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E DUNQUE QUESTI RAGAZZI SONO MORTI PER COLPA LORO? – LA SENTENZA CHOC DELLA CORTE D’APPELLO DELL’AQUILA CHE SI È PRONUNCIATA SUL DECESSO DI SETTE STUDENTI IN ALCUNI CROLLI AVVENUTI LA NOTTE DEL TERREMOTO DI CIRCA QUINDICI ANNI FA – SOTTO ESAME LA POSSIBILITA' CHE I RAGAZZI FOSSERO STATI RASSICURATI DALLA PROTEZIONE CIVILE. MA PER I GIUDICI GLI STUDENTI PER UNA “CONDOTTA INCAUTA” NON DECISERO DI FUGGIRE – ORA LE FAMIGLIE DELLE VITTIME DOVRANNO PAGARSI LE SPESE LEGALI DI CIRCA 14MILA EURO E…
Estratto dell'articolo di www.corriere.it
Sentenza choc nell'ambito dei processi civili per i decessi in seguito al sisma dell'Aquila del 6 aprile 2009: la Corte d'appello dell'Aquila ha confermato il pronunciamento di primo grado del 2022, che aveva scagionato la presidenza del Consiglio dei ministri da ogni responsabilità per la morte di sette studenti in alcuni crolli avvenuti nel terremoto di circa 15 anni fa.
Sotto esame la possibilità che gli studenti fossero stati rassicurati dalla Protezione civile e si sarebbero per questo convinti a rimanere all'interno dell'edificio, nonostante lo sciame sismico.
I familiari delle giovani vittime, come riporta il quotidiano «Il Centro», non solo non avranno nessun risarcimento avendo assunto una «condotta incauta», ma dovranno anche pagarsi le spese legali, quasi 14 mila euro
[…] Nel civile, il recente pronunciamento ha ruotato in modo semplificativo sul giovane studente di Frosinone, Nicola Bianchi. In primo grado, il giudice Monica Croci aveva riconosciuto addirittura il cento per cento di colpa alla vittima: Bianchi avrebbe saputo di vivere in un edificio poco sicuro e sarebbe comunque rimasto in casa per poter sostenere all'indomani l'esame. Un verdetto contro il quale la famiglia ha proposto appello tramite l'avvocato Alessandro Gamberini del foro di Bologna.
In secondo grado il collegio giudicante ha nuovamente respinto l'istanza, con quella di altre sei parti (tutti studenti universitari che abitavano nello stabile insieme ad altri). Secondo l'interpretazione dei giudici, i ragazzi vittime della scossa della notte fra il 5 e il 6 aprile 2009 non sarebbero morti perché rassicurati e dunque indotti a rimanere nei loro alloggi dalla Protezione civile attraverso la commissione Grandi rischi, ma per una sorta, appunto, di un loro errore di valutazione: una «condotta incauta». La battaglia legale si sposta ora in Cassazione.
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