DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI…
Il.Sa. per il “Corriere della Sera - Roma”
SALVATORE BUZZI - LUCIANO CASAMONICA - GIANNI ALEMANNO
Le prove dell' esistenza di una mafia capitolina sono tutte lì, una accanto all' altra, sempre che le si voglia vedere, dicono i pm Cascini, Ielo e Tescaroli al terzo giorno della loro requisitoria. Le conversazioni auto accusatorie intercettate. La coerenza e la logicità di quei ragionamenti. I riscontri della polizia giudiziaria sugli avvenimenti.
Sono tutti elementi che non hanno bisogno di essere interpretati: «É un karaoke della corruzione» chiosa il procuratore aggiunto Paolo Ielo che pesca tra le metafore musicali anche in un secondo caso. Cioè per sottolineare l' eloquente rifiuto di Salvatore Buzzi a parlare di Gianni Alemanno: «Viene in mente- dice - "The sound of silence" di Simon e Garfunkel». Silenzio assordante.
Dalle intercettazioni nei confronti di Buzzi, Massimo Carminati e altri imputati, emerge, dice Ielo, come «le somme di denaro si ripartissero in rapporto alla quota di partecipazione all' affare e si pagasse solo dopo l' affidamento». E ancora: «Il nesso corruttivo è eloquente e indiscutibile e si vede nelle intercettazioni ma anche nella tempistica e nella modalità dei flussi finanziari».
Sia Ielo che il suo collega Luca Tescaroli ne approfittano per una breve trattazione di Eur spa. La controllata del tesoro e del Comune infatti pagò le cooperative buzziane in via privilegiata, selezionandole fra i molti creditori in attesa d' esser pagati.
«Borghini - sottolinea Ielo - è venuto in aula a spiegarci come tutti i fornitori fossero in attesa d' essere pagati. E dunque? É la prova che degli amministratori pubblici non seguivano criteri di imparzialità». Ma è anche la conferma, sostiene l' accusa, che l' allora sindaco di Roma era in grado di pesare il sodalizio fra Buzzi e Carminati.
«"Se vinceva Alemanno li avevamo comprati tutti" dice Buzzi in un' intercettazione successiva alle elezioni del 2013 dalle quali era uscito vincitore Ignazio Marino» ricorda ancora Ielo. «Buzzi - dice - fa l' elenco di tutti i "comprati" compreso Alemanno. Questa è una confessione stragiudiziale». Ancora una volta l' accusa sottolinea il valore probatorio delle intercettazioni, sia telefoniche che ambientali.
Nella requisitoria viene citata un' intercettazione negli uffici della coop di via Pomona, a sostegno della consapevolezza di Alessandra Garrone, la compagna di Buzzi, del potere intimidatorio del Nero. Buzzi parla di Ostia: «Ne devo parla' con Massimo - dice - pe' sta assicurato contro la malavita». É la prova della consapevolezza della «riserva di violenza» che il socio occulto rappresenta.
salvatore buzzi con il quarto stato alle spalle
La procura lo ha sostenuto dal principio, il gruppo capitanato da Massimo Carminati, che in origine aveva stretti legami con la banda della Magliana, non avrebbe mai abbandonato la strada originaria della violenza, dell' estorsione e dell' usura, perché da quella traeva la sua forza. Tocca a Tescaroli elencare gli esempi, come quello dell' imprenditore Luigi Seccaroni che in aula, per paura, ha cercato con tutti i mezzi di negare l' intimidazione nei suoi confronti e di ritrattare le accuse nei confronti di Carminati.
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