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1 - IL BIMBO MORTO NEL RESORT DI SHARM «PER L'AUTOPSIA SERVONO DUE MESI»
Lara Sirignano per il “Corriere della Sera”
Arriverà domani a Roma, con un volo dell'Egypt Air da Il Cairo, la salma del piccolo Andrea Mirabile, il bimbo palermitano di sei anni morto sabato scorso mentre era in vacanza con i genitori in un resort extralusso di Sharm el-Sheikh. Sono invece leggermente migliorate, ma restano sempre critiche, le condizioni del padre Antonio, 46 anni, dipendente dell'Anas. Mentre è fuori pericolo la madre, Rosalia,35enne incinta al quarto mese.
La coppia e il bambino si sono sentiti male venerdì scorso. Ai familiari hanno raccontato di essersi prima rivolti alla guardia medica che ha diagnosticato loro un'intossicazione alimentare e prescritto un farmaco. Ma le condizioni dell'uomo e del bambino sono peggiorate: nausea, vomito, astenia. Sabato Rosalia ha chiamato l'ambulanza ed è corsa all'ospedale «Pyramids» di Sharm. Per il bimbo non c'è stato nulla da fare.
«Sono Rosalia Manosperti e da sabato sono ricoverata all'ospedale di Sharm insieme a mio marito dove abbiamo perso nostro figlio di sei anni - ha raccontato con un appello sui social -. Richiedo a tutte le istituzioni competenti di attivarsi affinché ci riportino in Italia il prima possibile con un volo speciale. Le nostre condizioni di salute non ci permettono di prenderne uno di linea. Aiutateci per favore a rientrare a casa».
La Farnesina ha prestato assistenza costante alla coppia, insieme all'ambasciata italiana in Egitto e al consolato di Sharm, e ha accelerato i tempi per l'organizzazione di un viaggio aereo con un'équip e medica a bordo che, oggi stesso, riporterà in Italia i due coniugi. Mirabile, che ha problemi cardiaci e polmonari, non è, infatti, in condizione di prendere un volo di linea.
La salma del bimbo, invece, è stata trasferita ieri nella capitale egiziana. Una procedura accelerata ottenuta dalle autorità consolari italiane nonostante ieri fosse l'ultimo giorno lavorativo prima del lungo fine settimana dell'Eid al-Adha , la festa del Sacrificio, seconda maggiore festività islamica.
Sulla morte di Andrea, ancora tutta da chiarire, ha aperto un'inchiesta la Procura di Sharm che, anche su richiesta dei genitori, ha disposto l'autopsia e subito dopo ne ha autorizzato la restituzione.
«Causa del decesso da accertare», si legge nel fascicolo dei magistrati. «Chissà quando sapremo qualcosa», ha commentato lo zio di Andrea, Roberto Manosperti. Nel mentre fonti egiziane fanno sapere che le risposte dall'esame autoptico non arriveranno prima di uno/due mesi: si dovrà attendere la relazione medica sui campioni istologici prelevati dai periti venuti da Suez.
«Hanno sempre mangiato all'interno del resort e hanno fatto molta attenzione evitando il ghiaccio e bevendo solo acqua da bottiglie chiuse», hanno riferito i familiari.
Ma dalla struttura, un albergo a 5 stelle sulle rive del Mar Rosso che in questa stagione ospita tantissimi italiani, fanno sapere che nessuno degli altri ospiti avrebbe avuto sintomi da intossicazione alimentare nei giorni in cui Andrea e suo padre sono stati male e che la coppia si sarebbe rivolta al medico dell'albergo e avrebbe avvertito solo sabato il tour operator, Alpitour, che ha organizzato il viaggio.
Sempre secondo la versione egiziana, il bambino sarebbe stato portato in ospedale dopo tre giorni e non all'indomani del presentarsi dei sintomi, come invece riferito. Anche questo dovrà essere accertato dalla magistratura.
2 - TRA GLI ITALIANI NEL RESORT «ADESSO SIAMO PREOCCUPATI, MANGEREMO FUORI DA QUI»
Lara Sirignano per il “Corriere della Sera”
Della morte del piccolo Andrea Mirabile hanno saputo da amici.
Nel resort in cui alloggiano, il «Sultan Gardens» di Sharm el-Sheikh, lo stesso in cui era il bambino che ha perso la vita sabato scorso forse per un'intossicazione alimentare, nessuno parla di quanto è accaduto.
i genitori di andrea mirabile 2
«Ci sono pochi connazionali - racconta Matteo Bruno, 30 anni, di Pistoia, in vacanza con la fidanzata Francesca Spinetti - e trovare qualcuno che parli italiano è molto difficile». «Ci hanno chiamato alcuni amici che avevano letto la notizia sui giornali e si erano preoccupati, visto che stiamo nella stessa struttura alberghiera. E confesso - dice Matteo - che ora sono un po' allarmato anche io, tanto che non sapendo bene come siano andate le cose e se il bambino sia morto a causa del cibo servito qui dentro, nei prossimi giorni forse mangeremo fuori».
Matteo ama l'Egitto e in particolare il Mar Rosso. «Per me è la decima volta a Sharm - racconta - ma la prima qui al Sultan Gardens». Un resort a 5 stelle circondato da palme e a poche bracciate dalla barriera corallina. «Lo abbiamo scelto per le recensioni - spiega - ci sembravano buone. Siamo arrivati qui sabato scorso e finora siamo stati benissimo. La struttura è molto bella, l'albergo è pulito e non abbiamo mai avuto problemi». Matteo e Francesca sono molto attenti: «Cerchiamo di mangiare cose semplici e soprattutto di bere acqua imbottigliata e non utilizzare mai il ghiaccio».
Il «Sultan Gardens» ha diversi ristoranti, ma in questi giorni solo due sono in funzione, perché sono in corso lavori di ristrutturazione. «È possibile mangiare in un locale sulla spiaggia, ma solo a pranzo - spiegano - oppure nell'altro aperto che fa cucina internazionale. Il Sultan comunque offre quello che promette nelle pubblicità». Molto diverso il giudizio di un'altra italiana, l'influencer di Verona Elisa Gilieri alla sua trentesima volta in Egitto, dove ha anche lavorato. Elisa è stata al Sultan tra il 5 e il 12 giugno, quasi un mese prima della morte di Andrea.
«Ho letto ieri la notizia - racconta - e sono stata malissimo, anche perché ho ripensato a molte cose che non mi hanno convinto della vacanza». La ragazza, che ha sporto anche reclami al tour operator a cui si era rivolta, descrive il resort come un cantiere: «C'erano lavori ovunque. Nel ristorante sulla spiaggia abbiamo notato alimenti tenuti fuori dal frigorifero e uccelli che zampettavano tra il cibo. Il primo giorno, poi, ci hanno dato dei bicchieri di carta: abbiamo visto che dopo l'uso venivano solo sciacquati sotto l'acqua corrente. A quel punto abbiamo preteso che ce li dessero di plastica usa e getta».
«Più volte ho sentito attraverso la porta delle toilette vicine alla reception persone che vomitavano. Io e il mio fidanzato abbiamo avuto mal di pancia e crampi - racconta - ma lo abbiamo attribuito agli sbalzi di temperatura dovuti all'aria condizionata. A questo punto e alla luce di quel che è accaduto è normale chiedersi se non sia invece dipeso dal cibo».
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