SE SU FACEBOOK LE DONNE SONO TUTTE ''CAGNE'' - LA CROCIATA DI SELVAGGIA CONTRO I BULLI DEI SOCIAL, UOMINI (MA ANCHE DONNE) CHE PUBBLICANO FOTO DI IGNARE RAGAZZE PER COPRIRLE DI INSULTI E COMMENTI PORNO - ''LI METTO DAVANTI ALLE LORO RESPONSABILITÀ. QUELLO CHE FAI SUL WEB HA CONSEGUENZE NELLA VITA VERA. CON QUESTI SUBUMANI SONO IMPLACABILE'' - AUDIO: LA TELEFONATA A UNO DEGLI HATERS

VIDEO/AUDIO - SELVAGGIA LUCARELLI CHIAMA UNO DI QUELLI CHE LA INSULTA SU 'WELCOME TO FAVELAS'

Estratti dall'articolo di Selvaggia Lucarelli per ''il Fatto Quotidiano''

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A sottolineare come la violenza contro le donne sia prima di tutto un problema culturale, su Facebook fioriscono gruppi che trovano metodi sempre più creativi e avvilenti per offendere, umiliare, bullizzare le donne. Si è molto parlato in questi giorni della nascita di gruppi il cui metodo era semplice: cercavano su Facebook foto innocenti di ragazze in ufficio, di signore a una festa di compleanno, di mamme con le figlie, si postavano i ritratti su gruppi chiusi e gli amministratori invitavano a insultarle, a scrivere quali atti sessuali avrebbero riservato loro, a fare branco a suon di umiliazioni.

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I gruppi sono stati chiusi tutto sommato abbastanza rapidamente (considerato il noto menefreghismo di Facebook sull' argomento) e forse solo perché è intervenuto Enrico Mentana dalla sua pagina a chiedere perentoriamente che il social intervenisse. O forse perché sui social la misoginia, il sessismo, l' abitudine a considerare le donne come oggetti e prede sessuali da "stordire" o da mortificare in gruppo è una faccenda riservata principalmente ai personaggi noti. (Boschi, Bordini, Innocenzi, la sottoscritta in testa).

Questa volta il problema aveva toccato le madri, le sorelle, le fidanzate, le colleghe. Il processo di empatia e di identificazione era più facile. Eppure - questo concetto andrebbe scolpito nella pietra - indignarsi per un "puttana" a Virginia Raggi o a Giorgia Meloni, dovrebbe essere obbligatorio e importante quanto indignarsi per la propria moglie e la propria figlia.

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C' è poi un altro equivoco sulla questione. Non sono solo gli uomini a gestire, fomentare, ideare questi gruppi. La misoginia sul web, sembra un paradosso, è ampiamente alimentata e praticata anche da donne.

Ci sono altri gruppi Facebook a tema "donne=cagne" scampati alla censura del social network tra cui per esempio "Cagne in calore" e "Dark Polo Gang." i cui amministratori sono gentili signorine.

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Poi ci sono i soliti gruppi duri a morire, quelli a cui fb permette un po' tutto, come "Sesso droga e pastorizia", "Pastorizia Never Dies", "Welcome to favelas", "Io sono VAGINATARIANO ", "Degradoland" e così via in cui dare della cagna a una donna è l' argomento principe e oggetto di meme, battute, fotomontaggi e discussioni che ormai non fanno neppure più effetto.

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L' amministratore del gruppo "Sesso droga e Pastorizia e Pastorizia never dies" Mike Molisano (che poi non sarà neppure il suo vero nome) posta indisturbato video in cui afferma che le donne sono solo "contenitori di sperma" tra migliaia di like e ilarità generale.

La maggior parte di questi gruppi che contano milioni di iscritti sono "chiusi", ovvero leggibili solo agli iscritti. E questo è un altro problema di Facebook. I gruppi chiusi non dovrebbero esistere. Consentono a milioni di vigliacchi, delinquentelli e scarafaggi (...) di postare foto di ex mogli o fidanzate al gruppo invitando tutti ad andare sulla sua bacheca o nella posta a spammare foto di piselli o insulti (...).

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Sotto agli articoli sul caso di Gessica Notaro, a cui il fidanzato capoverdiano ha versato dell' acido addosso, ci sono commenti che trasudano un odio furioso nei confronti delle donne oltre che l' immancabile razzismo: (...) "Hai preferito lo straniero, adesso beccati questo brava maiala!".

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Ci si chiede spesso cosa si possa fare. A parte denunciare e segnalare a Facebook, io ogni tanto mi prendo la briga di mettere questa gente di fronte alle conseguenze delle loro azioni. Negli ultimi tre giorni un arbitro di Catanzaro mi ha dato della cagna, ho avvisato l' Aia, è stato sospeso.

Una ragazzina di Parma mi ha offesa, ho chiamato la scuola e i genitori. Un calciatore delle giovanili mi ha insultata, ho chiamato il padre. Tutti hanno imparato che quello che fai sul web ha delle conseguenze sulla propria vita. Che il web è realtà. Nei confronti di questi subumani sono implacabile.

Sarà una goccia nel mare, continueranno ad arrivarmi minacce, sarò oggetto continuo di shitstorm, sarà tutto inutile fino al giorno in cui Facebook e la giustizia non decideranno di fare sul serio (...)

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