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Giacomo Galeazzi per “La Stampa”
Umberto I di Savoia non immaginava che il principale tesoro del Museo Geologico da lui inaugurato il 3 maggio 1885 fosse sotto i suoi piedi. Lo ha appena scoperto la soprintendenza per l’area archeologica che sul colle del Quirinale, tra via Veneto e la stazione Termini, ha scavato Palazzo Canevari (di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti) fino a riportare alla luce una dimora arcaica del VI secolo a.C.
Una pianta rettangolare, divisa in due ambienti, uno zoccolo di blocchi di tufo, con un ingresso preceduto da un portico che si apre su uno dei lati lunghi. Ospitava una famiglia di rango. Lo stato di conservazione è ottimo. I muri erano rivestiti con intonaco di argilla sormontati dal tetto di tegole. Andranno riscritte le ricostruzioni storiche sullo sviluppo della caput mundi.
Tecnici analizzano impasto delle ceramiche, tipologia del bucchero, tecniche costruttive. Per 60 anni qui hanno abitato i gestori di un’area di culto abbandonata nella seconda metà del VI secolo a.C., livellata per nuove edificazioni fino agli interventi di età repubblicana e imperiale.
La scoperta più importante degli ultimi anni ridisegna la mappa di Roma antica, il cui sviluppo urbanistico è avvenuto diversamente da come si pensava. «La residenza rinvenuta testimonia l’estensione dell’abitato in un’area di Roma prima ritenuta di esclusivo uso funerario», spiega il soprintendente Francesco Prosperetti. Tra il VI e V secolo la zona di ritrovamento era abitata e non adibita a necropoli.
Merito di sondaggi effettuati per stabilire la presenza di reperti antichi. Qui vicino, due anni fa, gli scavi riportarono alla luce un enorme tempio. Adesso il rivoluzionario rinvenimento della residenza coeva al circuito delle mura serviane. «Si tratta di un edificio assente nella Roma arcaica: esistono tracce solo nella zona del Foro - afferma la direttrice degli scavi, Mirella Serlorenzi-. Ora possiamo retrodatare l’urbanizzazione della zona del Quirinale».
Le mura serviane andarono a inglobare una vasta area già abitata e non una necropoli.
«Ciò significa che Roma all’inizio del VI secolo era molto più ampia di come ci aspettavamo e non solo racchiusa attorno al Foro - precisa Serlorenzi -. Gli scavi continueranno». L’effetto è surreale. Dalle finestre entra il rumore del traffico di Termini. Quello che nel Seicento fu convento carmelitano si scopre dimora arcaica. I millenni soffiano dove finora si progettavano uffici pubblici per contabili.
RITROVAMENTO CASA DELLA ROMA DEI RE 7
La soprintendenza invoca «un’opera di valorizzazione», ma non si sa ancora come permettere al pubblico di visitare un gioiello affiorato al centro di un edificio di proprietà privata. «Valutiamo piani per la musealizzazione del palazzo, di certo gli scavi non saranno interrati», assicura Prosperetti. Presenza inattesa che connette l’urbe all’Etruria e riecheggia segni architettonici: la casa di legno di Veio, Populonia, Murlo, Roselle.
RITROVAMENTO CASA ROMA DEI RE
RITROVAMENTO CASA ROMA RE QUIRINALE
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