RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Sandro De Riccardis e Luca De Vito per “la Repubblica”
Una procura devastata dalla gestione dei procedimenti Eni Nigeria, "falso complotto Eni" e loggia Ungheria. Con il pm Paolo Storari che accusa i colleghi - il capo della procura Francesco Greco e gli aggiunti Fabio De Pasquale e Laura Pedio - di non aver voluto prendere atto dell'inattendibilità del principale testimone (e imputato) del processo contro Eni, l'ex manager Vincenzo Armanna. E di non aver voluto indagare sui presunti iscritti alla loggia svelati dall'avvocato Piero Amara.
«Mi sono fatto un'idea che almeno con riferimento al processo del falso complotto, i nostri Amara e Armanna sono due grandissimi calunniatori », scrive in una mail ai colleghi Storari. «Calunniatori delinquenti».
E di De Pasquale, in un interrogatorio a Brescia, dice: «È la visione del tunnel che lo ha preso, cioè lui poteva avere la prova che Armanna non.. lui andava dritto.. io l'ho studiata questa visione del tunnel.. uno entra in una spirale che tu puoi fargli vedere quello che vuoi.. ma lui sara sempre negativo. De Pasquale ha la visione del tunnel».
Il procuratore aggiunto De Pasquale (indagato per rifiuto di atti d'ufficio con Spadaro), a sua volta, davanti ai pm bresciani non risparmia critiche al collega. «Lui (Storari, ndr ) ha fatto la difesa dell'Eni... ha fatto una cosa che tornava utile alla difesa, punto e basta... in una maniera molto impropria (). Storari non è la misura del diritto, cioè lui non è il codice di procedura penale, non è che uno deve fare quello che dice Storari..».
E sull'attendibilità di Armanna, il pm Spadaro nel suo interrogatorio rivendica come avessero già fatto la tara ad Armanna: «il suo ruolo per il processo è stato fortemente esaltato dai media, dalla vulgata che ne è venuta fuori.. ma nella realtà è stato limitato.. ridimensionato da quello che è successo nel dibattimento».
«Indagine due anni nel cassetto» Davanti al procuratore di Brescia Francesco Prete e al pm Donato Greco, Storari (indagato per rivelazione di atti d'ufficio) ricorda l'interrogatorio del socio di Amara, Giuseppe Calafiore, che aveva confermato l'esistenza della loggia. «Amara e Calafiore.. e a tre mesi dalle dichiarazioni, noi non si iscrive nessuno e non si fa nessuna attività investigativa, nonostante almeno due si autoaccusano.
Io dico: vogliamo iscriverli per la legge Anselmi? Oppure per calunnia. Ma qualcosa dobbiamo iniziare a fare ». In un altro passaggio Storari ricorda: «De Pasquale mi disse: "questo fascicolo dobbiamo tenerlo nel cassetto per due anni"». Ieri la procura di Perugia ha indagato i primi cinque soggetti nell'inchiesta sulla "Ungheria", tra cui Luigi Bisignani e Denis Verdini. Le chat con il procuratore Storari racconta dell'appunto che manda all'aggiunto Laura Pedio (indagata per omissione di atti d'ufficio).
videoregistrazione di piero amara 3
«Direi che a stretto giro protremmo iniziare a iscrivere e fare tabulati ». le scrive. Storari prepara una scheda di iscrizione funzionale ai tabulati di Amara. «Ho letto il tuo provvedimento e se non ho capito male hai disposto iscrizioni senza concordarla con il pm codelegato - gli scrive in chat Greco - . Francamente lo trovo sconcertante, non lo avevo mai visto prima».
La guerra dei depositi Sullo sfondo della vicenda Amara, c'è il processo Eni Nigeria. Elementi sulla scarsa credibilità di Armanna, arrivano ai titolari dell'inchiesta, Spadaro e De Pasquale, da Storari che sul complotto con Pedio. Dice De Pasquale, rispondendo alle domande dei pm bresciani: «Eravamo al 19 (febbraio, ndr ), mi metti in mano una polpetta avvelenata, una trappola.. abbiamo detto: cosa significa questa cosa scritta così?».
Il riferimento è alla mail arrivata a ridosso della prevista sentenza (che vedrà assolti i vertici di Eni): «questa iniziativa era fortemente sospetta.. una trappola». I pm bresciani chiedono perché quegli elementi non siano stati messi a disposizione del tribunale e delle difese. «C'è una norma del codice che dice che il pubblico ministero si assume la responsabilità di quello che fa nel processo.. - dice De Pasquale - . Mi sarebbe sembrato un modo di ridicolizzare la pubblica accusa, e fare degli accertamenti su qualcosa che il tribunale aveva giudicato irrilevante. E perché questi accertamenti li stava già facendo Storari».
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