DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Daniele Mastrogiacomo per "www.repubblica.it"
Un selfie mortale: è morto così, assassinato fra i suoi sostenitori Fernando Purón Johnston, 43 anni, candidato del Partido Revolucionario Institucional. Aveva appena finito un dibattito elettorale a Piedras Negras, nel Nord est del Messico, al confine con il Texas.
Ha lasciato la sala che ospitava l’incontro, è uscito all’aperto e qui è stato accolto da decine di sostenitori.
Uno ha chiesto e ottenuto di farsi un selfie con il suo candidato preferito. Il tempo di posizionare lo smartphone, sorridere e l'uomo è crollato a terra: colpito da un proiettile in testa sparata da un ignoto. Dell'assassinio c'è anche un video.
Panico, grida, fuga generale, con le guardie del corpo che ostentavano pistoloni e si guardavano in giro per individuare il killer. Purón è morto sul colpo, mentre ancora sorrideva alla macchina fotografica.
È la centododicesima vittima di quella mattanza che sta facendo fuori i candidati alle prossime amministrative messicane quasi uno per uno. Il piombo dei sicari che dal settembre scorso, quando è iniziata la campagna elettorale in Messico, che non smette di colpire.
Ignoti ancora i motivi dell'ennesimo omicidio. Anche se si sa che il leader politico, già sindaco della cittadina dello Stato di Cohauila, aveva ricevuto numerose minacce che lo costringevano a girare con ben dieci uomini di scorta.
Un omicidio eclatante, la dimostrazione di quanto le elezioni del primo luglio agitano tutto l’assetto politico ed economico del grande paese centroamericano.
Intanto proprio stanotte, nella serata messicana, si è tenuto il terzo e ultimo dibattito televisivo tra i candidati alla presidenza nella città coloniale di Merida e incentrato su crescita economica, povertà, salute, educazione e tecnologia, sulla base di domande raccolte dai social media.
In vantaggio c'è Andres Manuel Lopez Obrador presidente del National Regeneration Movement. I suoi principali rivali sono Jose Antonio Meade del Partito Rivoluzionario Istituzionale al potere e Ricardo Anaya che rappresenta una coalizione di sinistra.
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