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Laura Mari per “la Repubblica - Roma”
Un incavo nel marmo usato come fosse un divano. Mani che si allungano nell’acqua per rubare una monetina da tenere come souvenir. Bimbi che scalano qualche metro di monumento per una foto in stile Indiana Jones. E poi, nella piazza, il solito suk di ambulanti a cui ora si sono aggiunti anche i “fotografi abusivi”.
A pochi mesi dal restauro della Fontana di Trevi è bastata una giornata di sole, il pienone di turisti e la disattenzione dei vigili urbani (forse per il caldo) per riportare uno dei simboli della città nel degrado. Sebbene infatti gli agenti della polizia municipale intervengano rapidamente, con fischietto e urla, contro chi pensa che il monumento sia una parete rocciosa da scalare per farsi immortalare in pose uniche, ieri mattina l’area attorno alla fontana di Trevi era una sorta di parco di divertimenti senza regole.
Il tutto a dispetto di quei 516 giorni di cantiere e 2 milioni 180 mila euro, finanziati dalla maison Fendi per restaurare il gioiello del tardo barocco. Un maxi intervento che si è concluso lo scorso novembre, quando l’acqua limpida ha ricominciato a zampillare nella vasca completamente ripulita. Ma ieri, sul bordo di marmo lucido e levigato di quella stessa vasca, due turisti americani hanno pensato di salire per scattarsi una foto con la fontana alle spalle. «Ma vergognatevi, scendete, non si può trattare così il monumento » il rimprovero di Gianni Termilo, residente in via delle Muratte. Parole inutili, perché i due stranieri hanno continuato a scattare istantanee.
«Normalmente i controlli sono efficienti, i vigili ci sono sempre. Ecco, lì ci sono le auto» dice Serena Delfi indicando le vetture della municipale parcheggiate, come ogni giorno, all’angolo con via di San Vicenzo e sul lato opposto. I vigili, dunque, ci sono. Ma parlano al telefono, conversano tra loro, si riparano dal sole, danno informazioni ai turisti. E non si accorgono di ciò che avviene davanti ai loro occhi.
Come le decine di ambulanti che assediano i turisti nel tentativo di vendere gadget e accessori per fare i selfie, o gli assillanti procacciatori di clienti per i ristoranti, o dei venditori di ticket per gli Open bus. Ma il vero Far west è qualche metro sotto il livello della piazza, proprio dove si scendono le scale che portano alla fontana di Trevi.
Tra fotografi abusivi che vendono a 5 euro “istantanee express” scattate ai turisti, ieri poco dopo mezzogiorno i marmi bianchi su cui tanto hanno faticato i restauratori per 17 mesi sono diventati pareti da scalare. Bambini tedeschi e olandesi hanno usato la roccia scolpita come fosse un masso di montagna. Nessun fischietto dei vigili a farli desistere e genitori sorridenti che, invece di rimproverarli, hanno usato un incavo della fontana di Trevi come fosse un divano-solarium.
E poi dodicenni che rubano monete da pochi centesimi gettate nella vasca e bambini che immergono testa e piedi nella fontana per rinfrescarsi. Scene di degrado e inciviltà che da tempo non si vedevano. «Abito alla fine di via del Lavatore e da mattina a sera ogni giorno sento i vigili che intervengono contro chi non rispetta le regole», dice Cristiano Baggi. Evidentemente è bastato un giorno di distrazione degli agenti per mettere a rischio un restyling che ha dato nuova vita al simbolo di Roma.
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