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SE L’ISLAM ATTACCA, IL CRISTIANESIMO SI ORGANIZZA - L’INCONTRO NELLA CUBA ATEA E COMUNISTA TRA BERGOGLIO E IL PATRIARCA DI RUSSIA, KIRILL, SERVE PER FARE FRONTE COMUNE ALLE PERSECUZIONI DEI CRISTIANI NEL MONDO E AL PROSELITISMO MUSULMANO

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Caterina Maniaci per “Libero Quotidiano”

 

L' incontro è storico: per una volta, l' aggettivo non è superfluo e banale. E sarà fatto, prima di ogni altra cosa, in nome dei cristiani perseguitati. Quello di oggi tra papa Francesco e Kirill, patriarca di Russia, è l' incontro che da secoli se non da millenni sognavano tutti quelli che considerano la divisione delle due Chiese sorelle - quella di Roma e quella di Mosca - una ferita da rimarginare, uno sfregio al mandato di Cristo. Tra questi moltissimi Pontefici, soprattutto San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, per citare quelli a noi più prossimi.

IL PATRIARCA KIRILL OMAGGIA IL PRESIDENTE PUTIN E LA FIRST LADY LIUDMILA RIAPPARSA DOPO UNA CHIACCHIERATA ASSENZA IL PATRIARCA KIRILL OMAGGIA IL PRESIDENTE PUTIN E LA FIRST LADY LIUDMILA RIAPPARSA DOPO UNA CHIACCHIERATA ASSENZA

 

L' incontro è stato studiato in modo da evitare i nodi più intricati, le questioni più delicate, ed è stato scelto un luogo "neutro" per realizzarlo, Cuba, il che comunque dimostra uno dei tanti paradossi della Storia: Cuba la castrista, la comunista, che diventa la cornice in cui andrà in scena il primo passo tra il capo della Chiesa cattolica e quello della Chiesa ortodossa russa.

 

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I due leader religiosi si incontreranno quindi oggi all' Avana: un paio di ore all' aeroporto della capitale cubana dove anche Francesco farà tappa nel suo viaggio verso il Messico; Kirill è già partito ieri alla volta di Cuba. Insieme saranno accolti dal presidente Raul Castro. L' incontro, preparato da lungo tempo, si concluderà con la firma di una dichiarazione congiunta, secondo il comunicato diffuso da entrambe le Chiese.

 

Quanto sia stata lunga, difficile, sofferta questa preparazione si evince anche dalla nota diffusa ieri dal patriarcato di Mosca, la quale fa capire chiaramente che in quel testo ogni parola è stata soppesata e limata fino all' ultimo momento. E si torna a quelle questioni spinose che hanno sempre ostacolato i rapporti ortodosso-cattolici: le accuse al proselitismo cattolico in Russia e i rapporti conflittuali con i greco-cattolici, soprattutto in Ucraina: la questione degli uniati.

 

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Nonostante ciò, la nuova situazione del terrorismo e estremismo islamico, il fatto che in varie parti del mondo «alcuni estremisti stanno perpetrando un vero e proprio genocidio della popolazione cristiana, richiede misure urgenti e una maggiore interazione tra le Chiese cristiane», ha dichiarato infatti il metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, e quindi «è necessario mettere da parte i disaccordi interni e unire gli sforzi per salvare il cristianesimo nelle regioni in cui esso è sottoposto a tremende persecuzioni».

 

Ecco dunque una ragione più che concreta per cercare di arrivare ad un accordo: «Dinanzi a un islam aggressivo, o piuttosto, dinanzi al terrorismo che si dichiara islamico, occorre che i cristiani siano più uniti. Ergo, occorre lasciare da parte le offese», come si legge in una interessante analisi pubblicata dal sito AsiaNews (agenzia di stampa del Pontificio istituto missioni estere), firmata da Ieromonaco Ioann, personalità del Patriarcato di Mosca.

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Nell'analisi si sottolineano altre importanti ragioni che sottendono alla realizzazione di questo incontro e allo sforzo di continuare lungo questa strada: gli ortodossi guardano sempre più verso i cattolici perchè con loro c'è molta più intesa sul piano morale ed etico, rispetto alle Chiese protestanti, con le quali la distanza su alcuni temi «sensibili», come l' eutanasia, l' aborto, il sacerdozio femminile, l'eugenetica, si è fatta molto più ampia e rende difficile la collaborazione degli ortodossi. E poi ci sono i complicati rapporti all' interno del mondo pantortodosso, come dimostrano anche le difficoltà nell' organizzare il prossimo Concilio panortodosso, previsto per giugno di quest' anno.

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Non bisogna dimenticare, poi, un altro attore protagonista sulla scena, ma dietro le quinte: il presidente russo Vladimir Putin, che in molti hanno indicato come il suggeritore più tenace dell' incontro, almeno da parte russa.

 

Possibile, ma quel che è certo è che l' incontro di Cuba è gradito al governo russo, che in qualche modo accredita ulteriormente l' immagine di Putin quale «difensore dei valori cristiani» rispetto alla marea montante del relativismo occidentale e a quella dell' estremismo fondamentalista islamico. E potrebbe indicare, come si legge sempre su AsiaNews, «un implicito assenso papale a tale immagine della nuova Russia, paladina della cristianità e dei valori cristiani».

 

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PUTINIANO

Kirill I (o Cirillo I), 70 anni, è il sedicesimo patriarca di Mosca e di tutte le Russie, cioè il capo della chiesa ortodossa in Russia, Ucraina e Bielorussia (e in altri paesi ex Urss). Eletto patriarca nel febbraio 2009, non ha mai fatto mancare il suo appoggio a Vladimir Putin e al suo partito: nel febbraio 2012 ha definito l' era Putin «un miracolo di Dio».

 

A ROMA

Se l' incontro di oggi fa la storia, non è però la prima volta che Kirill incontra un Pontefice romano: quando era solo metropolita, nel maggio 2006, durante un viaggio a Roma in cui aveva consacrato la prima chiesa ortodossa russa nel centro del cattolicesimo, ha incontrato papa Benedetto XVI. Nel dicembre 2007 il Papa ha accolto di nuovo con favore il Metropolita Cirillo in udienza privata. Nel mese di ottobre 2008, poi, Cirillo inaugura la Cattedrale della Madonna di Kazan a L' Avana.

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