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Rino Giacalone per www.lastampa.it
Si è fermata poco dopo le 8 poco al largo della costa nord di Trapani, poco più in là della Torre di Ligny, una antica torre di avvistamento collocata alla punta estrema della città cosiddetta falcata, per via della forma dello spazio dove si trova il centro storico cittadino, la nave "Azzurra" della compagnia Gnv con il suo carico di migranti, proveniente da Lampedusa.
Dopo una serie di riunioni in prefettura, dove il prefetto Tommaso Ricciardi ha riunito apposta il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, le autorità hanno scelto di non fare ormeggiare in porto il traghetto, ma di tenerlo in rada, almeno fino a quando le condizioni meteo marine lo permetteranno. Domani mattina è previsto un ormeggio in banchina per consentire alcune operazioni tecniche, rifornimenti e altro, poi la nave tornerà in rada.
la nave azzurra arriva a lampedusa
A bordo oltre all'equipaggio e al personale della Croce Rossa Italiana, e tra questi anche i mediatori culturali, ci sono 603 migranti. Di questi un buon 70 per cento è costituito da tunisini, poi ci sono alcuni nuclei familiari di provenienza subsahariana, con donne e bambini.
Una decina poi sarebbero i minori non accompagnati. Il dato esatto lo fornirà il comandante della nave come gli è stato chiesto oggi dal comando della Capitaneria di Porto di Trapani. Una sala operativa è stata allestita in capitaneria, e guidata dal prefetto Ricciardi segue l'evolversi della situazione.
«Al momento - dice il prefetto - tutto si sta svolgendo bene sia per i controlli di sicurezza che per l'assistenza a bordo, la situazione a bordo è buona. A terra sono stati allestiti punti di assistenza in caso di emergenza o ancora in vista dell'ingresso in porto della nave previsto solo per qualche ora, il tempo necessario ai servizi tecnici da fornire».
Tra i 603 migranti una trentina sono quelli risultati positivi ai test Covid 19. La quarantena in mare a bordo del traghetto per loro durerà una decina di giorni, non terminerà prima del 17 agosto. «La nave - dicono dalla GNV - ha allestito per i migranti i suoi 4 ponti, uno di questi riservato ai soggetti risultati positivi o anche a chi risulta essere stato in contatto con loro, il ponte è per così dire blindato».
Gli altri ponti usati in modo distinto per i nuclei familiari, per le donne e i bambini, per i soli uomini. La vigilanza in mare è garantita dalle motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera. A terra nel punto di emergenza anche Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco e personale sanitario. A dare loro assistenza personale della Croce Rossa Italiana.
Presto verranno avviate anche le procedure burocratiche per chi, tra i 603 migranti, ha diritto a chiedere lo status di rifugiato. Se nel Centro di trattenimento di Milo non ci sarà posto, la prefettura sta vagliano la loro collocazione in un ex capannone industriale oggi confiscato. I migranti tunisini invece saranno soggetti al rimpatrio.
E durante il viaggio da Lampedusa a Trapani un gruppo di migranti tunisini ha innescato una protesta poi per fortuna rientrata, e dopo poco tempo, la loro preoccupazione era quella che stavano per essere riportati in un porto tunisino. A terra tanti curiosi attratti da quel traghetto fermo al largo, davanti la zona costiera di Trapani, un lungo tratto di costa balneabile e oggi per questo affollato da tantissima gente.
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