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Federica Cavadini per il “Corriere della Sera”
Da un' idea del rettore Gianluca Vago, era febbraio del 2015, a una richiesta dell' intero ateneo: sì al trasferimento del campus milanese di Città Studi sul sito di Rho dove l' anno scorso si è svolta Expo.
Voto unanime del cda e parere favorevole a larga maggioranza del senato accademico.
L' Università Statale è quindi per il cambiamento «radicalmente innovativo» proposto dal rettore Vago, pronta al trasloco su quell' area che aspira a diventare una Città del sapere, della ricerca e dell' innovazione. Insieme al progetto Human Technopole, la Scala che realizzerà il suo polo artistico e produttivo, l' ospedale Galeazzi che si è già prenotato e aziende - da Ibm a Roche, da Nokia a Bayer - che si sono fatte avanti.
La manifestazione d' interesse della Statale arriverà sul tavolo di Arexpo, società proprietaria dei terreni. «Un futuro competitivo può essere soltanto lì» è la posizione condivisa. Avanza quindi il progetto che adesso il rettore chiama Science for citizens: «L' idea è fare del campus a Rho un ambiente di studio e di ricerca e un luogo di crescita civile», e anche «un campus paperless , con tecnologie digitali e didattica innovativa».
Progetto ambizioso che ieri mattina è stato presentato in conferenza stampa anche con il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, sulla base di un piano di fattibilità preparato da Boston Consulting Group e con i disegni dall' architetto Kengo Kuma che aveva preparato una prima ipotesi di progetto. Piano da 150 mila metri quadrati per un investimento di 380 milioni.
Il campus con tutte le facoltà scientifiche che oggi sono a Città Studi muoverebbe sull' area ventimila persone: 18 mila gli studenti, quasi duemila i ricercatori. «L' area è in posizione strategica per i trasporti, le infrastrutture sono pronte e c' è la possibilità di sinergie e integrazioni», spiega Vago. «E ristrutturare Città Studi, dove il nucleo storico risale a prima del 1930, costerebbe più che realizzare il nuovo».
Sul sito di Expo ci sarebbero aule e laboratori dell' area scientifica, da biologia e biotecnologia a medicina sperimentale, farmacologia, agroalimentare,scienze della terra, chimica, fisica, matematica, informatica e anche scienze motorie che lì avrebbe impianti sportivi adeguati.
Il rettore ieri ha immaginato di poter inaugurare a Rho l' anno accademico 2021-2022.
«Anche se adesso il tema diventa economico e politico. Momento decisivo sarà a ottobre con la legge di stabilità, se vi sarà un capitolo post Expo, capiremo se il tema del campus regge».
Sui finanziamenti Vago ha chiarito che «l' ateneo può impegnarsi per 130 milioni, altri cento si ricaverebbero dalla valorizzazione degli immobili di Città Studi, 130 dovrebbero arrivare dalle istituzioni». Intanto, l' ad di Arexpo Giuseppe Bonomi a Roma ha avuto incontri al ministero dell' Economia sull' ingresso del governo nella società e con il presidente dell' Anticorruzione Raffaele Cantone che ha promesso collaborazione.
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