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Francesco Raiola per "www.fanpage.it"
Rudi Dolezal è un video producer e regista che negli anni ha lavorato con alcune delle più grandi star della musica mondiale tra cui Freddy Mercury e Michael Jackson, la cui immagine è nell'occhio del ciclone a causa del documentario "Leaving Neverland" in cui tornano d'attualità le accuse di pedofilia e abusi che negli anni hanno inseguito il Re del Pop e da cui è stato assolto in Tribunale.
Nonostante la causa legale, però, non sono mai scomparsi i dubbi attorno al rapporto tra il cantante e alcuni bambini che adesso, adulti, stanno ricordando proprio quelli che all'epoca e anche col tempo non avevano vissuto come abusi (due dei maggiori accusatori avevano testimoniato a favore del cantante durante il processo).
LEAVING NEVERLAND DOCUMENTARIO SU MICHAEL JACKSON
Le accuse del documentario
In queste settimane, quindi, moli tra fan e colleghi hanno preso posizione con varie ripercussioni.
In un'intervista a Page Six è intervenuto anche Rudi Dolezal, regista di migliaia tra video musicali, documentari e film concerti, che per anni è stato vicino al cantante a partire dal tour di "Dangerous" del 1992, quando per la prima volta incontrò il cantante: "Credo a ogni parola, è un lavoro brillante" ha detto il regista austriaco del documentario del britannico Dan Reed aggiungendo che capisce anche perché in molti hanno difficoltà a farlo: "nessuno avrebbe fermato Michael, è sempre difficile pensare che un'icona sia un truffatore" ("It’s hard to believe an icon is a con" in originale).
L'infanzia difficile di Michael Jackson
Dolezal ha anche parlato dell'infanzia difficile del cantante soprattutto a causa del padre Joe che lo metteva, quando aveva 4 anni, su un piano cottura bollente per allenare i suoi passi, come spiegava l'uomo: "Il modo in cui lo diceva non era con rimorso. Mi dispiace molto per Michael".
michael jackson e james safechuck 1
Il regista parla anche del fatto che gli fu permesso solo di filmare il cantante durante le esibizioni perché quando era a casa era praticamente senza naso, gli spiegarono, perché a causa della cartilagine tolta il naso era collassato: "Aveva bisogno di un naso di plastica che aveva bisogno di ore per essere fissato".
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