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Francesco Tortora per www.corriere.it
Nuovo record nella produzione di rifiuti elettronici nel mondo. Un recente studio dell’Università delle Nazioni Unite ha stimato che nel 2014 il peso della spazzatura elettronica, per lo più frigoriferi, lavatrici e altri elettrodomestici, ha raggiunto l’ammontare di 41,8 milioni di tonnellate. La stessa ricerca rivela che solo un sesto di questa spazzatura è correttamente riciclata e che entro il 2018 anni l’e-waste potrebbe superare la soglia delle 50 milioni di tonnellate.
I NUMERI
La ricerca dimostra, tra l’altro, come i Paesi che producono maggiori rifiuti elettronici pro-capite siano le nazione che vantano una forte coscienza ambientalista. Dando un rapido sguardo alla classifica infatti si appura che sebbene i paesi che producono, in termine di volume, la maggior parte dell’e-waste siano gli Stati Uniti e la Cina (assieme generano il 32% dell’ammontare totale), in cima alla classifica relativa alla produzione per abitante si piazza la Norvegia (28,4 kg pro-capite), seguita dalla Svizzera (26,3 kg), dall’Islanda (26,1 kg) e dalla Danimarca (24 kg). Seguono Gran Bretagna (23,5 kg), Paesi Bassi (23,4 kg) e Svezia (22,3 kg) mentre chiudono questa poco rinomata top ten la Francia (22,2 kg) e gli Stati Uniti (22,1 kg). Il continente con la minore quantità di rifiuti elettronici per abitante è l’Africa, con 1,7 kg a persona.
PERICOLI
Le Nazione Unite sottolineano come tutto l’ammontare dell’e-waste sia l’equivalente di 1,15 milioni di carri-armati messi in fila che occupano una spazio lungo 23.000 km. Se fossero recuperati e riciclati - continua il report - produrrebbero una ricchezza che supera i 52 miliardi di dollari: «Globalmente, i rifiuti elettronici sono una preziosa miniera urbana, un grande potenziale serbatoio di materiali riciclabili - spiega David Malone, collaboratore del segretario generale dell’Onu e rettore dell’Università della Nazioni Unite - Allo stesso tempo, il contenuto pericoloso dei rifiuti elettronici costituisce un “miniera tossica” che deve essere gestita con estrema cura».
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