DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Tommaso Moretto per www.corriere.it
Erano arrivati a Rimini convinti di avere trovato per il periodo di ferragosto una soluzione vantaggiosa per il pernottamento, con la caparra già versata. Ma all’arrivo si sono trovati una struttura sold-out. Altri pensavano di avere pagato per la pensione completa e invece si sono ritrovati la cucina chiusa. Una situazione, come raccontata anche dall’edizione locale del Resto del Carlino, che va avanti oramai da diversi giorni.
Di fronte al due stelle della frazione Marebello anche questa mattina c’è un via vai di clienti arrabbiati che dichiarano di essere stati raggirati e truffati. «Siamo venuti ora e non c’è nessuna stanza», racconta una signora appena giunta con marito e nipote da Arezzo. Avevano prenotato fino a Ferragosto. «Non c’è nemmeno nessuno che spieghi».
Dei proprietari dell’albergo non c’è traccia. I dipendenti, incolpevoli, dicono che questa storia va avanti da settimane. Sarebbero 500 le prenotazioni effettuate nonostante la disponibilità di 40 posti. «200 euro» la caparra già versata dalla signora.
I titolari a Torino
Un altro signore, albanese, aveva prenotato per dieci giorni. È arrivato il 6 agosto con la famiglia e un anticipo dato di «400 euro», spiega. «Sono arrivato qua e la camera non era disponibile. Ieri sera ho pagato 1.400 euro» e gli è stata data una camera, «ma non c’è il mangiare», denuncia. Sul sito dell’hotel c’è scritto: «Il nostro ristorante vi accoglierà per cena fino a mezzanotte».
Una fotografia ritrae un’abbondante colazione. Un’altra famiglia aveva prenotato «pensando di avere compreso l’all-inclusive, e invece non c’è niente di tutto questo. A volte manca il cibo e i clienti vengono mandati via per esubero». Il padre afferma di avere versato la caparra su un conto «in Irlanda» come altri.
Per questioni burocratiche, spiegano dall’Associazione albergatori Rimini, l’hotel non è ancora stato chiuso, perché senza la Pec e con i titolari residenti a Torino, il provvedimento non sarebbe ancora stato notificato. Dall’associazione fanno anche sapere che si tratterebbe di persone note, non nuove a episodi di questo tipo con altre strutture.
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