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BENVENUTI AL "PESTIVAL" DI SANREMO – RIVOLTA NEL CARCERE DI CITTA' LIGURE: QUATTRO ORE DI RIVOLTA IN CUI I DETENUTI HANNO FATTO DI TUTTO. LENZUOLA INCENDIATE, SGABELLI E TV FUORI DALLE SBARRE – IL PENITENZIARIO È STATO TRASFORMATO IN UN CAMPO DI BATTAGLIA DA 16 DETENUTI UBRIACHI. LA SITUAZIONE SI È SCALDATA A CAUSA DEL…
Claudia Guasco per “il Messaggero”
Gli animi hanno cominciato a surriscaldarsi attorno alle nove di sabato sera, con una lite da una cella all' altra. Prima qualche insulto, poi i toni sono saliti e le grida, corroborate dall' alcol ottenuto illegalmente dalla fermentazione della frutta, si sono fatte sempre più forti. A questo punto i reclusi sono passati all' azione, lanciando fuori dalle sbarre suppellettili, sgabelli e tavolini distrutti, televisori fatti a pezzi, brandelli di lenzuola incendiate.
TENSIONE
È durata quattro ore la rivolta dei detenuti del carcere di Sanremo, uno scontro che ha tenuto in scacco per quattro ore la prima sezione che ospita 46 reclusi. Una situazione ad alta tensione frutto del sovraffollamento: i detenuti sono in tutto 270, in uno spazio sufficiente per 190-200 persone al massimo.
Così due sere fa il penitenziario si è trasformato in un campo di battaglia. I 16 detenuti ospiti di tre celle - gli stessi che nei giorni scorsi si erano rifiutati di rientrare dietro le sbarre - tutti completamente ubriachi, hanno cominciato a buttare nel cortile interno mobili e stoviglie. Poi le lenzuola incendiate e i fornelletti a gas accesi.
A quel punto il fumo denso e nero sprigionato dalle coperte bruciate ha ammorbato l' aria dentro la casa circondariale e due poliziotti sono rimasti intossicati. Ci sono volute ore di trattativa e tutta la pazienza e l' abilità della polizia penitenziaria per riportare, all' alba, un po' di calma. Il Dap ha disposto il trasferimento di tredici detenuti, uno comparirà domani davanti al giudice delle direttissime con l' accusa di danneggiamento.
La notte di proteste è anche conseguenza dell' alta densità della casa circondariale, dove per quasi due mesi a causa del crollo del ponte Morandi sono stati dirottati tutti i reclusi del ponente ligure. Anziché a Genova sono finiti a Sanremo, mettendo in crisi una struttura già al limite.
PROVVEDIMENTO REVOCATO
Il provvedimento è stato revocato solo la scorsa settimana, ma è ancora presto per vedere qualche effetto positivo. Inoltre, come spiega una fonte interna, «non dimentichiamoci che siamo a due passi da confine con la Francia, con tutti i problemi di immigrazione connessi: dopo la stretta dei controlli ai confini disposta da Parigi, se prima qualche migrante riusciva a passare la frontiera adesso non è più possibile e restano tutti qui».
Anche se il numero di reclusi nella casa circondariale di strada Armea 144 è diminuito rispetto ai livelli record di tre anni fa, il sovraffollamento è un male cronico come in tutte le carceri: «Non siamo più in una situazione di emergenza come allora, tuttavia adesso gli stranieri sono tanti e alcuni abbastanza aggressivi per vicissitudini personali».
I sindacati della polizia penitenziaria chiedono a gran voce un intervento del ministro della Giustizia Bonafede. Come spiega Fabio Pagani, segretario della Uilpa: «Da dieci giorni segnaliamo la necessità di uno sfollamento perché il carcere può contenere al massimo 200 detenuti, ma l' amministrazione purtroppo è lenta».
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