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SANITÀ ALL’ITALIANA: TI PIOMBO A PIOMBINO - L'INFERMIERA KILLER CI AVEVA PRESO GUSTO: ACCERTAMENTI SU ALTRI CASI, SPULCIANO LE VECCHIE CARTELLE CLINICHE - POLEMICHE SULL'ALLARME SCATTATO IN RITARDO, DOPO 13 DECESSI

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Corriere.it

 

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Non è ancora finita. L' ordinanza del gip di Livorno fissa il numero dei decessi attribuiti alla mano di Fausta Bonino a 13, ma il lavoro va avanti. L' inchiesta potrebbe allargarsi. Procura e Nas fanno accertamenti su altri casi andando a ritroso nel tempo, spulciano le vecchie cartelle cliniche della rianimazione dell' ospedale di Piombino alla ricerca di anomalie e nuove morti da collegare alla somministrazione di elevate dosi di eparina.

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Al momento non ci sono altri indagati, ha detto ieri il procuratore di Livorno Ettore Squillace Greco, aggiungendo: «Non potevamo aspettare che venisse ucciso qualche altro paziente, perciò quando siamo arrivati alla conclusione ragionevole che le emorragie mortali fossero attribuibili a quella infermiera abbiamo portato le carte al giudice». Il mistero, per tutti, resta il movente. Non si sa perché Fausta Bonino avrebbe ucciso persone con problemi di salute ma non malate terminali.

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Anche per la città, ancora annichilita dallo shock, la storia non si chiude qui. Ieri molti avvocati hanno ricevuto la chiamata di persone i cui parenti sono morti nella rianimazione ma non sono nella lista dei 13.

 

«Io seguo i familiari di tre pazienti deceduti in quel reparto - spiega il legale Roberto Napoleoni - Si fanno mille domande, sono tormentati dal dubbio che i loro cari non siano morti di malattia». Si rivolgono agli avvocati anche i parenti di chi è citato nell' ordinanza del gip, e qualcuno, come Miliano Miliani, fratello di Terside morto il 27 giugno 2014, ha pensato di fare un comitato. Obiettivo: chiederanno i danni alla Asl che, se si arriverà a un processo e a una condanna, dovrà pagare risarcimenti record.

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Ma l' indagine dei Nas sta facendo muovere anche le istituzioni. Il ministro alla Sanità Beatrice Lorenzin, che segue personalmente la vicenda, è pronta a mandare i suoi ispettori. Prima aspetta che la procura concluda alcuni passaggi. Anche la Regione Toscana aprirà un' indagine. Verranno ricontrollati tutti i decessi.

 

A sollevare più dubbi è quanto successo in ospedale nel 2014 quando sarebbero avvenuti 8 dei 13 decessi attribuiti alla mano di Fausta Bonino. Nessuno però ha segnalato niente di strano dal reparto e dalla direzione del piccolo presidio, e per questo l' inchiesta sarebbe partita in ritardo, circostanza su cui a Piombino ci sono polemiche.

 

Il primo caso giudicato sospetto e per questo reso noto all' azienda dal primario appena insediato Michele Casalis, è del 9 gennaio 2015 e riguarda la morte di Franca Morganti. Gli esami del policlinico fiorentino di Careggi hanno scoperto l' alto livello di eparina nel sangue della donna. Per i morti del 2014 gli accertamenti sono stati fatti solo a posteriori e non ci sono esami che provino la presenza del medicinale nell' organismo.

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Anche su questo fa leva l' avvocato di Fausta Bonino, Cesarina Barghini. «Dalla ricostruzione degli inquirenti non emergono elementi certi se non la presenza della mia assistita al momento degli eventi, che di per sé non può essere sufficiente. Inoltre le stanno attribuendo 13 eventi quando, in realtà, gli approfondimenti sulla causa delle morti sono stati fatti solo in relazione a due-tre casi». ( mi. bo.)