matteo bassetti

“RICEVO AVANCES DAGLI UOMINI MA RESTO UN ETEROSESSUALE CONVINTO” - MATTEO BASSETTI APRE LE VALVOLE: “GLI ALTRI VIROLOGI? CHI? ALLA FINE L’UNICO SOPRAVVISSUTO SONO IO. LA VIOLA È UNA DONNA PIACENTE CHE PERÒ DI MALATTIE INFETTIVE NON HA BACKGROUND. PALÙ È UN FENOMENO IN LABORATORIO, MA NON HA MAI VISTO UN MALATO. PREGLIASCO È UN PROFESSORE DI IGIENE - LA POLITICA? HO SEMPRE RIFIUTATO. L’HO DETTO ANCHE A CRISANTI: MA COSA VAI A FARE? CON LUI ANDIAMO PIÙ D’ACCORDO ADESSO CHE QUANDO CI FACEVANO LITIGARE IN TV" - LE DENUNCE AI NO VAX, TOTI (“VIENE SPESSO A CASA NOSTRA, GLI CUCINO IL RISOTTO ALL’AMARONE”) - "MIO FIGLIO MEDICO? L’HO DISSUASO"

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Giovanni Viafora per il “Corriere della Sera” - Estratti

matteo bassetti

 

Provate a prendere Matteo Bassetti, virologo. E nella sua Genova. Un’impresa. Ci si insinua tra ospedale e padel. Un tratto si corre in moto. Poi le domande inizia a farle lui (che per un’intervista...): «Partiamo dal mio libro: le è piaciuto?». Il libro: Essere medico , in uscita domani per Piemme.

 

Ecco, mi faccia dire...

«...che è molto, molto introspettivo, vero? È il libro della conciliazione. I tre precedenti erano stati divisivi. Con questo voglio riavvicinare la gente».

 

Divisivi in che senso?

«Libri sul Covid, sui microbi. Ho dovuto chiedere ad Amazon di sospendere i commenti dei lettori. Non era mai successo».

 

La insultavano?

«Scrivevano cose allucinanti senza aver letto nulla. La gente non capisce che puoi essere il più grande nemico, ma che se sei un mio paziente ti curo lo stesso».

 

Non saranno tutti così...

«Con il Covid al San Martino ricoverammo 5-6.000 pazienti. La maggior parte non era vaccinata. Molti li abbiamo salvati. Uno di loro da allora mi scrive tutte le mattine alle 6, augurandomi buona giornata. Si era pure fatto un video in cui in pratica si diceva da solo: “Sono un co...”. Lo portai al Maurizio Costanzo Show».

 

Altri comunque li ha denunciati.

matteo bassetti cover

«Siamo a circa un centinaio. E ci sono almeno venti processi ancora in corso. Ci fu chi mi mise una lettera sotto la porta: “Sappiamo dove vivono i tuoi figli, non ci fermeremo finché non vedremo scorrere il loro sangue”. Ho querelato anche una giornalista di Fuori dal coro : disse che ero diventato professore grazie a mio padre».

 

Dante Bassetti, per anni primario a Infettive a Genova, dove ora lavora lei. Quante volte gliel’hanno rinfacciato?

«Molte, mi ha sempre pesato. Al suo funerale ci mancava poco che mi dicessero di seguirlo nella tomba. Lui mi ha dato i geni però la carriera me la sono fatta da solo. Oggi, nel mio campo, ho il curriculum più forte in Italia, con un H-Index di 115 che, se consente, è veramente eccessivo . Il più alto degli infettivologi è 10-15 punti sotto...».

 

A suo figlio, però, ha impedito di fare il medico. È vero?

«Diciamo che ho fatto di tutto per dissuaderlo. Lui voleva iscriversi a Medicina, ma gli ho detto: tuo nonno è stato un grandissimo di questo mestiere, tuo padre anche. Tu vivresti di confronti. Si è iscritto ad Architettura».

 

(…)

 

Perché?

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«Una volta in Italia l ’upper society era fatta da medici, avvocati, professionisti. Ora sei considerato se fai lo YouTuber.Non c’è più riconoscimento sociale. Bisogna intervenire facendo diventare più attrattive certe specialità e cambiando le condizioni di lavoro».

Con l’associazione degli specializzandi lei si è scontrato duramente.

«Li ho querelati».

 

Anche loro?

«Mi hanno attaccato sulla libertà di pensiero. Avevo detto che, per un medico, scioperare è un ossimoro».

 

Nel suo reparto come si lavora?

«Organizzazione militare. Ma c’è sempre una parte goliardica. A Natale organizzo io una cena con medici e infermieri. Quest’anno ho pagato una serata danzante a Palazzo Ducale per 84 persone. C’era pure Angelo dei “Ricchi e Poveri”, l’avevamo guarito noi dalla polmonite».

 

Quindi non è tirchio, come qualche malalingua sostiene?

«I miei figli mi chiamano “T-Rex”, perché avrei le braccine corte come un dinosauro.

Ma sono solo parsimonioso».

 

Lei paziente, invece?

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«Mi rompo il ginocchio giocando a calcetto. All’epoca lavoravo a Udine, scelgo io l’anestesista. Mi operano, mi sveglio. Morale: ero nudo. In pratica nacque la leggenda delle mie mutande. Dicevano: se le saranno prese un’infermiera o qualche dottoressa».

Dio mio.

«Poi ci fu quella del pappagallo...»

 

Ecco, c’è nel libro, magari lasciamo la suspence... La morte le fa paura?

«Molto. Mi spaventa quello che non si può completare. Come padre, come marito, come medico».

 

È credente?

«Le dico questo: io mi chiamo Matteo Maria, mia moglie Maria Chiara; i miei figli Dante Maria e Francesco Maria. Quando nacquero portammo alla Madonna della Guardia i cuscini con i loro nomi ricamati. E ogni domenica mattina andiamo a messa a Boccadasse».

 

Non è che è parente di Bassetti, il cardinale...?

«Mi hanno detto anche questa. Ma no. Invece ho un padre spirituale, con il quale mi confido. Una persona straordinaria, che lavora con me».

 

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Come, «lavora con lei»?

«Sì, è un mio specializzando. Ha 62 anni, si chiama Fra Luca Bucci ed è il fratello di Marco, il presidente della Regione Liguria. Tra noi c’è un rapporto speciale».

 

E con il predecessore, Toti?

«Grande amico. Viene spesso a casa nostra, gli cucino il risotto all’Amarone. Mi è dispiaciuto per quello che gli è successo, ha pagato oltre il dovuto».

 

Cosa vota?

«A 24 anni fondai un club di Forza Italia, ho sempre vissuto nel mito di Berlusconi. Il Cavaliere mi mandò una foto con il mio primo libro in mano».

 

In parlamento ci andrebbe?

«Mi hanno proposto di tutto, ho sempre rifiutato. Le pare: ho sudato tanto per arrivare dove sono e dovrei mollare tutto per andare a schiacciare un bottone per fare un favore al capo del partito? L’ho detto anche a Crisanti: ma cosa ci vai a fare? Con lui comunque andiamo più d’accordo adesso che quando ci facevano litigare in tv. Era solo un gioco per fare share».

 

E con gli altri virologi?

«Chi? Guardi che alla fine l’unico sopravvissuto sono io.

MATTEO BASSETTI SBROCCA CONTRO LA POLIZIA MUNICIPALE

La Viola è una donna piacente che però di malattie infettive non ha background. Palù è un fenomeno in laboratorio, ma non ha mai visto un malato.

Pregliasco è un professore di Igiene. Io alla sera quando andavo in tv, riferivo quello che avevo visto in reparto».

Le fanno avances? Con tutta questa popolarità...

«Tantissime soprattutto dal mondo maschile. I social sono un mondo».

 

Sua moglie?

«Ci vogliamo molto bene. E resto un eterosessuale convinto. Ora scusi, ho il calcetto».

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