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GRATTA GRATTA C’E’ SEMPRE UNO SCANDALO ABUSI NELLA CHIESA - STAVOLTA A COLONIA, IN GERMANIA - UN’INDAGINE INDIPENDENTE COMMISSIONATA DALL’ARCIVESCOVO RIVELA NUMERI TERRIBILI: 314 VITTIME E OLTRE 200 ACCUSATI TRA IL 1975 E IL 2018 - E PER IL 63% I COLPEVOLI APPARTENGONO AL CLERO - SOSPESI IL VESCOVO AUSILIARE, IL VICARIO, L’EX VICARIO E IL PASTORE DI AMBURGO CON LE ACCUSE DI INSABBIAMENTI O OMISSIONI
Domenico Agasso per “la Stampa”
Uno scandalo pedofilia dalle proporzioni drammatiche diventa un terremoto che scuote le Sacre Stanze di Germania. Il report di un'indagine indipendente sulla gestione degli abusi sessuali nell'Arcidiocesi di Colonia, commissionata dall'arcivescovo, il cardinale Rainer Maria Woelki, fornisce numeri agghiaccianti: 202 i responsabili e 314 le vittime di violenze avvenute tra il 1975 e il 2018. E per il 63% i colpevoli sono appartenenti al clero.
PRETI PEDOFILI ALL ISTITUTO ANTONIO PROVOLO
«Mi vergogno profondamente», dichiara Woelki, condannando anche «l'occultamento» dei crimini avvenuto in passato. Come prima immediata reazione alle oltre 800 pagine di dossier su 236 fascicoli degli orrori, realizzato dallo studio legale Gercke & Wollschläger, il porporato ha temporaneamente esonerato il vescovo ausiliare, monsignor Dominikus Schwaderlapp, e il vicario giudiziale, padre Günter Assenmacher, che sarebbero autori di violazioni di obblighi d'ufficio. Schwaderlapp chiede immediatamente a papa Francesco «il suo giudizio», offrendo al Pontefice la rinuncia all'incarico, perché «non posso essere giudice della mia stessa causa».
Tra le altre figure ecclesiastiche che avrebbero compiuto omissioni o insabbiamenti ci sarebbero il pastore di Amburgo Stefan Hesse e l'ex vicario generale di Colonia Norbert Feldhoff, così come il cardinale arcivescovo già deceduto Joseph Höffner (1906-1987). Anche Hesse, che era stato a sua volta vicario generale a Colonia, ha subito offerto al Papa le dimissioni, chiedendo la rimozione dal proprio ruolo con effetto immediato.
E non ne esce bene neanche il cardinale Joachim Meisner, morto nel 2017: la sua gestione degli abusi è stata definita «fallimentare» da Woelki. Considerato tra i presuli più vicini Benedetto XVI, Meisner spesso ha manifestato pareri e prodotto interventi apertamente critici verso Bergoglio, su tutti la firma dei celebri «dubia» sulla comunione ai divorziati risposati. Stando ai periti, invece, su Woelki non ci sono ombre.
Una copia del rapporto è stata consegnata anche a Peter Bringmann-Henselder del consiglio consultivo per le vittime di abusi sessuali della diocesi: «Abbiamo dovuto aspettare a lungo, troppo a lungo come vittime, per questo importante passo di chiarimento. Ma oggi sono felice che almeno questa prima promessa sia stata mantenuta».
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