DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
1 – MOAVERO: 'STA TORNANDO IN ITALIA LA RAGAZZA PORTATA IN PAKISTAN'
Francesca Bernasconi per www.ilgiornale.it
Sta tornando in Italia Menoona Safdar, la ragazza pakistana di 23 anni, che qualche giorno fa aveva rivelato di essere stata portata in Pakistan con l'inganno, dai familiari.
La Farnesina ha annunciato che la 23enne pakistana si è imbarcata questa mattina su un volo diretto in Italia. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, oltre a confermare la notizia del rimpatrio, ha aggiunto, in una nota del ministero, che "il positivo esito che ha posto fine a una grave violazione dei diritti fondamentali della giovane donna è stato reso possibile a seguito dall'efficace azione della nostra ambasciata a Islamabad in stretto raccordo con la Farnesina".
La nota sottolinea anche il personale interessamento da parte del ministro Moavero, che ha seguito tutta la vicenda.
Quando i genitori erano riusciti a portare Menoona in Pakistan, le avevano ritirato i documenti, così che la giovane non potesse più fare ritorno. Allora la ragazza si era rivolta alla sua vecchia scuola in provincia di Monza, alla quale aveva scritto una lettera: "Vi prego aiutatemi, il mio futuro è in Italia, mi hanno preso tutti i documenti e mi hanno lasciata qui, mio padre mi ha impedito di terminare la quarta superiore, so che una delle professoresse chiedeva che fine avessi fatto, poi mi hanno portata via".
Una donna pakistana insieme a sua figlia sofferente in un ospedale a Rawalpindi in Pakistan
Oggi, il lieto epilogo, pone fine alla vicenda e la 23enne può tornare in Italia. Il deputato della Lega, vice presidente della Commissione Esteri della Camera e segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, ha espresso la sua soddisfazione per il ritorno della ragazza: "Sono lieto di sapere che la giovane Menoona Safdar sia su un volo che la sta riportando in Italia". Poi, aggiunge i ringraziamenti al Ministero degli Esteri e a Moavero, "per essere tempestivamente intervenuti su un caso che ho sollevato io personalmente due giorni fa su segnalazione della giornalista monzese Valentina Riganò". Era stato proprio Grimoldi a segnalare la vicenda di Menoona.
E conclude: Questa vicenda finisce bene, ma non dimentichiamoci che Menoona per oltre un anno è rimasta ostaggio in Pakistan della propria famiglia che l'ha privata del passaporto e le ha impedito di fare ritorno in Italia per imporle un matrimonio combinato. Una vicenda che ancora una volta conferma che un certo Islam oltranzista non è integrabile con il nostro modo di vivere".
Questa vicenda finisce bene, ma non dimentichiamoci che Menoona per oltre un anno è rimasta ostaggio in Pakistan della propria famiglia che l'ha privata del passaporto e le ha impedito di fare ritorno in Italia per imporle un matrimonio combinato. Una vicenda che ancora una volta conferma che un certo Islam oltranzista non è integrabile con il nostro modo di vivere".
2 – LA PAKISTANA PORTATA VIA DAL PAPÀ IL PROF: «LE HANNO SPEZZATO I SOGNI»
Miriam Romano per “Libero quotidiano”
DONNA PAKISTANA LAVORA I MATTONI
È una scuola di mattoncini marroni l’istituto Ettore Majorana di Cesano Maderno in provincia di Monza e Brianza. I ragazzini buttano gli occhi fuori dalla finestra oltre gli steccati dipinti di blu.
Tra quelle mura sogna di tornare a respirare l’odore della cancellina la giovane pakistana, portata via e costretta dai genitori a vivere nel paese d’origine.
Fino al 2015 aveva potuto studiare in Italia, con fatica era arrivata in quarta superiore, ma d’un tratto quella giovanetta indiana coi capelli corvini e la pelle color nocciola nessuno l’aveva più vista.
ISTITUTO MAJORANA CESANO MADERNO
L’insegnante di italiano l’aveva cercata, ma i genitori, mentendo, le avevano risposto che la figlia aveva deciso di non studiare più una riga degli scritti a cui era costretta. Voleva salutare il bel Paese e tornare dov’era nata, in Pakistan.
Ma a luglio una lettera d’aiuto recapitata via email alla segreteria dell’Istituto ha svelato il mistero di quella scomparsa. I genitori, ha raccontato, l’avevano portata in Pakistan con l’inganno, levandole i documenti, per farla sposare con un “buon partito”, scelto da loro.
Fuori dal cancello della sua vecchia scuola, un suo ex professore ci rivelato chi era la giovinetta, che vestiva con abiti indiani dai colori sgargianti. «Era integrata», ripete in continuazione. Frequentava l’indirizzo Telecomunicazioni. Si era prima iscritta all’artistico, ma gli studi erano troppo complessi per lei che a casa non parlava in italiano.
BUONI PROPOSITI
Era stata bocciata, ma senza perdersi d’animo, aveva cambiato indirizzo e durante il triennio era rimasta l’unica donna in classe con circa venti alunni uomini. Seduta tra i primi banchi col volto tondeggiante, aveva cura di prendere appunti sui quaderni giganti. «Era silenziosa, non disturbava mai.
Ma tutto sommato era integrata, non aveva pregiudizi nei confronti degli italiani. Voleva conoscere le tradizioni diverse dalle sue», spiega il professore. «Non l’ho mai vista indossare il velo per coprire il volto, per esempio». Tanto è vero che non aveva fatto richiesta di essere esonerata dall’ora di religione.
Vi prendeva parte, poneva domande, era curiosa. Mentre gli altri alunni annoiati si tiravano addosso le cartine e sonnecchiavano sui banchi, lei ascoltava. «Professore, io la invito una volta a venire in Moschea», aveva detto una volta. Non si può dire che fosse la prima della classe, «ma si impegnava molto», racconta l’insegnante.
«Aveva stretto un rapporto speciale con l'insegnante di Italiano, ci tenevano l’una all’altra». Infatti la giovane, che adesso ha 23 anni, sola in una classe di maschi, si era aggrappata alla prof Patrizia Zafferami. Se fosse rimasta qui, diceva sempre, si sarebbe diplomata, sposata e poi avrebbe cercato lavoro.
NESSUN SOSPETTO
Dei suoi genitori nessuno aveva sospettato nulla. Il padre è un tuttofare che cercava di arrangiarsi lavorando per alcune ditte della zona, e la madre in quegli anni si era ammalata.
Un tumore che doveva essere curato prima che progredisse, ma lei si era rifiutata per diverso tempo di sottoporsialle cure.
Ma poi aveva ceduto ed è riuscita a salvarsi. Mentre suo fratello è riuscito a diplomarsi senza che nessuno gli mettesse i bastoni tra le ruote e sognalaGermania. La pakistana, però, non ha ceduto alle pretese dei genitori nemmeno arrivata in Pakistan. Sièinnamorata diun giovanotto indiano con cui ora vive.
«I miei genitori non mi permettono di stare con lui, nella nostra cultura una ragazza non può scegliere con chi stare», ha scritto. «Speriamo che il ministero degli Esteri faccia il possibile per riportare in Italia questa ragazza», afferma il professore. Il suo futuro è nelle mani delle Istituzioni.
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