
QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL…
QUANTO DURERÀ LA GUERRA IN UCRAINA? HA RAGIONE BORIS JOHNSON QUANDO DICE CHE SI ARRIVERÀ AL 2023? TUTTE LE OPINIONI E LE PREVISIONI SUL CONFLITTO – GLI SCENARI SONO TRE: UN GRANDE ATTACCO DA SUD E DA EST; UNA PIOGGIA DI PIOMBO E DI FUOCO; UNA SPINTA CHE COSTRINGA GLI UCRAINI A RITIRARSI DAL DONBASS – LE DIVERSE OPINIONI E PREVISIONI, TRA CHI SOSTIENE CHE I RUSSI SI STIANO RIORGANIZZANDO CON IL GENERALE DVORNIKOV E CHI INVECE RITIENE LA RESISTENZA IN GRADO DI VINCERE..."
Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
vladimir putin alla veglia di pasqua a mosca 2
I conflitti possono durare a lungo, specie quando i contendenti sono bene armati e appaiono poco disposti a cedere. L'Ucraina può non perdere, la Russia può prevalere. Una doppia lettura legata agli sviluppi quotidiani e alle ipotesi degli strateghi.
Ora siamo in una fase intermedia. Gli invasori guadagnano decine di villaggi nella parte orientale, gli ucraini ne riprendono alcuni e compiono arretramenti tattici. Il cambio di mano, a volte, è repentino.Mosca sonda le difese per capire dove poter dare la spallata, bombarda, prova a guadagnare snodi.
La vera offensiva
Quella a cui assistiamo non è la vera offensiva, ma una sorta di inizio. Con la partecipazione di unità scelte che devono affiancare battaglioni russi non sempre al massimo, come abbiamo già segnalato sono al 75% della loro forza (valutazione Usa).
L'Armata ha perso mezzi a volontà, tanti irrecuperabili, altri usurati fino al limite insieme ai loro equipaggi. Tuttavia la riserva di carri armati è consistente, il neo-zar può permettersi di tirarne fuori ancora, raschiando il barile dei depositi. La quantità unita a un dispositivo sempre massiccio - non importa quanto sfilacciato - spinge qualcuno, come il premier britannico Boris Johnson, a non escludere una vittoria di Putin.
mariupol i bambini nei tunnel dell acciaieria azovstal 4
E alcuni esperti tracciano lo scenario, tutto teorico e senza pretese che sia, così:
1. Grande attacco da sud e da est.
2.Pioggia di piombo e fuoco.
3. Spinta che mette gli ucraini sul precipizio: ritiro dal Donbass o accerchiamento.
Sempre questa corrente di pensiero - minoritaria - confida negli aggiustamenti introdotti dal nuovo comandante - il generale Alexandr Dvornikov - ritiene che la conformazione del terreno non presenti gli ostacoli naturali visti al nord e dunque permetta ai corazzati di usare gli spazi aperti e non solo le strade, rivelatisi delle trappole nell'area di Kiev.
MISSILE COLPISCE UN APPARTAMENTO A ODESSA
Quindi considerano il fattore perdite - non sappiamo quante siano quelle ucraine - e il fattore tempo: il Cremlino potrebbe decidere di andare avanti comunque, tanto rischiano i soldati e non i suoi civili. L'opposto di Zelensky che ha assistito alla distruzione di intere aree abitate, come Mariupol, e di infrastrutture, dalle industrie agli impianti petroliferi. Ieri hanno tirato missili su Odessa, attacco a rammentare che resta un target.
La mappa
Se il Dio della guerra fermasse in questo momento le ostilità la mappa racconterebbe di un Paese che non può usare i suoi porti, vittima di conseguenze economiche devastanti, con gli occupanti a presidiare un pezzo di madrepatria, per nulla propensi ad abbandonarli e decisi a inglobarli. Putin non è riuscito a cancellare l'Ucraina, non ha piegato il popolo coraggioso, però l'ha trasformata in un Paese in bilico, bisognoso di assistenza continua.
A questo pensa chi lancia l'allarme «la Russia può vincere». Al tempo stesso il monito è strumentale: serve a spronare gli alleati a dare il massimo per evitarlo. Ripensiamo alla cronologia. Il 23 febbraio tanti governi europei ritenevano altamente improbabile l'invasione. Il 23 aprile appaiono compatti - con qualche differenza - nell'intensificare il supporto agli aggrediti. Tra queste due date l'Occidente ha riarmato i difensori dandogli ciò che non avevano a sufficienza: artiglieria, lanciarazzi a guida laser, semoventi, tank, droni-kamikaze e d'attacco, radar per scoprire cannoni e cecchini, pezzi di ricambio per far volare i caccia, munizioni.
E un fiume di intelligence, dati cruciali, passati rapidamente, che hanno permesso di anticipare mosse e magari anche di colare a picco il Moskva o di neutralizzare alti gradi. L'ultimo episodio ieri a Kherson dove gli ucraini avrebbero centrato un posto-comando.
Il riequilibrio bellico evidente ha messo la resistenza nelle condizioni di fare danni ad un avversario che si è rivelato non all'altezza della sua fama, peraltro mai messo alla prova in modo serio negli ultimi anni. La mancata acquisizione della superiorità aerea è diventata un lato debole non da poco, è venuta meno la copertura sufficiente per le colonne e la logistica, disastrosa.
Le grandi operazioni hanno bisogno di un coordinamento totale tra tutte le componenti, richiedono coralità. Non vi sono state. E non è bastato l'impegno in prima linea di tanti ufficiali, generali compresi, caduti in battaglia. C'era e c'è un problema di soldati, di guida, di scelte.
Gli ucraini lo hanno sfruttato a loro vantaggio per colpire tra le linee e continuare a tenere aperta la linfa dei rifornimenti in arrivo dai Paesi confinanti. Questo rinsalda il giudizio della seconda scuola di pensiero che ripete, tra le cautele, che Mosca potrebbe non riuscire a sfondare e neppure a conservare i «guadagni».
Per errori e carenze strutturali. Il suo schieramento è esposto alle controffensive, gli mancano gli uomini a meno di non ricorrere alla mobilitazione generale, dovrà anche vedersela con cittadine che possono diventare «fortezze». Ecco allora il suggerimento degli analisti ad aspettare le prossime 3-4 settimane per comprendere la dinamica del conflitto. La campagna di primavera, spiegano, potrebbe anticipare quella dell'estate e magari altre ancora. È stato sempre Boris Johnson a dire che le ostilità possono prolungarsi fino al 2023.
cadaveri a mariupol 1
cadaveri a mariupol 3
mercenari in ucraina 1
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vladimir putin vagit alekperov
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