DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Candida Morvillo per il Corriere della Sera
Abbiamo avuto Raoul Bova che, irritato dai beep di messaggi e WhatsApp, non è tornato sul palco del Metropolitan di Catania per gli applausi finali; Daniel Barenboim, che ha interrotto un concerto alla Scala per dare della maleducata a una spettatrice che lo fotografava col telefonino; Toni Servillo che, disturbato da uno spettatore che parlava al cellulare, ha ricominciato da capo una recita delle Voci di Dentro.
L' anno scorso, il portale Teatro.it ha lanciato (e ce n'era bisogno) la campagna #spegneteicellulari , con video appelli di Lorella Cuccarini e di Lillo e Greg, ma a oggi, l'hashtag ha collezionato su Twitter solo una ventina di post.
Sull'uso e l'abuso del cellulare a teatro e al cinema siamo degli irriducibili. A tutti è capitato di lamentarsi del vicino che chatta compulsivamente, ma pochi si negano una sbirciatina. Che sarà mai, ma poi abbagliano il vicino e disturbano gli attori sul palco. Nessun «severamente vietato» li scoraggia.
Singolare è che il regolamento del Teatro alla Scala scelga la ridondanza: al punto 5 si legge che «è obbligatorio depositare in guardaroba i cellulari» e al punto 7 si ribadisce che «è vietato l'uso dei cellulari in sala». Repetita iuvant, ma sappiamo come è finita con Barenboim e viene da chiedersi come sia possibile che Instagram sia pieno di scatti #teatroallascala .
Non siamo disposti a deporre i telefoni, ma dovremmo almeno aderire a un galateo minimo della sbirciatina, «qualcosa che limiti i danni», propone l'esperta di bon ton Laura Pranzetti Lombardini.
C' è chi si è trovato accanto a qualcuno che guardava i gol o controllava via webcam il cane rimasto a casa. Il cellulare acceso disturba, intanto, per la luce che fa. Meno al cinema, dove luce ce n' è già e si importunano solo gli altri spettatori, di più a teatro, dove i bagliori distraggono pure gli attori. Claudio Bisio, prima di Father and son ha proposto un messaggio in cui avvisa gli spettatori che la luce blu dei telefoni li rende spettrali.
Sempre meglio dello stratagemma sperimentato in Cina: puntare un «laser della vergogna» contro il maleducato.
Segno che almeno non siamo soli nell' universo. Al National Theatre di Londra, Bryan Cranston della serie Breaking Bad, per mesi, portando in scena Network, non ha aperto bocca finché tutti i telefonini non fossero stati spenti. Da noi, il commediografo Vincenzo Valenti ha messo in piedi una pièce, titolo: Il teatro è morto. Tenete accesi i cellulari. Se uno nel pubblico riceve una chiamata, gli chiede di metterla in viva voce. Racconta l'attrice Francesca Reggiani, reduce dalla tournée di Mariti e Mogli: «A chi è sul palco dà fastidio anche solo la luce, figuriamoci beep e squilli. L' attore recita sul filo della memoria, ogni distrazione può essere fatale.
In più, se vedi il pubblico preso dai telefoni, pensi che li stai annoiando, rischi la paranoia». C'è spettacolo e spettacolo, in un one man show l'artista ha più vie d' uscita: «Io, come Gigi Proietti o Fiorello, possiamo dire "signora, quando ha finito riprendiamo". Ma se stai sul palco vestita da Giulietta e intervieni, fai una frittata». Neanche lei, ammette, è immune dalla sbirciatina, «ma accendo il telefono dentro una borsa ampia, sbircio, non scrivo».
La prima regola della sbirciatina è proprio questa: «Nascondere il telefono nella borsa, sotto la giacca, sotto uno scialle», consiglia l'esperta di galateo. Per il resto, serve un settaggio preliminare accurato. Va azzerato il volume della suoneria, inserendo una vibrazione discreta. Meglio disinserire le sveglie e le notifiche delle App, perché potrebbe spuntare a tradimento qualcosa o di sonoro o di luminoso, specie dai giochi dei figli. Raccomanda Lombardini Pranzetti: «Se un vicino disturba, bisogna chiedergli, con garbo, di smettere». E se pensate che il telefono sia il benvenuto ai concerti, sappiate che Alicia Keys, Guns N' Roses, Jarvis Cocker li hanno banditi ed è l'inizio di una tendenza, motivata, spiega il Guardian , dal fatto che i telefonini rovinano l' esperienza degli spettatori, li illudono che quello non sia un evento irripetibile, da vivere qui e ora, ma qualcosa che puoi condividere o rivedere dopo. Ma, dopo, si sa, non è la stessa emozione.
NANNINI NO CELLULARIcellulari concerto
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