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nessuno uscira vivo di qui ed 2024
Barbara Costa per Dagospia
Mitomani e complottari, gioite! È di nuovo tra noi, lui, l’iniziatore, il libro che nel lontano 1980 ha dato la stura a chi lo sa, che non ci dicono la verità, e pensa che ci sia marcio, mistero, menzogne, e chissà quanto altro sotto: ritorna "Nessuno uscirà vivo di qui", la prima biografia maledetta di Jim Morrison, e libro che ha dato la sua validità a ogni fr*gnaccia relativa alla non morte di Morrison.
Dopo questo libro, da 44 anni, ogni sparata sulla falsa morte delle star del club 27 trova posto, sia che blateri che siano ancora in vita e per giunta ben nascoste, sia che sostenga che, se proprio sono morte, non sono morte come ci hanno fatto credere. È da questo libro che prendono linfa pure le panzane – specie i video – che su Jim girano sul web dacché il web è nato, prolificando senza sosta.
Perché il libro "Nessuno uscirà vivo di qui", verso la fine, giunto a Jim Morrison a Parigi, mette 4 parole cruciali: “ammesso che sia morto”. Da qui, apriti cielo! Ma se Jim non è morto, e ammesso che sia tuttora vivo e va per gli 81, perché ha messo in scena la sua morte? Gli autori, Jerry Hopkins, redattore di "Rolling Stone", e Danny Sugerman, colui che da fan 13enne è stato “assunto” da Jim per smistargli la posta, la mettono così: il 3 luglio 1971 se Jim è morto non è morto d’infarto, né per malattia respiratoria, come ci hanno imbrogliato, ma è schiattato per overdose.
jim morrison processo miami 1969 (1)
Ma anche no. Perché Jim “non è morto”, ha allestito la sua morte, Jim il 3 luglio “è andato in aeroporto e ha preso un volo”, per vivere in incognito non si sa dove. Il posto lo hanno scovato i complottari appena letto il libro: Jim “è alle Seychelles, e lo sa Ray Manzarek”, cofondatore dei Doors, che “se l’è lasciato sfuggire al "Daily Mail"!”.
No, “Jim è tornato negli USA, in Oregon, dove ha sposato una donna di nome Masha, e ha messo su un ranch” (mmm…, è vero che i suoi milioni Jim li investì in ranch, uno pure in Oregon). Ma quale Oregon, ma quale Masha, “Jim è tornato negli USA a fare l’operaio edile”. Ma quali USA, “Jim è andato in Africa, al pari di Rimbaud: ha mollato tutto per rifarsi una vita lì”.
Sì, ma prima “l’overdose c’è stata, Jim è stato in coma per 6 settimane”. Riavutosi, è fuggito: il corpo nella tomba “non c’è, una volta l’hanno aperta, era vuota!”. Ma che dite, la verità è che “il padre di Jim, ammiraglio, era pappa e ciccia con la CIA, e ha aiutato il figlio a "sparire" per non finire in galera”.
È vero che Jim era stato condannato in primo grado per atti osceni durante un concerto a Miami: aspettava su cauzione il verdetto di appello. Ed è vero che a Parigi nessuno ha visto Jim morto tranne la sua ragazza, Pamela, e… Jean, l’amante di lei!!! Chi vuol sapere cosa è successo a Jim DAVVERO il 3 luglio 1971, si legga chi su questa storia si è fatto il mazzo per arrivare a scampoli di verità: Stephen Davis. La sua bio "Jim Morrison" spiega passo dopo passo come sono andate le cose, sebbene anche lui non arrivi alla verità definitiva. Però ci va vicinissimo.
Ebbene, Davis sfata l’ “ammesso che sia morto” di Hopkins-Sugerman, perché Jim è di sicuro morto a Parigi, forse forse forse… per overdose di eroina. Creduta da Jim cocaina. L’ha sniffata lui, depressissimo, e per Davis non regge da nessuna parte neppure l’indagine di Hervé Muller, nel suo "J. M. Ultimi giorni a Parigi": Jim non è morto in un club di tossici e di stripper, ma a casa, con Pamela.
L’ero gliel’ha data l’eroinomane Pamela. Jean, l’amante di lei, è il conte de Breteuil, spacciatore che mi sa ha ammazzato con la stessa “ero rosa” pure Janis Joplin, e che, chiamato da Pamela con Jim cadavere, scappa in Marocco, dove muore poco dopo straf*ttuto di droga. Davis si basa su Alain Ronay, amico di lunga data di Jim che ha DAVVERO visto Jim il giorno prima che Jim morisse: Jim stava male, tossiva e vomitava sangue.
jim morrison inumazione luglio 1971
Ma non c’è un certificato medico che attesti Jim affetto da tumore, teoria in auge nei 90s: è vero che Jim un mese prima di morire è stato visitato da un medico francese che lo voleva far ricoverare. E Jim ha rifiutato. È vero, scrive Davis, che Pamela e Alain “hanno smosso conoscenze, e brigato” affinché la notizia di Jim morto non uscisse prima dell’8 luglio, con preparato e "limato" comunicato stampa. Per polizia e medici legali francesi, “il morto non è la rockstar Jim Morrison, ma il turista americano Douglas Morrison” (Douglas è il secondo nome di Jim).
jim morrison rolling stone 5 aprile 1969
E “Douglas James Morrison” è il nome con cui viene – senza funerale – inumato Jim. Ci sono le foto. A Jim non è stata fatta autopsia. È vero. Stephen Davis attesta che, nel 1971, “l’autopsia in Francia viene eseguita su richiesta, e obbligatoriamente nei casi di sospetto omicidio”. Su “ordine della polizia, il cadavere di Jim non è portato in obitorio, ma lasciato a casa sua, sul letto”.
Ed ecco l’horror: Pamela “le notti del 3 luglio, e del 4 luglio” ha dormito accanto al cadavere di Jim, in decomposizione, chiuso in una sacca piena di ghiaccio secco! Il lunedì 5 luglio viene, sempre a casa sua, imbullonato nella bara.
Non vi piace questa versione? Rimanete complottisti incalliti? Ho buone notizie per voi: sono in ristampa pure le "Poesie apocrife" che un Jim Morrison “vivo” nel 1986 ha spedito al grafico francese Jacques Rochard. E chi diamine è costui? Boh. È da 4 decenni che gira la frescaccia di un Jim Morrison vivo a zonzo per l’Europa che stringe amicizia con questo Jacques Rochard che chi sia non si sa.
E questo Rochard avrebbe dato in commercio poesie inedite di Jim – ora ripubblicate col titolo "Segnali di fumo" – che Jim gli avrebbe spedito – a lui, e solo a lui! – per posta, da Amsterdam. Ma da anni non c’è critico di fama che non le abbia analizzate e giudicate un falso totale, e fabbricato pure male. Le uniche vere opere postume di Jim Morrison sono quelle a cura di Frank Lisciandro.
Povero Jim. Anche perché… io lo so, che lui è morto ammazzato dai servizi segreti, ceeeeeeerto, per ordine di Nixon, che li voleva morti, ′sti rocchettari drogati del caz*o, che gli facevano politica contro, sobillavano i giovani a ribellarsi e a non andare a uccidere e a farsi uccidere in Vietnam! È andata così, tutti ammazzati per far contento Nixon, altroché!
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