono in una sola stanza. Lo stesso accade in città come Boston, St. Louis e Chicago.
Scioperi. Uno dei primi scioperi di cui sono protagonisti gli italiani è quello del giugno 1909 in California. Coinvolti più di mille boscaioli che lavorano per la McCloud River Lumber Company: gli italiani sono costretti a vivere in baracchette e a pagare prezzi esorbitanti alla compagnia per l’affitto e per il cibo.
“Lavoravano come asini. Era una vitaccia”, ricorda Gianni Ricci, figlio di uno scioperante e lui stesso boscaiolo. Il 29 giugno i lavoratori entrano in sciopero contro la discriminazione subita in quanto italiani e chiedono alla compagnia di mantenere la promessa di un aumento del salario di 25 cent al giorno e di avere la libertà di fare acquisti dove vogliono.
La protesta dura 16 giorni, durante i quali la stampa americana è quasi tutta schierata con l’azienda, con articoli razzisti. Lo sciopero si conclude con una sconfitta dei lavoratori: la compagnia non accetta le loro rivendicazioni. La gran parte di loro abbandona in massa la McCloud, trovando altri lavori o ritornando in Italia.
Giornali. Espressione tipica delle Little Italies sono i giornali in lingua italiana, che si occupano da un lato di dare notizie su cosa accade in patria e in Europa, dall’altro di dare voce alle vicende della comunità italiana negli Usa.
Ci sono il Progresso Italo-Americano di New York (fondato da Carlo Barsotti nel 1880), La Voce del Popolo (1867) e L’Italia (di San Francisco, 1886), L’Opinione (di Philadelphia, 1906) e La Gazzetta del Massachusetts (1905). Non mancano giornali di stampo risorgimentale come L’Eco d’Italia, nato nel 1849 a New York su iniziativa di seguaci di Garibaldi e Mazzini.
Periodici. Tra il 1850 e il 1930 si calcola che vengano pubblicati oltre mille periodici in lingua italiana, anche se molti di loro hanno una vita breve.
Censimento. Dal censimento del 1920 risulta che gli italiani si stabiliscono in particolare a New York (390.382), seguita a distanza da Philadelphia (63.723), Chicago (59.215), Boston (38.179), Newark (27.465), San Francisco (23.924), Rochestoy (19.468), Providence (19.239), Cleveland (18.288), Buffalo (16.411), Detroit (16.205), Pittsburgh (15.371), anche se altri 501.606 italiani risultano disseminati in tutto il resto del Paese, attratti dai lavori nelle miniere o nelle piantagioni e per la costruzione delle linee ferroviarie, che passano dalle 30.600 miglia del 1862 alle 254.000 miglia del 1916.
EMIGRANTI ITALIANI IN GERMANIA
Matrimoni. Gli italiani si sposano tra di loro (fino agli anni Venti prevale l’endogamia e le percentuali di matrimoni interetnici sono inferiori al 6%) e puntano a ricreare nelle Little Italies e nelle enclavi chiuse che formano nelle città la tipica famiglia meridionale.
“La famiglia di mia madre – racconta Martin Scorsese – arrivava da Ciminna, la famiglia di mio padre da Polizzi Generosa e si sposarono solo dopo che gli anziani delle due famiglie si furono riuniti ed ebbero dato il loro assenso”.
Colonie. Il 21 giugno 1875 il New York Times rileva criticamente che gli italiani “hanno la forte tendenza a formare colonie per stare insieme e vivere come in passato”.
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