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ALTRO CHE SCENE HOT, ERA TUTTA UNA SCUSA PER PROVARCI - VA A PROCESSO IL REGISTA 50ENNE CLAUDIO MARINI, ACCUSATO DI AVER BACIATO UN'ASPIRANTE ATTRICE DI VENT'ANNI E POI DI AVER TENTATO DI AVERE CON LEI UN RAPPORTO INTIMO COL PRETESTO DI FARE LE PROVE PER IL SUO FILM - IL REATO CONTESTATO È QUELLO DI VIOLENZA SESSUALE, SONO GIÀ ALTRE OTTO LE RAGAZZE CHE HANNO RACCONTATO SEMPRE LA STESSA TECNICA: IL COLLOQUIO, L'INVITO A CASA E…
Giulio De Santis per il “Corriere della Sera - ed. Roma”
Con la scusa di provare una scena hot per un film, ha baciato un'aspirante attrice di vent'anni e poi ha provato ad avere con lei un rapporto intimo. Questa l'accusa per cui è stato rinviato a giudizio Claudio Marini, 50 anni, regista di numerose kermesse canore nel territorio ciociaro.
Il reato contestato è quello di violenza sessuale. Ma ci sono già altre otto ragazze che accusano Marini, in carcere proprio per queste vicende dall'estate del 2020. Per tutte il copione è stato lo stesso: hanno raccontato di essere state ingannate dal regista che sosteneva di stare cercando l'attrice per un film dove sarebbero state girate anche scene di sesso. «La forza dell'amore», «Miele amaro», «Giochi pericolosi», sono alcuni dei titoli dei film che Marini ha detto ad altre aspiranti protagoniste di avere in cantiere.
L'imputato è infatti già sotto processo con la medesima contestazione: violenza sessuale nei confronti di otto ragazze alla ricerca di una possibilità nel mondo del cinema. Nel processo già avviato davanti ai giudici della quinta sezione penale, per fatti avvenuti tra il 2019 e il 2020, alcune giovani hanno raccontato come Marini promettesse loro di lanciarle «tra le stelle di Hollywood" per persuaderle a un rapporto. Addirittura in un caso avrebbe garantito a una delle giovani che avrebbe recitato con Tom Cruise. Nessuna si è però lasciata convincere fino in fondo.
In quest'ultima vicenda il trucco escogitato da Marini somiglia a grandi linee a quanto ricostruito dalla procura: in tutto quindi sono 9 le attrici che lo accusano di aver mascherato dietro a ragioni lavorative la richiesta di un rapporto sessuale. La nuova vicenda, la nona, risale al dicembre del 2019. La giovane legge su un sito che Marini organizza dei provini in vista di un film.
La ragazza spedisce il curriculum e il 5 dicembre di tre anni fa Marini le fissa un appuntamento a piazza Marconi, all'Eur, presso il «Pick Center», dove dice di avere lo studio.
Lo scopo: un colloquio conoscitivo nel quale la ragazza parli di sé. I due si incontrano. L'appuntamento si concentra su un (fantomatico) film da girare e sull'esame a quattro occhi del curriculum della ragazza.
La giovane si sente tranquilla, fino a quel momento niente nel comportamento dell'uomo lascia presagire che stia architettando un modo per carpirle la fiducia con fini sessuali.
Lei ignora che invece Marini sta facendo con lei quanto avrebbe già fatto con altre ragazze, secondo l'accusa. L'imputato, in ogni modo, convince la ventenne a seguirlo nello sua abitazione. Che lui racconta di usare come secondo ufficio.
Salgono. Tutto procede senza alcun allarme. Dopo pochi minuti, Marini spiega alla giovane che il futuro film prevede una scena con un rapporto intimo.
Lei ancora non vede dove l'uomo intenda arrivare. Lui le dà un bacio, lei è titubante, ma ancora rimane controllata. Poi la situazione si fa ambigua. Così la ragazza scappa. E corre a denunciare il regista. Nel processo già avviato, le testimonianze delle giovani, alcune venute da Milano per un provino scoprendo tardi di essere cadute in trappola, sono finite in lacrime.
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