DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Roberta Polese per www.corrieredelveneto.corriere.it
Nicola Cesarato aveva avuto uno strano presentimento mercoledì sera. Aveva sentito suo figlio al telefono poco prima delle 19, gli aveva detto che stava tornando a casa e che si sarebbero visti per cena. Un ritardo di 15 minuti ha innescato l’ansia per quella moto su cui viaggiava Piergianni, la stessa che si accende in ogni genitore che ha un figlio in giro su una due ruote.
Nicola ha geolocalizzato il figlio collegandosi con il suo cellulare e ha visto che era fermo in via Chiesanuova, una strada che è di fatto un tratto di statale che collega il centro di Padova con Vicenza, un tratto molto frequentato. Correndo verso quel segnale Nicola è andato incontro allo strazio più profondo che si possa immaginare. Su quella strada ha incontrato prima un’ambulanza, poi una macchina della polizia, e una lunga fila di auto. Infine ha visto la moto di suo figlio accartocciata a terra e il suo ragazzo, coperto da un lenzuolo bianco.
«L’ho trovato sulla strada»
Nicola ha lasciato la macchina aperta e si è gettato sul suo figliolo, disperato «è colpa mia, non gli dovevo comprare la moto» ha urlato in quel momento ai poliziotti. Il giorno dopo al telefono non riusciva a dire una parola. «Lo aspettavo, non lo vedevo tornare, ho localizzato il suo cellulare e l’ho raggiunto, siamo genitori viviamo sempre in preda all’ansia quando i figli sono in giro in motorino. E l’ho trovato lì, sulla strada» dice Nicola che subito dopo è stato portato in ospedale, insieme alla moglie, per un malore.
Piergianni frequentava un liceo privato, il Don Bosco di Padova. Aveva ottimi voti e una passione per il basket. Non aveva i social, perché era un ragazzo a cui piaceva la vita reale, non perdeva ore davanti al cellulare. Quella Yamaha 125 era il suo sogno, prima aveva un motorino più piccolo, ma al papà aveva chiesto un mezzo nuovo. La famiglia aveva molto discusso, la mamma era contraria, il papà invece ha voluto premiare quel ragazzo così in gamba, si meritava un regalo. Prima di prendere il motorino quel pomeriggio era andato dalla nonna a chiederle la paghetta settimanale: «Devo comprare un regalo per la mia fidanzata» aveva detto.
«Non torneremo a casa»
La sera dell’incidente era stato a giocare a basket ed era di ritorno. Un furgone avrebbe fatto una svolta senza accorgersi del suo arrivo. L’autista è indagato per omicidio stradale, l’alcoltest era negativo. A Padova, alla scuola Don Bosco, ci sarà un incontro tra il preside, la famiglia e i compagni di scuola di Piergianni.
«Lui era un ragazzo straordinario — dice ancora papà Nicola — lo scriva che era un ragazzo d’oro, andava bene a scuola, aveva una fidanzatina bellissima, era bravo a basket, mercoledì mi aveva detto che andava a giocare, non so esattamente dove sia stato, aveva amici un po’ dappertutto, si spostava. Ora non credo che torneremo presto a casa, io e mia moglie siamo dai miei suoceri e ci staremo per un po’, impossibile pensare di tornare».
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