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SNIFFARE FINO A MORIRE: GLI STATI DOVE IL CONSUMO DI COCAINA NON È PIÙ REATO – SE IN COLOMBIA APPARE SCONTATO CHE L’USO DELLA POLVERINA BIANCA SIA STATO DEPENALIZZATO, IL PORTOGALLO HA RIDOTTO LE MORTI DI DROGA DELL’80% DA QUANDO HA PERMESSO IL LIMITE DI DIECI DOSE GIORNALIERE PER PERSONA. LA POSSIBILITÀ DI USARE LA DROGA VIENE AFFIANCATA DA PERCORSI DI RECUPERO DEI CONSUMATORI. STESSA SCELTA PER LA PROVINCIA CANADESE DELLA BRITISH COLUMBIA DOVE, PERO', L’USO DI SOSTANZE IN PUBBLICO HA CREATO PIÙ DI QUALCHE PROBLEMA – E IN SVIZZERA…
Estratto dell'articolo di Nadia Ferrigo per www.lastampa.it
Le parole del presidente colombiano Gustavo Petro «sulla cocaina che fa meno male del whisky» hanno fatto il giro del mondo, riportate quasi come se fossero una semplice provocazione. «Quello che ha colpito gli Stati Uniti è il Fentanyl, che li sta uccidendo – ha dichiarato Petro durante uno storico consiglio dei ministri, per la prima volta teletrasmesso a reti unificate -. Ma questo non accade in Colombia, dove il business potrebbe essere facilmente smantellato se legalizzassero la cocaina nel mondo. […]».
L’idea di depenalizzare il consumo delle sostanze stupefacenti non è una boutade, ma una possibile risposta al problema delle morti per overdose già adottata, con sorti alterne, in diverse parti del mondo. Da quando il presidente Richard Nixon ha lanciato la “guerra alla droga” mezzo secolo fa, il flusso di cocaina negli Stati Uniti è aumentato sempre più: la produzione globale ha raggiunto un record di 1.982 tonnellate nel 2020, secondo gli ultimi dati, anche se è probabile che si tratti di una sottostima.
Tra il 2000 e il 2020 gli Stati Uniti hanno investito 10 miliardi di dollari in Colombia per sopprimere la produzione, pagando le forze armate locali per spruzzare le piantagioni di coca con erbicidi o per estirpare le piantine. Invano. La Colombia resta il più grande esportatore di cocaina al mondo. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine la produzione di questa sostanza è aumentata del 53% nel 2023, raggiungendo le 2.600 tonnellate l’anno.
A far scuola su depenalizzazione e consumo controllato delle sostanze stupefacenti è stato il Portogallo. Alla fine degli anni Novanta l’uno per cento della popolazione usava eroina. All’epoca il quartiere di Lisbona Casal Ventoso era ribattezzato «il più grande supermercato della droga d’Europa». Il governo di Lisbona, come il resto del mondo, obbediva ai dogmi imposti dalla war on drugs statunitense: proibizione, punizione severa e criminalizzazione dei consumatori. Nel 2001 il possesso e l’uso di tutte le droghe sono stati depenalizzati, con un limite di dieci dosi giornaliere stabilite in 25 grammi di cannabis, dieci pillole di ecstasy, due grammi di cocaina o un grammo di eroina.
Alla depenalizzazione il governo portoghese ha affiancato un modello virtuoso di offerte psicosociali e mediche come la consulenza e il trattamento delle dipendenze, sempre mirate al reinserimento sociale dei consumatori.
[…] I risultati sono stati sorprendenti: il Portogallo ha ridotto le morti per droga dell’80%, mentre negli Stati Uniti sono aumentate del 500%. «La depenalizzazione di per sé non significa nulla se non hai nient’altro da offrire» sintetizza l’ideatore del modello portoghese, il presidente dell’istituto per le dipendenze lusitano João Goulão. Nel 2023 è stata promulgata una nuova legge che depenalizza il consumo di droghe sintetiche, equiparando il trattamento riservato ai consumatori di droghe “naturali”.
La sperimentazione della provincia canadese di British Columbia
Nel 2023 la provincia canadese di British Columbia ha avviato un programma sperimentale analogo della durata di tre anni, che sarà poi valutato per decidere se continuarlo oppure interromperlo. È legale per un adulto possedere fino a 2 grammi e mezzo di cocaina, eroina, morfina e anfetamina. La vendita delle droghe resta illecita, come è illegale possederne anche piccole quantità in prossimità di scuole, asili e aeroporti. L’idea delle autorità locali è che, decriminalizzando il consumo delle droghe pesanti, sia più facile convincere chi ne fanno uso a rivolgersi a strutture pubbliche per combattere la dipendenza.
La scelta su British Columbia non è stata casuale: nel 2016 il governo locale aveva dichiarato uno stato di emergenza per la sanità pubblica dovuto alle morti per overdose. Dopo mesi di proteste da parte di alcuni cittadini e dei partiti di opposizione su un aumento del consumo in luoghi come parchi e spiagge, lo scorso anno c’è stata una modifica alla legge, che torna a criminalizzare il consumo di droghe di questo tipo in pubblico. Non si cambia l’impianto legislativo sul possesso, ma stabilisce che queste droghe dovranno essere consumate in casa o nei centri di somministrazione sicuri. La filosofia di questo impianto legislativo è semplice: concentrare gli sforzi non sul perseguire e punire i consumatori, ma per individuare e possibilmente aiutare chi ne fa un uso problematico.
I progetti pilota in Svizzera
In Svizzera ci sono quattro delle città europee con il più alto consumo di cocaina: Zurigo, Ginevra, Basilea e Berna. Le amministrazioni locali hanno proposto un piano che prevede la distribuzione controllata di polvere bianca ai tossicomani. Nelle stesse città è iniziato un programma di sperimentazione analogo che riguarda la cannabis. Lo scorso anno l’idea del consumo controllato è partito con un progetto pilota a Berna e Losanna, che si vorrebbe replicare a Coira. Nella capitale del Canton Grigioni con una popolazione di poco più di 40mila persone si vuole affrontare allo stesso modo l’emergenza della diffusione di cocaina e soprattutto del suo derivato, il crack. La cittadinanza ha già approvato un progetto per costruire nel parco cittadino una “sala del consumo”.
[…] In Colombia il possesso di piccole quantità di cannabis, cocaina e altre droghe erano già stati depenalizzati con una decisione della Corte Costituzionale del 1994 e lo scorso anno il presidente Petro ha ordinato alle forze di sicurezza di mettere fine alle operazioni contro i piccoli coltivatori di coca, sostenendo un deciso cambio di direzione nelle strategie di lotta alla droga. «Se la Costituzione autorizza le dosi per uso personale - recita il decreto governativo che nel 2023 abolì anche le multe per il possesso di sostanze stupefacenti - l’azione della polizia non dovrebbe concentrarsi sulla persecuzione dei tossicodipendenti, ma su quella dei grandi signori della droga».
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