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Alessio Ribaudo per “Il Corriere della Sera”
motociclista del club a baghdad
Ieri è arrivato il primo «sì». Scooter e moto «125» potranno circolare sulle tangenziali e le autostrade. Le biciclette e i motocicli, un giorno, si muoveranno sulle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici in città.
Non c’è solo la novità del reato di omicidio stradale negli articoli che compongono la legge delega, licenziata dopo otto mesi di lavori dalla commissione Trasporti della Camera, che fissa i criteri per la riforma del Codice della strada. Gli articoli approvati ieri, infatti, sono rivolti alla mobilità sulle due ruote, in città e sulle strade extraurbane.
Quando sarà completato l’iter parlamentare, il Governo Renzi avrà 12 mesi di tempo per varare la nuova legge. Se accoglierà le indicazioni fornite dai deputati, arriverà il via libera definitivo per consentire ai proprietari di moto e scooter di cilindrata 125 cc di circolare su tangenziali e autostrade ma patto che i conducenti siano maggiorenni.
«Così il nostro Paese — spiega l’Associazione nazionale ciclo motociclo accessori (Ancma), che riunisce le aziende italiane costruttrici di veicoli a 2 e a 3 ruote — si allinea finalmente al resto d’Europa, dove questa limitazione non è mai esistita».
Inoltre, nel testo è prevista l’adozione di «misure per favorire l’accesso delle due ruote nelle corsie preferenziali dei mezzi pubblici delle città».
IGNAZIO MARINO E LA SUA SCORTA DI VIGILI IN BICI
Linee guida che se tutti i sindaci — ai quali spetta la competenza per legge — attuassero, potrebbero mettere fine al guazzabuglio normativo che rende complicato ai cittadini capire in quali città è consentito circolare sulle corsie e in quali no. «La semplificazione normativa è una delle pietre miliari di tutta la riforma del Codice — dice Riccardo Nencini, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti — e noi non vogliamo assolutamente “sorpassare” i sindaci ma, piuttosto, invitarli a dare la possibilità di circolare a ciclisti e motociclisti con più sicurezza. A loro vogliamo attribuire lo status di utenti vulnerabili della strada, anche con altre norme».
L’idea che serva maggiore sicurezza è sposata anche da Ancma-Confindustria. «L’accesso alle corsie preferenziali anche per le bici e i motocicli accresce la sicurezza degli utenti delle due ruote separandoli dal traffico ordinario. È stata mutuata dall’esperienza positiva di altre città europee, come Londra».
Esultano anche le associazioni di ciclisti. «È una gran bella notizia — sostiene Giulietta Pagliaccio, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta — perché fa capire che c’è una diversa attenzione al tema della mobilità sostenibile con norme, tra l’altro, a costo praticamente zero per lo Stato. Noi speriamo che al Senato venga anche introdotto il limite di 30 km/h nel centro delle città e la possibilità di studiare nuovi piani del traffico per consentire il controsenso ciclabile».
maurizio lupi pennarello argento
Tra gli altri provvedimenti contenuti nel testo della legge delega c’è la previsione di un sistema di marchiatura volontaria del telaio delle bici, che renderà più semplice alle forze dell’ordine l’identificazione e il recupero di quelle rubate. Furti che avvengono specialmente in città e che fanno desistere dall’acquisto.
Infine è stato affrontato il problema annoso delle strade; arterie spesso costruite molti anni fa, quando si badava più alla sicurezza degli automobilisti che a quella di ciclisti e centauri. «Grazie ai nuovi criteri ci dovrà essere più attenzione alla presenza, a bordo strada, di ostacoli fissi come i supporti della segnaletica o i guardrail — conclude Ancma — e per questo il ministero dei Trasporti sarà incaricato di predisporre linee guida destinate agli enti proprietari delle strade per la progettazione e la costruzione di infrastrutture sicure anche per gli utilizzatori di veicoli a due ruote. Il documento potrà essere ancora modificato nel successivo passaggio al Senato, ma già oggi contiene lo scheletro del futuro codice stradale».
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