dmitry arzhanov

RUBLI RUBACAPRI - L’INVASIONE RUSSA PER IL COMPLEANNO DEL MAGNATE ARZHANOV - AEREO PRIVATO DA MOSCA, ALISCAFO RISERVATO, REQUISITI UN RESORT, UN BAR IN PIAZZETTA, UNA SPIAGGIA - E INFINE FESTA CON PUPO & GUETTA

Silvia Truzzi per "Il Fatto Quotidiano"

 

capri palace
capri palace

“Capri è un bocconcino minuscolo, ma squisito” annota nel taccuino isolano Maksim Gor’kij, lo scrittore russo che da esule fondò sullo scoglio più bello del mondo la sua scuola di partito. Si dirà: basta con questa storia dell’esilio, della partita a scacchi, della visita di Lenin. È roba di cent’anni fa. Invece no.

 

Il lettore deve sapere che dopo tre giorni d’indagini serrate, spifferi e indiscrezioni sussurrate, finalmente si è saputo chi è il misterioso magnate che ha occupato l’isola con i suoi 150 ospiti.

 

È Dmitry Arzhanov – ex deputato nell’Assemblea regionale, esperto manager del business energetico, direttore generale di Tns Energo Group, dopo alcuni anni trascorsi alla guida di Transneftservis – che ha scelto di festeggiare il suo 42esimo compleanno qui. E dove è nato? A Nizhniy Novgorod, città a metà strada tra Mosca e Kazan’, dove proprio Gor’kij nacque nel 1868.

 

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Dunque il soggiorno è un omaggio all’illustre concittadino: non a caso al Capri Palace, l’hotel di super lusso dove soggiornano gli ospiti di Arzhanov, è stata allestita una mostra in onore dello scrittore. Sia chiaro, le raffinatezze finiscono qui: il primo giorno dopo lo sbarco non è stato esattamente all’insegna dell’eleganza.

 

CASH E TRASH PIÙ CHE TRES CHIC

Diciamo che i russi Gor’kij l’hanno preso in parola e il bocconcino minuscolo se lo sono divorato. Con bonifici – molti dei quali arrivano dal Sud Africa – e un mare di soldi cash: molti, maledetti e subito. Sono arrivati con un aereo privato da Mosca, e perfino l’aliscafo che martedì li ha portati da Napoli a Capri era riservato: ma c’è stata qualche difficoltà all’arrivo, tanto che è stata necessaria una lettera del Capri Palace alle autorità portuali che non volevano accordare l’autorizzazione all’attracco.

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Hanno prenotato ristoranti, spiagge, barche, servizi di transfer privati con i vetri oscurati ma anche cinque taxi (che dovrebbe essere un servizio pubblico). Per l’aperitivo di ieri l’intero Gran Caffè, uno dei quattro bar della Piazzetta, dalle 18 era off limits. Il loro “welcome” a Capri avrebbe dovuto essere un aperitivo al porto, che alla fine si è svolto in hotel. Per la cronaca: gli organizzatori avevano chiesto due grandi otri di olive verdi e altrettanti secchi per una gara di sputo del nocciolo.

 

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Di primo mattino al Faro – una delle due spiagge di Anacapri, dove il sole resta fino a che non si tuffa nel mare di fronte a Ischia – arrivano gli habituée. E spalancano gli occhi, perché il lido è stato interamente trasformato dai russi che lo hanno affittato “ad uso esclusivo” (l’espressione è molto utilizzata) per tre giorni, Ferragosto compreso (alla modica cifra, dicunt, di 350mila euro).

 

È stato tutto modificato, coperto, chiuso agli sguardi indiscreti: sventolano tendoni mai visti prima, compaiono pagliarelle e lettini con materassi nuovi di zecca perché quelli vecchi erano troppo plebei. All’ingresso un’esposizione di abiti e cappelli, naturalmente a disposizione egli ospiti. È tutto bianco, come i russi comandano.

 

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E così nella porzioncina di spiaggia privata fuori dallo stabilimento recintato gli ombrelloni “diversi” non ci possono stare: sono di un altro colore e siccome si faranno le foto dal satellite, pare brutto sporcare le immagini con parasole plebei.

 

GLI ESCLUSI DALL’USO ESCLUSIVO

Lì si può solo affittare una sdraio, 15 euro insolazione compresa. Dunque la signora Rosa, incinta di sei mesi, racconta che si è dovuta ritirare nel baretto qualche metro sopra. Naturalmente dove la spiaggia è libera, i bagnanti che si devono accontentare delle rocce, se ne fregano della coerenza cromatica e piazzano i loro ombrelloni.

 

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Verso le 11 arrivano quattro turisti italiani ignari dello sbarco russo: allo stabilimento li mandano via molto gentilmente, ma siccome loro sono piuttosto arrabbiati, per non far troppo casino si premurano di pagare all’incazzoso gruppetto un taxi per la Grotta azzurra, dove il Nettuno non è stato prenotato.

 

La musica, che di solito c’è solo per qualche serata speciale, è altissima già alle 9: le forze dell’ordine assicurano che controlleranno, vigileranno, ma non succede nulla. Intanto una regata con cinque barche movimenta la baia: non dev’essere una gara molto emozionante perché si svolge in poche centinaia di metri di fronte allo stabilimento. La premiazione però avverrà in serata, in pompa magna, sotto il pergolato di limoni da Paolino.

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E sarà trasmessa da uno dei principali canali televisivi in madrepatria, il Russian Today. Arrivano i curiosi e più passano le ore più la spiaggia libera si affolla: ma i russi – giovanotti palestrati e signorine avvenenti – non danno confidenza. Preferiscono starsene tra loro, pranzando mentre tra i tavoli sfilano i modelli della boutique Capri Touch.

 

A bordo piscina le coreografie con i ballerini (e i trenini!): la spiaggia libera prova a rispondere con una contro-programmazione musicale, ma i decibel delle radioline possono poco. Stasera è prevista la super festa, che si terrà in albergo, in modo che nessuno s’intrufoli. Il programma prevede una cena con ostriche e champagne, pezzogne, ravioli capresi e torta caprese, fuochi d'artificio e soprattutto l’imperdibile concerto di Pupo, Ricchi e Poveri e del dj David Guetta (la cui faccia sarebbe bello vedere mentre il trio intona “Mamma Maria”).

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Capri, dicono tra i tavolini dei caffé in paese, è abituata ai Capricci dei ricchissimi. Dolce e Gabbana hanno militarizzato i Faraglioni per la loro sfilata in luglio, l’anno scorso un arabo a cui non piaceva il blu, fece ridipingere il ristorante il Riccio per il suo matrimonio. Tra storici villeggianti e residenti c’è chi mal sopporta l’occupazione ferragostana e chi invece fa spallucce: “Signorì, quelli pagano”. Alla faccia della crisi ucraina e delle politiche anti europee del compagno Putin. Ma alla fine saranno gli italiani a dire “dasvidania” a Capri?